DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Lettera di Renato Brunetta a Dagospia
Caro Dagospia!
Il qui presente è lieto di comunicare, con sommo gaudio, che il Dittatore dell’Etruria mi ha incoronato capo dei briganti. Si presume mi darà la caccia liberando i cani e sguinzagliando mozza orecchi. Scuserete il tono da vaudeville.
Quanto accaduto stamattina alla Camera ha in effetti qualcosa di favolosamente balcanico o sudamericano, che induce a credere di non essere nel mondo reale ma dentro un’operetta. Magari. Purtroppo siamo in piena tragedia italiana. Economica e democratica.
Nel panorama internazionale non è dato di scorgere alcunché di più amaramente grottesco e francamente pericoloso delle parole e degli atti esibiti in questi giorni dal presidente del Consiglio italiano. Mentre migliaia di piccoli risparmiatori piangevano uno di loro che non ha retto alla polverizzazione truffaldina dei frutti del suo lavoro, Renzi ha dato vita nei giorni scorsi a una sorta di riedizione fiorentina dei giochi televisivi del povero colonnello Chavez, prepotente sì, ma che almeno aveva avuto il merito di essere stato eletto. Ha proposto un torneo ridanciano e terrificante, sottoponendo al Tribunale del popolo i giornali sgraditi, mettendoli alla gogna titolo per titolo, con la slealtà dei cannibali che mangiano tutto per trasformare la carne altrui in parte di se stessi.
Ecco che allora, dopo aver asservito i giornaloni, felici di consegnarsi a lui, peraltro avendone rifocillato previamente gli editori (vedi Fiat, vedi Banca Intesa in attesa di papparsi le banche di credito cooperativo, vedi la lucrosa fortuna di De Benedetti, magnifico profeta di prossime scelte del governo), cerca di nutrirsi come i tagliatori di teste dei fogli nemici, praticando alla Leopolda il rito voodoo degli spilloni dell’onta.
Lo capiamo. Ma non gli basta ancora. Che fa allora? Ha già le tivù, ha conquistato il mondo bancario, asservito Bankitalia che sulle banche dei parenti del governo vigila con molta prudente reverenza. Gli resta di impossessarsi anche delle opposizioni. Vuole dettare come nella Ddr di Honecker i comportamenti, e se uno gli rompe le scatole, non stando ai patti, gli mozza la testa e poi la alza a monito sulla picca.
Così, dopo aver gestito alla Leopolda lo spettacolo ignobile della messa alla gogna dei giornali sgraditi, ora ha trasferito questo balletto da allegro zombie alla Camera. Un premier, che non è stato eletto da nessuno, ha compilato stamani a Montecitorio la graduatoria di gradimento e sgradimento dei capigruppo d'opposizione. Incredibile. Indecente. Ma ci siamo presi una soddisfazione: a Forza Italia ha tributato l'onore di veder iscritto il presidente dei propri deputati, il sottoscritto Renato Brunetta, al primo posto della lista di proscrizione.
Come dicevano i latini: Quos vult Iupiter perdere, dementat prius. Senza far lavorare alla traduzione la moglie letterata, gliela fornisco, prima di darmi alla macchia: Dio toglie la ragione a chi vuol distruggere. Ne vedremo delle belle.
Renato Brunetta
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