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Franca Giansoldati per www.ilmessaggero.it
A difesa di Papa Francesco si muove un pezzo da novanta della curia. Tirato in ballo nell'ultima lettera scritta dall'ex nunzio negli Usa Viganò, il cardinale Marc Ouellet, prefetto della congregazione dei vescovi, attacca. «Nel tuo ultimo messaggio ai media, in cui denunci Papa Francesco e la Curia romana, mi esorti a dire la verità su dei fatti che tu interpreti come un’endemica corruzione che ha invaso la gerarchia della Chiesa fino al suo più alto livello» a proposito delle vicende riguardanti McCarrick, l'ex cardinale molestatore di seminaristi.
Ouellet giudica «riprovevole» l'attacco di Viganò e lo ritiene frutto del diavolo perché avrebbe causato solo confusione poi passa alla difesa del pontificato in corso. Secondo Ouellet Papa Francesco nel 2013 aveva troppe cose da fare che non occuparsi di un vecchio cardinale di 82 anni, andato in pensione nel maggio 2006 anche se conferma che McCarrick era stato fortemente esortato a non viaggiare da Benedetto XVI e a non comparire in pubblico, al fine di non provocare altre dicerie a suo riguardo. «Ma è falso presentare le misure prese nei suoi confronti come sanzioni decretate da Papa Benedetto XVI e annullate da Papa Francesco».
theodore mccarrick tra george w bush e il giudice della corte suprema john roberts
Ouellet informa che negli archivi non ci sono documenti specifici a riguardo. «Il motivo è che non si disponeva allora, a differenza di oggi, di prove sufficienti della sua presunta colpevolezza. Il suo caso sarebbe stato oggetto di nuove misure disciplinari se la Nunziatura a Washington o qualunque altra fonte, ci avesse fornito delle informazioni recenti e decisive sul suo comportamento».
Ouellet si chiede come sia stato possibile che quest’uomo di Chiesa, «di cui oggi si conosce l’incoerenza, sia stato promosso a più riprese, sino a rivestire le altissime funzioni di Arcivescovo di Washington e di Cardinale? Io stesso ne sono assai stupito e riconosco dei difetti nel procedimento di selezione che è stato condotto nel suo caso».
Il prefetto della Congregazione dei Vescovi senza entrare qui nei dettagli, afferma che «si deve comprendere che le decisioni prese dal Sommo Pontefice poggiano sulle informazioni di cui si dispone in quel preciso momento e che costituiscono l’oggetto di un giudizio prudenziale che non è infallibile».
Infine l'affondo. Per il cardinale Ouellet l'operato di Viganò è opera di Satana. «Leggere come concludi il tuo ultimo messaggio, apparentemente molto spirituale, prendendoti gioco e gettando un dubbio sulla sua fede, mi è sembrato davvero troppo sarcastico, persino blasfemo! Ciò non può venire dallo Spirito di Dio». Infine l'appello a uscire dalla clandestintià e a «pentirti della tua rivolta».
«caro Viganò, concludo dunque che l’accusa è una montatura politica priva di un reale fondamento che possa incriminare il Papa, e ribadisco che essa ferisce profondamente la comunione della Chiesa».
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