DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Maurizio Giannattasio per il “Corriere della Sera”
Prima delle schermaglie sul segretario c'è la difesa della Costituzione e della legge 194. Altrimenti si rischiano di perdere tutte le prossime partite a partire dalle Regionali lombarde dell'anno prossimo. Non usa giri di parole il sindaco di Milano, Beppe Sala, che entra a gamba tesa sul Pd alle prese con la successione di Enrico Letta. La sintesi è brutale e non senza ironia: il Pd cambia più segretari dell'Inter mentre Fratelli d'Italia sta già lavorando per modificare la legge fondamentale dello Stato e il diritto all'aborto.
«Fra pochi mesi - attacca Sala sui social - avremo una nuova segreteria del Pd. La nona in quindici anni. Con una progressione che può insidiare il turnover record di allenatori della mia Inter: quattordici in quindici anni». Più un maquillage che una vera operazione politica secondo il sindaco perché «per cambiare veramente non basta sostituire un segretario con un altro o un'altra, peraltro secondo una scansione che sta ormai diventando una brutta tradizione (composizione delle liste elettorali, sconfitta, dimissioni del segretario che quelle liste ha composto)».
Quello di Sala è un richiamo ai fondamentali e a quelle che ritiene siano le vere urgenze da affrontare. «Vi invito a riflettere anche sul fatto, per esempio, che al giorno tre dopo le elezioni, oltre alla volontà di cambiare la Costituzione perché sarebbe troppo vecchia, gli esponenti di Fratelli d'Italia vanno subito sulla legge 194, che garantisce il diritto all'aborto. Sappiamo bene cosa significa toccare quella legge.
C'è un'intera visione del mondo dietro a questa ambizione. Ecco: non è la mia visione». Da qui il warning : «Mettiamoci in testa una cosa - continua Sala - Si può parlare di segreterie e di congressi, ma c'è subito, da oggi, da lottare per difendere le ragioni di tutti coloro che riteniamo di rappresentare. Se non saremo in grado di farlo, cercheranno altri rappresentanti (veri o presunti tali)». Non è la prima volta che il sindaco insiste sulla necessità di difendere il patrimonio dei diritti acquisiti. Lo aveva fatto all'indomani del voto. «Non è tempo di chiacchiere, tantomeno di proclami. C'è da lavorare, e c'è da essere più che mai fedeli a valori radicati nel vissuto della nostra città. I diritti faticosamente acquisiti non si toccano».
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