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CARROCCIO A PEZZI - “L'AMBIGUITÀ DI SALVINI SUI VACCINI È SEMPRE STATA INGIUSTIFICABILE, ORA È DIVENTATA INSOSTENIBILE - L’EURODEPUTATO "TONI" DA RE, UNO DEI VOLTI STORICI DELLA LEGA VENETA, VA ALL’ATTACCO: "CON QUESTO ATTEGGIAMENTO VENGONO OSTACOLATI I NOSTRI GOVERNATORI ZAIA, FONTANA E FEDRIGA CHE DA DUE ANNI SI BATTONO PER SCONFIGGERE LA PANDEMIA"
MARCO BONET per il Corriere della Sera
«L'ambiguità del mio partito e del mio segretario sui vaccini mi sta mettendo a disagio da tempo. È sempre stata ingiustificabile, ora è diventata insostenibile».
Gianantonio «Toni» Da Re è uno dei volti storici della Lega veneta. Figlio di un partigiano, la tessera del Carroccio in tasca dal 1982, ex segretario regionale, ora eurodeputato, da sempre è tra i migliori interpreti degli umori della base. Quando ha saputo che la Lega si era messa di traverso sull'obbligo vaccinale per gli over 50 e sull'estensione del super green pass, non l'ha presa bene. «Insistono, senza rendersi conto che così facendo la Lega romana si mette contro la Lega dei territori».
In che senso?
«Con questo atteggiamento ostacolano i nostri governatori - Zaia, Fontana e Fedriga - i nostri tanti sindaci, tutti gli amministratori leghisti che da due anni si battono per sconfiggere la pandemia. Mettono i bastoni tra le ruote agli imprenditori che tra mille difficoltà causate dai contagi e dalle quarantene si dannano l'anima per restare aperti e continuare a lavorare. Ci rendiamo conto che il vaccino è l'unica arma che abbiamo contro il virus? Forse qualcuno in Parlamento non ha l'esatta percezione di quello che patiscono gli amministratori sul territorio».
Ci faccia un esempio.
«Nella mia Vittorio Veneto, dove sono stato sindaco e sono tutt' ora consigliere comunale, abbiamo dovuto trasformare l'ospedale in Covid hospital per poter fronteggiare i malati. Una scelta obbligata che stiamo pagando a caro prezzo come comunità. E loro cincischiano sull'obbligo».
Lei è favorevole?
«Assolutamente, da subito. Anche io mi sono vaccinato con perplessità e sì, un po' di paura. Ma l'ho fatto perché, oltrepassato un certo limite, non resta che fidarsi della scienza. Ho visto conoscenti morire dopo aver rifiutato l'iniezione, in attesa di chiarirsi le idee e ragionarci su ancora un po'. E ancora ricordo le parole del mio amico medico».
Che le ha detto?
«È radiologo, mi ha chiamato dall'ospedale: "Toni, la situazione qui è drammatica. Ho visto una lastra stamattina, c'era un puntino. Ora il polmone è compromesso".
La sua voce tradiva paura e sconforto. E davanti a una situazione del genere noi facciamo il balletto del sì-no-nì? Siamo matti?».
Magari così si intercettano i consensi di no vax e scettici.
«È un ragionamento che non sta in piedi. Il 90% degli italiani è vaccinato: noi chi vogliamo rappresentare, la minoranza della minoranza? Se qualcuno nel mio partito fa questi ragionamenti, gli regalo una calcolatrice e un bel manuale d'istruzioni della politica».
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