BUNGA BUNGA CAIN CAIN! - SARÀ LA PATONZA A STRONCARE I SOGNI PRESIDENZIALI DEL “PIZZETTARO” HERMAN CAIN? - IL CANDIDATO NERO ALLA NOMINATION REPUBBLICANA NEGA L’ACCUSA DI MOLESTIE SESSUALI RISALENTI AGLI ANNI ’90. MA UNA DELLE DONNE COINVOLTE (E PAGATE PER TACERE) SEMBRA DECISA A RACCONTARE I DETTAGLI DELLA STORIA - IN CAMBIO DEL SILENZIO, LA LOBBY DEI RISTORATORI PER CUI LE DONNE LAVORAVANO (AL TEMPO GUIDATA DA CAIN) OFFRÌ UNA BUONUSCITA DI 35MILA $...

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1 - HERMAN CAIN MOLESTATORE? L'ACCUSATRICE VUOLE PARLARE...

Dagoreport da "The Washington Post" e "The New York Times"
http://wapo.st/rIKIOa - http://nyti.ms/srlxEY

Difficile sperare di cavarsela con un no comment. Herman Cain, il repubblicano nero che punta alla Casa Bianca, dovrà dare spiegazioni più convincenti riguardo allo scandalo che si è improvvisamente messo di traverso nella sua sorprendente corsa da favorito verso le presidenziali 2012. Dai lontani anni '90 sono saltate fuori vecchie accuse di molestie sessuali da parte di due donne senza nome, ex dipendenti della lobby della ristorazione National Restaurant Association di cui Cain è stato responsabile dal '96 al ‘99. Una di loro, ora, sembra intenzionata a tornare sullo scomodo argomento.

Ma non è così semplice. A impedirgli di parlare c'è un accordo di riservatezza siglato con l'associazione a seguito della vicenda. Alle due donne, infatti, venne riconosciuta una generosa buonuscita in cambio del silenzio. Il "New York Times", riferendosi a una sola delle due, parla di 35mila dollari, ovvero un anno di stipendio. Perché mai tutte queste precauzioni? L'avvocato di una delle presunte vittime di Cain ha fatto sapere che la sua assistita ha una gran voglia di raccontare la sua versione e ha chiesto alla National Restaurant Association di annullare l'accordo.

La donna non ci sta a dover sentire Cain che smentisce ogni accusa e parla di "caccia alle streghe" senza poter dire la sua. Ecco cos'ha detto ieri il suo legale, Joel P. Bennett: "È frustrante che Herman Cain vada in giro a sparlare di loro, mentre la mia assistita è costretta a tacere in virtù di un accordo di riservatezza. L'Associazione dovrebbe permettere di rispondergli. Cain ha detto sostanzialmente di non aver molestato nessuno e che le accuse sono infondate. Sono sicuro che la mia cliente avrebbe gli argomenti per controbattere."

2 - INCUBO «SEXGATE» PER CAIN IL FAVORITO DEI REPUBBLICANI
Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"

«Accuse false che smentisco, questa è una caccia alla streghe: in quarant'anni di carriera manageriale non ho mai molestato nessuno», dice Herman Cain nel tentativo - presumibilmente vano - di spegnere l'incendio di un mezzo scandalo a sfondo sessuale che rischia di travolgere la sua candidatura alla Casa Bianca. Accuse di due donne senza nome che risalgono agli anni Novanta.

Nessuna violenza o contatto fisico, ma «avance» sgradevoli: parole e gesti sconvenienti rivolte da un capo troppo esuberante a due dipendenti della National Restaurant Association. Che è la «lobby» della ristorazione della quale Cain è stato il capo dal 1996 al '99. Le due donne, dopo il caso, furono spinte a lasciare l'organizzazione con un generoso indennizzo. Un accordo legale che le impegna anche a non parlare pubblicamente della vicenda. Perché tutti questi accorgimenti?

«Non riuscendo a sconfiggerlo sul terreno politico, delle proposte concrete, cercano di fermarlo con le calunnie», dice Mark Block, il capo dello staff di Cain. Non è certo la prima volta che un candidato alla presidenza inciampa su una vicenda a sfondo sessuale, a partire dalla foto della modella Donna Rice seduta sulle ginocchia di Gary Hart che nel 1987 segnò la fine delle ambizioni presidenziali del senatore democratico. E la tempistica dello «scoop» del sito Politico.com fa pensare. La storia è stata pubblicata proprio mentre l'ex capo della catena Godfather's Pizza è in testa nei sondaggi per le primarie repubblicane.

Proprio ieri quello del Des Moines Register, il quotidiano dell'Iowa, ha indicato che Cain supera di un punto Mitt Romney in questo Stato che sarà il primo, il 3 gennaio, a votare per la nomination. E in Texas adesso Cain sopravanza (27 per cento dei consensi contro il 26) anche Rick Perry che di quello Stato è il governatore.

Ma la storia tirata fuori da Politico.com non è affatto una montatura: i giornalisti del sito hanno scavato a lungo, hanno trovato almeno sei testimoni che confermano le vicende riferite e per dieci giorni, prima di pubblicare il servizio, hanno chiesto invano chiarimenti e commenti ai responsabili della campagna di Cain. Loro si sono limitati a dire che la storia risultava «vagamente familiare» ad Herman. Che domenica sera, ai cronisti di Politico che lo incalzavano, ha detto di non avere alcun commento da fare e poi li ha provocati provando a ritorcere la domanda contro di loro: «E voi? A voi non vi ha mai accusato nessuno di molestie sessuali?».

Ieri Cain ha cambiato registro: prima in un'intervista televisiva, poi in un incontro al Club della Stampa di Washington, il candidato nero che piace ai Tea Party ha ammesso di essere a conoscenza delle accuse che gli erano state rivolte negli anni 90. Ma ha aggiunto che un'inchiesta interna dell'associazione dei ristoratori (dalla quale lui si era chiamato fuori per un evidente conflitto d'interessi) non aveva individuato alcun elemento concreto nei suoi confronti.

Ma allora perché le sue donne sono state pagate per lasciare l'associazione e mantenere il silenzio sulla vicenda? Cain ha detto di non essere al corrente di transazioni di questo tipo e ha cercato di nuovo di chiudere la questione rispondendo alle sollecitazioni della stampa che non chiederà all'associazione dei ristoratori altri elementi sul caso, visto che è politica della Nra mantenere la riservatezza su vicende di questo tipo.

«Cain farà bene a preparare risposte più dettagliate e convincenti se vuole evitare che la sua campagna si trasformi in un calvario» ha commentato dopo la pubblicazione del servizio di Politico, Dana Perino, che fu portavoce di George Bush alla Casa Bianca. Ed Rollins, uno stratega repubblicano che ha lavorato per decenni coi candidati del suo partito - da Reagan a Michele Bachmann, da lui abbandonata alcune settimane fa - è ancora più circostanziato nella sua critica: «Cain deve darci le carte e deve cancellare le ombre spiegando perché l'Associazione da lui guidata ha ritenuto di dover dare dei soldi alle donne che lo accusavano».

Parole pesanti pronunciate davanti alle telecamere della Fox, la tv conservatrice che ieri ha intervistato Cain, ma non gli ha risparmiato critiche. Musica per le orecchie di Mitt Romney. Che però, poco amato dal popolo conservatore, rischia di vincere solo per abbandono o manifesta inferiorità dei suoi rivali.

 

Herman Cainherman cainherman cainmitt romneyMICHELE BACHMANN