BRUSH HOUR! LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI - RENZIE INCASSA LA BENEDIZIONE DI BARROSO DOPO UNO SCAMBIO DA VECCHIE ZITELLE E IL GIALLO DELLE “RISATINE” CON VAN ROMPUY - IN FARSA ITALIA FRENATA SU PIERSILVIO, MA I BERLUSCONI DA VOTARE NON SONO FINITI

Francesco Bonazzi per Dagospia

L'Unione europea "sosterrà le riforme in Italia". Renzie al suo primo Consiglio europeo incassa la benedizione ufficiale del presidente Josè Manuel Barroso, in una giornata contrassegnata da pacche, sorrisi e sorrisetti, in qualche caso anche alle spalle dell'Italia.

Un'ora di colloquio faccia a faccia con Barroso, che al termine ha subito twittato "incontro molto positivo", ha permesso al Rottam'attore da trasferta di rassicurare una volta di più le autorità europee sul fatto che Roma non ha intenzione di sfondare il tetto del 3% nel rapporto deficit-pil. Ma ovviamente il premier non accetta l'idea che si continui a toccare questo tasto, senza per altro che sia stata fatta anche solo una prima bozza del prossimo Def, e ai cronisti dice: "Abbiamo parlato di riforme, non di zero virgola. E poi l'Italia non viene qui come uno studente fuori corso".

Precisazioni (e felicitazioni) necessarie, perché prima di incontrarsi tra mille sorrisi c'era stato uno scambio di dichiarazioni un po' acido. Il portoghese aveva intimato: "Il rispetto degli impegni presi è fondamentale per la fiducia in Italia e nell'Unione europea". E Renzie aveva risposto bello piccato: "L'Italia sta rispettando tutti i vincoli, quindi l'Italia è uno dei Paesi che i parametri li rispetta". La lingua gli si è provvidenzialmente fermata un attimo prima che gli scappasse qualche nome, come quella Francia di Hollande che sabato non gli ha offerto alcuna sponda nella lotta ai "parametri anacronistici".

E che l'incontro diretto con il presidente della Commissione sia poi risultato "molto positivo" è un bene anche per il siparietto andato in scena in mattinata a una conferenza stampa. Il corrispondente di Radio radicale fa una domanda sulle riforme di Renzie e sull'euroscetticismo nei confronti del nostro deficit e Barroso, prima di cedere il microfono al presidente del consiglio Ue, il belga Van Rompuy, fa un sorrisetto poco beneaugurante.

Si arzigogola se sia come quella volta che Sarkozy e Merkel ridacchiarono di Berlusconi in conferenza stampa (e poco dopo Papi Silvio cadde), ma qui la scena è totalmente diversa. Il problema, semmai, è che al sorrisetto di Barroso, Van Rompuy risponde con un ghigno un po' sinistro.

Giù nella provincia italica, intanto, ci si diletta con le quote rosa. Ovviamente alle spalle delle donne. Grazie a un'intesa Forza Italia-Pd-Ncd, in Senato passa la parità di genere nelle liste elettorali, ma solo per le europee e dal 2109. Sarà troppo? Prima di riderci sopra, bisogna anche sapere che è stata approvata una norma transitoria per le elezioni di fine maggio che prevede l'obbligo di votare una persona di sesso diverso in caso di terza preferenza. Sono belle soddisfazioni.

Dalle questioni di genere agli affari di famiglia con il tormentone "Quale Berlusconi per Forza Italia". Dopo che è stato dato in pasto ai giornali anche il nome di Pier Silvio, e in attesa che tocchi al povero Luigino, da Palazzo Grazioli si fa sapere che "nulla è deciso" e Pupino Toti fa il pompiere. L'unica certezza è che il brand "Berlusconi" sarò comunque sulle schede elettorali, anche senza l'ex Cavaliere come capolista.

 

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