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Paolo Conti per “Il Corriere della Sera – Roma”
IGNAZIO MARINO E PAPA BERGOGLIO
Ha stupito tutti (romani, non romani, mondo politico) la spensierata leggerezza con cui il nostro sindaco Ignazio Marino ha accolto la proclamazione del Giubileo straordinario della Misericordia: «Lieta notizia, Roma è pronta ad affrontare questo evento».
Pronta? Le condizioni della nostra città, ogni giorno sull’orlo di un pericoloso collasso, massacrano le nostre vite quotidiane: un sistema di trasporti che è benevolo definire insufficiente, dopo il drastico taglio di linee e orari. Un traffico quotidiano ingovernabile perché ingovernato da un corpo dei vigili urbani massicciamente presenti, in questi giorni, sui set notturni di 007 (gli incentivi funzionano) ma poi latitanti il giorno successivo nel mare di lamiere.
Un servizio Ama anch’esso insufficiente, la sporcizia delle strade grida vendetta quotidiana al cospetto dei turisti. Una incapacità sostanziale di gestire la città: ogni corteo è una paralisi, non parliamo del recente e scandaloso caso dei turisti olandesi lasciati allo stato brado, e in generale il rispetto delle regole condivise è ormai un valore tramontato anche perché il Campidoglio fa poco per ricordarne il valore.
A partire dal costo eccessivo e fuori mercato internazionale degli alberghi romani. Urge – hanno ragione Michele Anzaldi e Lorenza Bonaccorsi del Pd – una cabina di regia nazionale. L’attenzione dello Stato centrale, visto che arriveranno milioni di turisti, non è auspicabile: è semplicemente indispensabile. C’è di mezzo il nodo della sicurezza e quello della sanità pubblica, per non parlare della mobilità.
Una città in cui i vigili si ammalano producendo un tasso di assenze superiore del 26% rispetto a Milano (dato immorale e scandaloso) non potrà mai reggere l’urto del Giubileo straordinario. Bisognerà coinvolgere la Santa Sede, che potrà e dovrà offrire il suo contributo in termini organizzativi ed economici.
Sarà bene che il presidente del Consiglio Matteo Renzi inserisca immediatamente nella sua agenda il caso Roma: l’immediata richiesta di cento milioni di euro di contributo filtrata dal Campidoglio appare disarmante per la semplicistica rapidità con cui è stata calcolata.
L’Italia e la sua Capitale non possono permettersi, dopo tante orgogliose parole sul rilancio del Paese, di offrire ai milioni di pellegrini (che porteranno denaro e ricchezza) la realtà di una Roma caotica, sporca, costosa, ricca di buche e povera di servizi.
Il marchio della città, recentemente offeso dal ridicolo logo Rome &You, non può bastare da solo ad accogliere i 25 milioni di turisti-pellegrini. Altrimenti sarà, per dirla col penoso logo mariniano, un Rome bye-bye.
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