JOE BIDEN METTE UNA PEZZA AL FALLIMENTO DI OBAMA NEL DIBATTITO CONTRO ROMNEY - IL VICEPRESIDENTE HA ATTACCATO FORSENNATAMENTE IL SUO ALTER-EGO REPUBBLICANO PAUL RYAN, INTERROMPENDOLO 82 VOLTE, DIMOSTRANDO L’INCONSISTENZA DELLA SOLUZIONE ECONOMICA PROPOSTA DA ROMNEY E RICORDANDO LA GAFFE DEL MORMODOTATO CHE DEFINÌ IL 47% DEGLI AMERICANI “PARASSITI” - MA PER OBAMA NON È ANCORA VINTA…

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Paolo Mastrolilli per "La Stampa"

Gli organizzatori del dibattito tra Joe Biden e Paul Ryan avevano detto di aspettarsi un match di pugilato, chiamandolo "The Thrill in the Ville". Lo slogan era preso in prestito da "The Thrill in Manila" che Cassius Clay, nato da queste parti, aveva combattuto contro Frazier. E così è stato. Il vice presidente, obbligato a riscattare il flop di Obama nella sfida di Denver contro Romney, è andato subito all'attacco su tutti i fronti, dalla politica interna a quella estera.

Secondo i calcoli fatti dai manager repubblicani, ha interrotto il suo avversario 82 volte, e certamente è riuscito a sostenere con forza le posizioni dei democratici. Se questo basterà a fermare il "momentum" favorevole a Mitt, che negli ultimi giorni ha raggiunto e superato Barack nei sondaggi, è un altro discorso, e dipenderà soprattutto da cosa riuscirà a fare il capo della Casa Bianca nei due dibattiti che ancora lo attendono.

La moderatrice, Martha Raddatz, ha cominciato con la politica estera, mettendo subito Biden sulla difensiva per l'incertezza e le contraddizioni con cui l'amministrazione ha gestito l'attacco di Bengasi. Joe ha risposto che le valutazioni sbagliate del primo momento, secondo cui si era trattato di una protesta spontanea, sono dipese dalle informazioni ricevute dall'intelligence.

Ryan invece ha detto che la morte dell'ambasciatore Stevens è il simbolo del fallimento della politica estera di Obama, che sta consentendo all'Iran di avvicinarsi alla bomba atomica, ma Biden lo ha bloccato così: «Non so di cosa parla. Le sanzioni che abbiamo imposto sono le più dure di sempre e stanno piegando Teheran. Cosa farebbero loro di diverso, la guerra?». Così è andato anche lo scontro sulla Siria, mentre sull'Afghanistan Ryan ha lasciato aperta la porta alla possibilità di estendere l'intervento oltre il 2014, mentre il vice presidente è stato fermo: «Andremo via nel 2014, perché gli afghani devono assumersi la responsabilità della sicurezza nel loro paese».

Sulla politica interna lo scontro si è fatto anche più duro. Biden, a differenza di Obama, ha ricordato subito la gaffe di Romney, che aveva accusato il 47% degli americani di essere fannulloni che dipendono dagli aiuti statali: «Queste sono persone della classe media, che hanno lavorato tutta la vita, ma lui non vuole occuparsene». Joe ha ripetuto che Mitt vuole regalare una riduzione fiscale da 5 trilioni di dollari che avvantaggerebbe soprattutto i ricchi, senza spiegare come pagherebbe questa riforma fiscale. Quindi ha accusato Ryan di voler privatizzare la sanità pubblica Medicare e le pensioni della Social Security.

Paul ha risposto che Obama non ha mai neanche presentato un bilancio, e ha fallito in tutte le politiche adottate. Non ha mantenuto la promessa di far ripartire l'economia attraverso gli stimoli, mentre il piano in cinque punti presentato da Romney creerebbe 12 milioni di posti di lavoro, abbassando le tasse a tutti e aiutando le piccole imprese. «Bugie», ha replicato Biden, che ha rivelato come lo stesso Ryan gli aveva chiesto di indirizzare un po' di soldi degli stimoli al suo distretto elettorale, perché avrebbero creato lavoro: «Gente, usate il buon senso. Se volete salvare la sanità, le pensioni, e non pagare il conto delle riduzioni fiscali che Romney vuole regalare ai più ricchi, di chi vi potete fidare?».

Secondo il manager della campagna di Obama, Jim Messina, «questa è stata una grande serata per noi. Biden ha dimostrato che il piano fiscale di Romney non regge dal punto di vista matematico, e infatti Ryan non è riuscito a spiegarlo nei dettagli. Ha chiarito che i repubblicani non vogliono ritirarsi dall'Afghanistan, mettendoli contro l'opinione della maggioranza degli americani. Joe ha stravinto, e questo cambierà il vento della campagna».

Per il presidente del Gop, Priebus, «Ryan ha vinto nello stile, e nella sostanza. E' incredibile la maleducazione con cui Biden si è comportato. Questo dibattito comunque non cambia il "momentum" favorevole a Romney, che continuerà la marcia verso la Casa Bianca».

Secondo il politologo Bill Schneider, «Biden ha fatto quello che Obama avrebbe dovuto fare a Denver, e ha vinto il dibattito. Però questo non basterà ai democratici. Forse frenerà un poco l'abbrivio favorevole a Romney, ma è Obama, nei prossimi due dibattiti, che deve riconquistarsi la Casa Bianca».

 

 

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