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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Mattia Bernardo Bagnoli per "la Stampa"
Mentre i britannici sono alle prese con la recessione e le misure di austerità salva conti dello Stato imposte dal governo, le spese del principe Carlo - a carico dei contribuenti - aumentano. La prova sta nell'annuale rapporto, pubblicato in questi giorni, sui costi dell'erede al trono. Un bell'esercizio di trasparenza, non c'è dubbio.
Peccato che i (pochi) critici della monarchia, come l'associazione Republic, puntino al sodo e vedano l'aumento - più 11% rispetto all'esercizio precedente - di cattivissimo occhio. «Anno dopo anno Carlo spende sempre di più per i suoi viaggi, la maggior parte dei quali sono per scopi personali», ha tuonato Graham Smith, direttore del gruppo di pressione. «Intanto il Paese deve sopportare i tagli alla spesa pubblica».
La querelle non è nuova, si ripete ogni anno come il migrare delle rondini. Da una parte i fautori di sua maestà , che considerano l'azione della regina e della famiglia reale un servizio di «rappresentanza» per la nazione, benefico quanto redditizio per l'economia, dall'altra i duri a morire della democrazia, che non ci stanno ad essere sudditi di chicchessia e alla regina fanno le pulci ad ogni piè sospinto.
Certo, ad essere onesti per Carlo questo è stato un anno (fiscale) eccezionale: prima il matrimonio del figlio con Catherine Middleton (le spese sono state divise tra lui, Elisabetta e i genitori della sposa), poi le celebrazioni per i 60 anni di regno di sua madre, che lo hanno visto impegnato, insieme a Camilla, in non meno di 804 appuntamenti ufficiali, in patria o all'estero.
Senza contare che è sempre Carlo a pagare per le spese di rappresentanza di William e Harry. E ora anche di Kate. Non è dunque una sorpresa che le uscite totali del principe di Galles siano aumentate del 3,6% andando a toccare quota 12 milioni di sterline. Il conto, per i contribuenti, ammonta però a circa 2,2 milioni.
«I membri della famiglia reale viaggiano per rappresentare il governo, anzi, su richiesta del governo, e così facendo sostengono gli interessi nazionali britannici», ha precisato il portavoce di Carlo Paddy Harverson. Simon Fraser, il capo del servizio diplomatico, ha confermato parola per parola. «I viaggi del principe di Galles - ha detto al Guardian - hanno dato una mano alle imprese del Regno Unito e promosso i nostri valori in tutto il mondo».
I costi sono poi aumentati non solo perché le missioni sono state più numerose ma anche di «lungo raggio». In questo senso i funzionari hanno posto l'accento sulle visite in Usa, Kuwait, Qatar e Arabia nonché quelle in Norvegia, Svezia e Danimarca (con Camilla). Tutto sommato, chiosa Harveson, per i contribuenti si è trattato di un«ottimo investimento».
Già perché il matrimonio reale, ad esempio, è stato rubricato nella sezione «spese non ufficiali» - 2,6 milioni di sterline in tutto - e non gode dei contributi governativi, benché lo Stato si sia fatto carico della sicurezza e il coinvolgimento delle forze armate. Quindi quanto è costata la «favola» in mondovisione? Saperlo di preciso è impossibile - «inelegante» è il termine ufficiale - ma i tabloid parlano di 500 mila sterline.
Una sciocchezza se paragonati ai 9,8 milioni che Carlo ha speso per impegni «ufficiali e attività caritatevoli». La voce a quanto pare comprende anche il guardaroba della bella Kate. Che si vestirà pure, da brava principessa borghese, con gli abitini dei comuni grandi magazzini, ma poi alla fin fine ha presentato al suocero un conto da 35 mila sterline. O almeno così dicono le immancabili fonti dei tabloid. Carlo, d'altra parte, se lo può permettere. Il ducato di Cornovaglia, che genera la «paghetta» riconosciuta al principe di Galles, gli ha fruttato infatti 18,3 milioni di sterline, circa il 3% in più che l'anno passato.
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