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AI VECCHI CI PENSA IL GRILLINO BOERI, CHE PRESIEDE L'INPS MA FA IL MINISTRO DEL LAVORO-OMBRA: ''REDDITO MINIMO GARANTITO DI 500 EURO DAI 55 ANNI IN SU. PER COPRIRE LE SPESE, PRENDEREMO DA 250MILA PENSIONATI D'ORO, VITALIZI DEI POLITICI INCLUSI''

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Antonella Baccaro per www.corriere.it

 

tito boeritito boeri

«Abbattere la povertà, riducendola almeno del 50%, fra chi ha più di 55 anni di età e garantire una transizione più flessibile dal lavoro al non lavoro e viceversa». Sono questi i due assi portanti delle proposte contenute nel rapporto Inps sulle pensioni, intitolato «Non per cassa ma per equità. Un titolo che suggerisce l’obiettivo che l’istituto guidato da Tito Boeri si pone in questo pacchetto di proposte presentato al governo, e che questo per ora non ha volto accogliere.

 

La spesa pensionistica non deve salire perciò, per rendere le pensioni povere più consistenti ma soprattutto per dare una pensione ai giovani, bisogna intervenire su quelle esistenti con un’operazione-equità. Nel rapporto di 69 pagine, pubblicato oggi sul sito, e di cui il Corriere aveva chiesto la desecretazione, c’è anche «un’aspirazione alla semplificazione della normativa e all’unificazione dei trattamenti contributivi e previdenziali fra gestioni diverse».

 

IL «SOSTEGNO DI INCLUSIONE ATTIVA»

TITO BOERI TITO BOERI

Nei primi otto dei sedici articoli del disegno di legge si predispone una rete di protezione sociale per chi ha dai 55 anni in su: è la fascia di età in cui la povertà è aumentata proporzionalmente di più rispetto alle altre classi di età durante la Grande Recessione e la crisi del debito nell’area Euro. Le persone povere disoccupate con più di 55 anni sono infatti più che triplicate nell’arco di sei anni.

 

La proposta normativa consiste nell’istituire un «reddito minimo garantito» pari a euro 500€ (400€ nel 2016 e nel 2017) al mese per una famiglia con almeno un componente ultra 55enne. Il trasferimento, che prende il nome di Sostegno di Inclusione Attiva per gli ultra 55enni, prende come riferimento la famiglia, intesa come nucleo che condivide la stessa abitazione. La famiglia di riferimento è il nucleo allargato così come definito ai fini Isee. Questo significa che non solo l’ultra 55enne, ma anche eventuali figli disoccupati beneficiano del trattamento.

 

HOLLANDE E LA PENSIONATAHOLLANDE E LA PENSIONATA

Chi ha una casa di proprietà viene penalizzato rispetto a chi è in affitto. Il trattamento è subordinato a un patto finalizzato al reinserimento lavorativo. Esempio. Consideriamo una famiglia con 2 soggetti adulti, di cui uno con più di 55 anni. Tale famiglia avrebbe diritto a un reddito minimo pari a 750€ al mese. Ora, se la somma dei redditi da lavoro mensili di queste due persone fosse pari a 500€ al mese, il valore della prestazione ricevuta ammonterebbe a 250€.

 

DA DOVE VENGONO LE RISORSE

Le risorse di questa proposta, pari a circa 1,2 miliardi, vengono rimodulando le prestazioni assistenziali percepite al di sopra dei 65 anni di età e che oggi finiscono anche al 30% della popolazione con i redditi più elevati. La seconda parte della proposta di legge armonizza i trattamenti in essere prevedendo per chi quelli più elevati, sopra i 5 mila euro, un contributo «equo» ottenuto attraverso l’immediato ricalcolo della pensione attraverso il sistema contributivo. Il ricalcolo sarebbe più graduale tra i 3.500 e i 5 mila euro. Ulteriori risparmi verrebbero dal taglio dei vitalizi e delle pensioni sindacali.

PENSIONI PENSIONI

 

 Tali risparmi servirebbero a consentire l’uscita anticipata dal sistema previdenziale con penalizzazioni che però non potrebbero essere consentite per trattamenti al di sotto della soglia delle tre volte il minimo. Tra i potenziali «perdenti» della riforma circa 250 mila percettori di pensioni elevate», chiarisce l’Istituto. A cui si aggiungerebbero, sottolinea, «più di 4 mila percettori di vitalizi per cariche elettive».

 

LA FLESSIBILITÀ IN USCITA

Uscite a partire dai 63 anni con perdite non oltre il 10%. È questa la proposta dell’Inps per introdurre la flessibilità nel sistema pensionistico. L’Istituto immagina uscite anticipate a 63 anni e sette mesi, con una riduzione dell’assegno che si applica alla sola quota retributiva e che tende ad assottigliarsi nel corso del tempo. Quindi le diminuzioni medie, spiega il documento, «non eccedono il 10-11% e diminuiscono negli anni».

INPS PENSIONI INPS PENSIONI

 

«PROPOSTA CONCORDATA»

«I gruppi di maggioranza del Senato hanno già detto di no alla premessa della proposta del presidente dell’Inps con un ordine del giorno di indirizzo accolto dal governo», commenta critico Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato ed ex ministro del Welfare. «Boeri con questo documento - sottolinea Giorgio Ambrogioni, presidente Cida (dirigenti e quadri) - criminalizza il 10% dei pensionati in quanto titolari di pensioni medio-alte dimenticando la loro enorme partecipazione al gettito Irpef».

 

FASSINAFASSINA

Mentre l’ex Pd Stefano Fassina ironizza: «Credo che il presidente dell’Inps debba ricordare quale sia il suo ruolo. Oppure si faccia nominare ministro del Lavoro - aggiunge - e coerentemente faccia le proposte che ritiene». Anche Enrico Zanetti, segretario di Scelta civica, esprime «forti perplessità sul metodo» con cui il presidente dell’Inps Boeri ha avanzato le sue proposte sulle pensioni. Ma palazzo Chigi respinge ogni illazione: secondo quanto si apprende da fonti di governo, la diffusione della proposta era concordata.