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Francesco Bonazzi per Dagospia
Si avvisano i signori deputati che l'Italicum arriverà con alcune ore di ritardo per problemi tecnici nella formazione del materiale rotabile. Al primo giorno, falsa partenza per la legge elettorale nata dall'accordo Renzie-Banana: la commissione Affari costituzionali della Camera aspetta dalle due del pomeriggio il famoso testo "blindato".
Anche se tutti ovviamente negano, nelle segrete stanze si tratta ancora sulle soglie di sbarramento per i partiti minori. Invece la versione ufficiale è un attentato all'intelligenza: ci sono problemi ("tecnici", ovviamente) sulla composizione dei collegi alla spagnola su base provinciale perché da noi ci sono più metropoli (ma va?).
Mentre il Cavaliere appare sul balcone di una beauty farm accanto a Giovannone Toti in tuta bianca stile Ris, a Roma Denis Verdini è sulle spine per colpa dei leghisti. Quel che resta del partito di Alberto da Giussano sa che non arriverà mai al 5%, soglia sotto la quale si rimane nella mitologica Padania a fare gli assessori.
Per questo si lavora a un ripescaggio che consenta di eleggere un pugno di deputati se si supera una certa soglia (10-15%) in almeno tre regioni. La Lega Nord smentisce indignata, con il segretario Salvini che parla di "disinformazione". Ma il vero problema è che ci sono anche altri partiti, come Fratelli d'Italia o Sel, che a questo punto avrebbero più di una ragione a protestare per un trattamento discriminatorio.
La confusione maggiore, però, come al solito è dalle parti del Nazareno. Massimo D'Alema, in tournée a Parigi, ricorda che le leggi le fa il Parlamento "sovrano". Insomma, non è sacrilegio cambiare il testo del Renzusconi. E Doris Lo Moro, capogruppo pd in commissione Affari Costituzionali al Senato, dove la legge non arriverà prima di un paio di mesi, già minaccia "dimissioni in blocco" se a Palazzo Madama sbarcherà un testo blindato.
Prepara le bottigliette incendiarie anche il bersaniano D'Attorre, che sta scrivendo un emendamento per introdurre le preferenze. Gli alfanoidi ringraziano. Il bello è che lo stesso Renzie non sarebbe per nulla contrario a rinunciare ai listini bloccati, solo che su questo romperebbe con Berlusconi e quindi sta fermo e immobile in attesa degli sviluppi.
E a proposito di gente che sta ferma e immobile, qualche aggiornamento dal governo di Mezze Intese. Mentre la renziana Debora Serracchiani chiede le dimissioni del ministro bersaniano Flavio Zanonato per una disputa regionale, Enrico Letta prepara il suo rimpastino light per sabato.
In bilico sempre la vedroide De Girolamo e l'addetta ai "casi umanitari" Anna Maria Cancellieri. Abbandonato a se stesso Saccomanni, impegnato a far tornare i numeri prima che Eurostat lo travolga. Liberi di farsi due conti i ministri Zanonato e Giovannini, ben poco amati da Renzie e da gran parte dei colleghi.
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