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"CALENDA MI DICEVA SÌ IN QUALSIASI MOMENTO. HA SCOPERTO TUTTI I MIEI DIFETTI SOLO QUANDO HO PERSO POTERE" - LE BORDATE DI MATTEONZO RENZI, OSPITE DI CHIAMBRETTI A "FINCHÉ LA BARCA VA" (IN ONDA STASERA SU RAI3) - L'ATTACCO A DONZELLI, CHE DEFINISCE "SCIACALLO": "SPERA CHE MI RITIRI DALLA POLITICA PERCHÉ SA CHE, QUANDO CI SIAMO CONFRONTATI, HA SEMPRE PERSO" - LE RANDELLATE A TOMMASO CERNO (“UN ERRORE L'HO FATTO, PORTARLO IN PARLAMENTO") E A TRAVAGLIO...

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MATTEO RENZI A FINCHE LA BARCA VA - ANTICIPAZIONE

 

 

Trascrizione di una clip della trasmissione "Finché la barca va", in onda stasera su Rai3 alle 20.15

 

MATTEO RENZI A FINCHE LA BARCA VA

 

Nel libro “L’Influencer”, Giovanni Donzelli lo definisco “Tabaqui”, lo sciacallo del “Libro della giungla”, chi legge il mio libro sa perché. A un certo punto lo sciacallo si sveglia e dice, "certe volte sogno di essere una tigre, ma sono solo uno sciacallo", questo è Giovanni Donzelli. Spera che mi ritiri dalla politica perché sa che quando ci siamo confrontati lui con me ha sempre perso.

 

Marco Travaglio ha talmente insultato me e la mia famiglia che ci ha riempito di soldi per diffamazione.

 

GIOVANNI DONZELLI FINCHE LA BARCA VA

Tommaso Cerno, bravissima persona, penso sia l'ultimo a potermi dare lezioni di coerenza. Quando dice che ho fatto tanti errori, beh sì. L'ho portato in parlamento.

 

Infine Carlo Calenda. A me, quando ero Presidente del Consiglio, Calenda era uno di quelli che mi diceva sì in qualsiasi momento. Ha scoperto tutti i miei difetti solo quando ho perso potere. E allora io dico che quando uno perde potere è vero, con se stesso, preferisco di gran lunga le persone vere che i lecchini.

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