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“SE TRUMP INSISTE COL PROTEZIONISMO RICORREREMO AL WTO” - BRIGITTE ZYPRIES, MINISTRA DELL’ECONOMIA DI BERLINO: “GLI AMERICANI SAREBBERO I PRIMI A RICAVARE DANNI DA MISURE PROTEZIONISTE. DANNEGGEREBBERO SOPRATTUTTO L’ECONOMIA USA. LA TASSA SUI ROBOT? NON MI CONVINCE. MEGLIO TASSARE I PROFITTI DELLE AZIENDE”

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Nicolas Barotte, Nikolaus Doll, Luis Doncel, Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

 

BRIGITTE ZYPRIESBRIGITTE ZYPRIES

Brigitte Zypries minaccia di denunciare gli Stati Uniti al Wto, se lederà le regole sul commercio. Ma la ministra dell' Economia tedesca non è neanche convinta della Cina «paladina del libero commercio». Contro lo shopping forsennato di Pechino nell' alta tecnologia, la Germania sta preparando delle contromisure. E, insieme a Italia e Francia, sta cercando anche di convincere l' Unione europea ad agire. In quanto alla Brexit, Berlino conferma la linea dura: prima l' uscita, poi il negoziato.

 

Trump ha firmato due ordini esecutivi contro "gli abusi nel commercio estero". Lei ha minacciato di denunciarlo al Wto. E' il modo giusto di reagire alle sue politiche?

«Dovremmo essere sicuri di noi stessi e rilassati, con gli americani. Non c' è motivo per sentirci vulnerabili. Dovremmo informarli ad esempio che le imprese tedesche hanno creato 700 mila posti lì e formano forza lavoro. Produciamo più auto negli Usa di quante non ne esportiamo».

 

Angela Merkel ha già provato a spiegare tutte queste cose a Trump. Non ha capito?

«Ha capito. Ci ascoltano e sembra anche che vogliano imparare. Mi dicono che Ivanka Trump voglia partecipare al Women' s Summit del G20 a fine aprile per vedere da vicino come funziona il sistema duale. Anche il nostro sistema di formazione interessa dunque molto gli americani».

BRIGITTE ZYPRIES BRIGITTE ZYPRIES

 

Trump non sembra però voler rinunciare ai dazi.

«In un mondo globalizzato non dovremmo costruire muri. C' è un proverbio cinese che dice che quando soffia il vento bisogna costruire mulini a vento e non muri. Gli americani comprano da noi soprattutto macchinari e impianti per le loro produzioni industriali. Sarebbero i primi a ricavare danni da misure protezioniste. Danneggerebbero soprattutto l' economia americana».

 

TRUMP MINATORI1TRUMP MINATORI1

E se Trump va avanti?

«Allora si potrebbe reagire, ad esempio con i meccanismi di risoluzione delle controversie previsti dal Wto. Se alzasse i dazi sulle auto al di sopra del 2,5%, l' Ue potrebbe appellarsi al Wto».

 

Ne state discutendo con l' amministrazione Trump?

«Ne stiamo discutendo con quel che c' è dell' amministrazione Trump. Non esiste ancora un responsabile del Commercio. Centinaia di posti sono vacanti. Mancano molti interlocutori; ragion per cui il sottosegretario Machnig ha dovuto cancellare il suo volo negli Usa. Io stessa dovrei andare a maggio, per allora la situazione dovrebbe essere più chiara».

 

A mesi dall' insediamento ancora niente interlocutori, non è un po' strano?

«Questa presidenza è un po' strana, non crede?».

 

Brigitte ZypriesBrigitte Zypries

Trump è un pericolo?

«Le incertezze sulla sua linea politica sono ancora grandi. Poi ci sono le cose che decide e che falliscono al Congresso o davanti ai giudici. Insomma, molto è ancora sospeso, sembra difficile fare piani: ciò non fa bene all' economia, né agli investimenti a lungo termine».

 

Theresa May ha firmato l' avvio della Brexit. Che conseguenze teme per l' economia da una "hard Brexit"?

«I negoziati sono agli inizi. L'Ue a 27 si mostrerà compatta, tuttavia, nel negoziare prima l' uscita della Gran Bretagna e dopo i rapporti commerciali. Per due anni non cambia nulla, tutti gli oneri e i diritti restano uguali. Adesso non serve a nessuno dipingere scenari dell' orrore. L' unica cosa certa è che l' economia britannica rischia molto. L' economia tedesca è robusta e intrecciata con molti altri Paesi, non sono preoccupata».

 

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Lei pensa che il Ttip, il rapporto transatlantico del commercio, sia morto?

«Non credo. C' è una novità positiva. In Germania è cresciuta la consapevolezza dell' importanza del libero commercio. E l' accordo con il Canada, il Ceta, è un buon modello per accordi futuri. Adesso, stranamente, sono i cinesi ad essere diventati i paladini del libero commercio».

 

Già. E fanno shopping forsennato in Germania di alta tecnologia. Tutto ok?

«Siamo un mercato libero e aperto. Gli investimenti di aziende straniere in Germania vanno bene, ma devono dimostrare di non essere statali o di essere compatibili con le regole di mercato. Soprattutto quando parliamo di aziende chiave. Altrimenti si combatte ad armi impari. Ci aspettiamo reciprocità per le nostre imprese che vanno in Cina, condizioni giuste».

serena williams trump 1serena williams trump 1

 

Giuste vuol dire?

«Le stesse condizioni di cui godono le imprese cinesi in Germania e nell' Ue. E' qualcosa su cui insistiamo sempre, nei colloqui con la Cina».

 

E i cinesi sono impressionati? Di recente, insieme ai suoi omologhi italiano e francese lei ha chiesto che la Commissione trovi il modo di proteggere le imprese europee da certi appetiti. Ha avuto risposta?

«Ma è ovvio che non ci fermiamo alle chiacchiere. Stiamo preparando un rapporto che dovrà stabilire, in base alle leggi, quanto margine ci potremo prendere per esaminare preventivamente acquisti importanti di imprese tedesche.

 

Finora possiamo farlo solo nel caso di aziende militari o che tocchino la sicurezza nazionale, ma non quando si tratta comunque di imprese strategiche per la Germania. Il rapporto sarà pronto entro la primavera. Ed è vero che abbiamo anche avviato, con successo, un dibattito al livello europeo su questo. Adesso speriamo che le cose si muovano in fretta».

 

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Cosa pensa della cosiddetta tassa sui robot?

«Non mi convince. E' un deterrente per le imprese che vogliono investire su tecnologie innovative. Meglio tassare i profitti delle aziende, a prescindere se sono prodotti da uomini o robot».