DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Caro Dago,
mi accingo al compito paradossale di scrivere su un meraviglioso giornale di gossip, un appello al gossip perché si fermi, dopo averlo preso però molto sul serio e averne riconosciuto l’utilità. Faccio prima a raccontare la storia che a sciogliere il ginepraio logico in cui mi sono infilato.
Tutto comincia quando Anna Masera si dimette e torna alla Stampa, autunno del 2015. Da quel momento la Camera dei deputati non ha un “capo ufficio stampa - responsabile della comunicazione”. Il capo ufficio stampa della Camera è una figura indipendente e distinta dal portavoce della presidente Boldrini, che invece c’è, e lotta insieme a lei e a un nutrito gruppetto di assistenti.
Non accadeva nulla, la presidente della Camera taceva sul rimpiazzo e i suoi criteri. Roberto Giachetti, vice presidente della Camera con delega alla comunicazione esterna, si dimise allora, dice il gossip, per il sospetto che la Boldrini volesse attirare a sé e confezionare a comodo suo la comunicazione istituzionale, prima lasciandola senza guida e quindi mettendo qualcuno a lei gradito.
La Boldrini alla fine proclamò la sua fede nella trasparenza e accettò di rendere pubbliche le pratiche per l’assunzione. Non un concorso pubblico per titoli od esami, ma un avviso. Chi presuma di meritare il posto, e sia iscritto da dieci anni all’Albo dei giornalisti professionisti, si intenda di new media e dei social media, eccetera, mandi un curriculum e abbia fede. Ne erano arrivati 278 al 14 gennaio, scadenza dei termini per partecipare alla selezione. Dopo una prima scrematura si è scesi a 234.
Un bel numero. A questo punto, improvvisamente, giornali di opposte tendenza politiche comunicano che di questi 234 se la giocano Daniela Hamaui e Stefano Menichini. Ma che comunque la favoritissima è la Hamaui. Si chiama gossip. Roba perfetta per Dagospia.
stefano menichini in allenamento
Notizia non smentita da nessuno, nel silenzio stravagante dell’Ordine dei giornalisti, che dovrebbe tutelare i diritti di tutti i suoi iscritti, cioè anche degli altri 232, chiedendo la pubblica comparazione dei meriti piuttosto che la prevalenza opaca di padrinage e madrinage (neologismo), o meglio di genitore 1 e genitore 2.
La Camera dei deputati non è un’azienda privata, ma neppure il regno di una sultana (pardon, di una sultano, come mi correggerebbe piccato, Roberto Natale, il portavoce della Boldrini). E’ ovvio che, come esige la morale pubblica oltre che lo spirito della Costituzione, la Camera dovrebbe aprire le sue procedure per la scelta di un ruolo così delicato alla trasparenza.
Idea semplice per illuminare la segreta stanza dei conciliabili: pubblicare i curricula, scremandoli dai dati sensibili. E che la selezione e la discussione per individuare il/la migliore siano in streaming, consentendo di assistere alle relative discussioni sui profili oggettivi dei candidati.
Il gossip, caro Dago, qui si è dimostrato un aiuto alla trasparenza. Si è trasformato in un’arma democratica, come Foscolo riconosceva al cinismo di Machiavelli, perché “alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue” il Principe o la Principe. Nel caso specifico, di sangue magari non ce n’è, ma gronda senz’altro l’ipocrisia con dissipazione di tempo e denaro, e soprattutto con spregio della buona fede di chi ha preparato la sua brava domanda, ignaro che le prassi pubbliche liberali fossero in realtà una penosa finzione .
Si fa in tempo rimediare. Intanto, grazie gossip. Adesso però ritirati. Hai finito il tuo splendido lavoro, e lascia il posto alle pareti di cristallo di cui la presidenza della camera non potrà che dotarsi, se le resta un minimo residuo di pudore istituzionale.
renato brunetta baciamano a laura boldrini
Per curiosità, senza avere tra le mani i sicuramente poderosi curriculum dei due candidati assurti al rango di duellanti finali. Constato che Daniela Hamaui (61 anni) è partita come esperta di moda e simili, campo in cui è certo tra i più bravi. E’ diventata in base a competenze grafiche direttora dell’’”Espresso”, e ok, basta la parola. Oggi ha un ruolo più editoriale che giornalistico, badando alla supervisione dei periodici del medesimo gruppo.
BRUNETTA RENZI GRASSO BOLDRINI
Stefano Menichini (55 anni) viene dal Manifesto, è passato dall’ufficio stampa del Comune di Roma, e poi a dirigere Europa, un quotidiano di partito, oggi è consulente presso il ministero delle Infrastrutture. E’ di certo stato anche un volto televisivo.
Per capire quanto sono esperti di politica o di temi interessanti per l’ufficio stampa della Camera dei deputati, abbiamo fatto una ricerca proprio sulle rassegne stampa preparate dai colleghi che uno dei due (a quanto dice il gossip) è già destinato a guidare.
Risultano tre-articoli-tre a firma Daniela Hamaui dal 1° gennaio 1998 alla data di oggi. Peraltro tre note sull’Espresso in cui: 1) ringrazia l’editore di essere stata scelta, nel 2002; 2) Rievoca in un commosso ricordo il principe Carlo Caracciolo, l’editore scomparso, 2008; 3) Ringrazia l’editore per aver avuto la possibilità di dirigere l’Espresso, 2015. La firma di Menichini è stata selezionata nella medesima rassegna stampa e nello stesso periodo 1.134 volte.
Senza il gossip che costringerà – ci conto – alla trasparenza, il momento culminante della disfida si svolgerebbe come nel duettino delle Nozze di Figaro tra Marcellina e Susanna sui criteri di precedenza, dove i meriti sono subito scartati: “L'abito... Il posto... L'età!” Vittoria dell’Hamaui tre a zero.
Non andrà così. E dalle pagine di Dagospia faccio una proposta ai candidati amanti della trasparenza: inviate il vostro curriculum a me e sarà valutato e pubblicato. E che vinca il migliore.
Renato Brunetta
renato brunetta saluta laura boldrini (2)
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