DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Marco Bresolin E Niccolò Carratelli per "la Stampa"
Il giorno dopo l'appello di Ursula von der Leyen, che ha promesso un piano industriale per incrementare la produzione di armi e munizioni, il Parlamento europeo fa quadrato: l'Ue deve assicurare una «regolare fornitura di aiuti militari all'Ucraina per tutto il tempo necessario e in qualsiasi forma necessaria per la vittoria dell'Ucraina». Non solo per «difendersi dagli attacchi russi, ma anche per riconquistare il pieno controllo di tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale».
Per farlo, gli Stati dovrebbero destinare al sostegno militare per Kiev «almeno lo 0,25% del Pil» in modo da garantire «la fornitura continua, sostenuta e in costante aumento di tutti i tipi di armi convenzionali».
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giuseppe conte ospite a dimartedi 3
«Nel testo manca un invito all'apertura dei negoziati di pace e per mettere fine al conflitto l'unica opzione offerta rimane quella bellicista», hanno spiegato in una nota gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle, giustificando così la loro opposizione a un testo che «rappresenta un invito alla corsa al riarmo e all'escalation della guerra» e che però è stato fortemente sostenuto dal Partito democratico, vale a dire dalla forza politica che con il movimento di Giuseppe Conte sta cercando di cementare un'alleanza.
GIUSEPPE CONTE - ALESSANDRA TODDE
A mettere il dito nella piaga ci ha subito pensato Nicola Procaccini, esponente di Fratelli d'Italia e copresidente del gruppo Ecr: «Sono bastate 48 ore e un voto a Strasburgo per dividere l'improbabile Campo Largo tra Pd e M5S. Il Parlamento europeo ha votato compatto a favore di un fermo sostegno dell'Ue all'Ucraina e il M5S ha dimostrato ancora una volta di essere l'unico partito filo Putin».
Che sulla politica estera, in particolare sulla guerra in Ucraina, Pd e 5 stelle parlino due lingue diverse non è certo una novità. Anzi, di solito è il primo argomento citato da Conte per marcare la distanza con Elly Schlein e sottolineare la difficoltà di costruire un'alleanza strutturale con i dem, definiti solo un mese fa «un partito bellicista».
elly schlein giuseppe conte foto di bacco
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La domanda polemica la fa, invece, Enrico Borghi, capogruppo di Italia viva al Senato: «Può l'Italia avere all'opposizione un ex presidente del Consiglio, che punta a guidare la minoranza e che vota contro l'Ue, l'Ucraina e l'Alleanza Atlantica?».
giuseppe conte alessandra todde elly schlein 1
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