CASELLI SOTTO UN TRENO - ORMAI IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI TORINO È SEGUITO OVUNQUE DAI NO TAV CHE LO CONTESTANO E LO MINACCIANO - “COLPEVOLE” DI AVER FATTO ARRESTARE 24 MANIFESTANTI CHE A GIUGNO MISERO A FERRO E FUOCO LA VAL DI SUSA, DA GENNAIO VENGONO ANNULLATI TUTTI GLI EVENTI CHE PREVEDONO LA SUA PRESENZA - I NO TAV: “HA COMMESSO UN ERRORE” - CASELLI: "LA VIOLENZA È PROTESTA COME LO STUPRO È IL SESSO"...

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1 - ASSALTO A CASELLI - RISCHIO DISORDINI, I NO TAV FANNO ANNULLARE ALTRI DUE DIBATTITI DEL GIUDICE

Gianni Barbacetto per "il Fatto Quotidiano"

Caccia a Gian Carlo Caselli. È iniziata da mesi: tam tam via web, un assalto a Lugano, slogan urlati nei cortei, scritte minacciose sui muri di Torino, Genova, Milano. Una parte (minoritaria) del movimento No Tav indica il procuratore della Repubblica di Torino come il responsabile degli arresti dei militanti anti-Alta velocità, dunque come il nemico numero uno del movimento. Ieri è stata annullata una manifestazione a cui Caselli avrebbe dovuto partecipare, alla libreria Feltrinelli di piazza Duomo a Milano.

Con il magistrato Armando Spataro e il presidente onorario di Libera, Nando dalla Chiesa, avrebbe dovuto presentare il suo ultimo libro, Assalto alla giustizia: la casa editrice Melampo ha spiegato che la decisione di sospendere la presentazione pomeridiana a Milano e un'analoga, serale, a Cormano, "è stata dettata, a tutela di tutti, dalla consapevolezza che si sarebbe potuto mettere facilmente in seria difficoltà sia il luogo dove le presentazioni si sarebbero svolte, sia il pubblico e i relatori".

Libera ha subito espresso la sua solidarietà al magistrato: "A Gian Carlo Caselli manifestiamo tutta la nostra solidarietà perché è uno di noi, presente fin dall'inizio nel percorso di Libera, non facendo mai mancare attenzione e impegno. Minacce e insulti non sono mai giustificabili, tanto più nei confronti di un uomo che ha esercitato il suo ruolo di magistrato con impegno, coscienza e competenza, sia nella lotta al terrorismo, sia nel contrasto alla mafia... Libera continuerà a chiedergli di dare, come sempre, il suo contributo di magistrato e cittadino, per continuare a costruire insieme un'autentica cultura della legalità democratica nel nostro Paese".

Sul portale web Indymedia, nei giorni precedenti, un comunicato firmato "No Tav sparsi e itineranti" aveva invitato a contestare la presentazione di Milano: "Sarà presente Gian Carlo Caselli, il magistrato direttamente responsabile degli arresti dei nostri compagni e amici No Tav. Andiamo a esprimergli il nostro punto di vista a proposito di ‘assalti' e di ‘giustizia'".

Gli arresti evocati sono quelli del 26 gennaio, quando sono finite in carcere 24 persone - esponenti dei centri sociali, dell'area anarchica e dell'autonomia - accusate di atti di violenza commessi durante i violentissimi scontri avvenuti in Val di Susa il 27 giugno e il 3 luglio dello scorso anno, con 211 feriti tra poliziotti e carabinieri.

Quel 26 gennaio, il procuratore di Torino Caselli era stato chiaro: "Non è un'operazione contro il movimento No Tav", aveva dichiarato. "Gli arresti di oggi non sono diretti contro la Valle di Susa o il movimento anti-Alta velocità. Sbaglia chi vuole leggere in questa indagine qualcosa contro la Valle, il movimento No Tav e le legittime manifestazioni di dissenso che restano nei limiti della legge. I soggetti che abbiamo individuato sono autori, a nostro avviso, di specifici episodi di reato".

La procura aveva anche evitato di contestare agli indagati il reato di associazione a delinquere, ritenendo di dover procedere soltanto per i singoli reati eventualmente commessi da ciascuno. Eppure da quel giorno Caselli è diventato, per una parte dell'area No Tav, il simbolo della repressione dell'intero movimento. Tanto che si sono moltiplicati gli episodi di contestazione nei suoi confronti. Quello stesso 26 gennaio, un gruppo di persone, a sorpresa, si presenta a protestare contro gli arresti, durante una manifestazione antimafia: a Genova, dove don Luigi Ciotti, don Andrea Gallo e Nando Dalla Chiesa festeggiavano l'apertura di un negozio confiscato a un boss di Cosa nostra.

Sabato 28 gennaio si svolge a Torino una manifestazione dell'area antagonista dove molti degli slogan e delle scritte sui muri sono dedicati al procuratore: "Caselli boia", "Caselli torturatore", "Caselli ti faremo a brandelli", "Caselli come Ramelli" (Ramelli è un giovane di destra massacrato a colpi di chiave inglese in testa nel 1975). Il 30 gennaio l'attacco si sposta a Lugano, all'università, dove Caselli va a presentare il libro Assalto alla giustizia insieme al collega Spataro.

Deve intervenire la polizia svizzera per fronteggiare e allontanare i contestatori. Intanto il tam tam anti-Caselli si fa via via più pressante, tanto che gli organizzatori sono costretti a sospendere una serie di manifestazioni con la presenza del magistrato. Giovedì 9 febbraio salta la presentazione in una libreria di Torino di un volume di Nicola Tranfaglia, a cui Caselli avrebbe dovuto partecipare insieme a don Ciotti. "Rinviata per non esporre a rischio i partecipanti", spiegano gli organizzatori.

Il giorno dopo, venerdì 10 febbraio, salta a Genova un incontro con i ragazzi di Libera nella comunità di don Gallo. Sabato 11, sempre a Genova compaiono le scritte "Caselli boia", "Libertà per i No Tav arrestati". Segue corteo da piazza De Ferrari al carcere di Marassi. Sabato 18 febbraio è la volta di Milano: manifestazione (con la presenza tra gli altri del vecchio leader di Autonomia Oreste Scalzone) sotto il carcere di San Vittore. Gli slogan si ripetono: "Caselli boia", "Caselli infame", "Caselli brucerai".

Domenica 19 gli attacchi si trasferiscono in una sagra di paese: a Bussoleno, in Val di Susa, il tradizionale tiro al barattolo, un euro tre palle, è trasformato in "tiro al nemico": sui barattoli sono disegnate le facce dei "nemici" dei No Tav, tra cui Caselli. "Mi mancava di essere definito mafioso", scrive il magistrato nel suo libro. "È accaduto di recente sui muri di Torino, perché la procura da me guidata applica la legge anche in Val di Susa".


2 - "HA SBAGLIATO, MA NIENTE CACCIA ALL'UOMO"
Andrea Giambartolomei per "il Fatto Quotidiano"

Non vogliono passare proprio loro, il movimento "criminalizzato dalla Procura", per quelli che ne criminalizzano il capo, Gian Carlo Caselli, ma tra le file dei No Tav quello del giudice è visto come "un errore che pesa, come lo sbaglio di un chirurgo". Fianco a fianco, militanti No Tav e amministratori della Val di Susa. Vicini nonostante i 24 arresti di gennaio, considerati "repressione per dividere il movimento tra buoni e cattivi": eccolo "l'errore della Procura di Torino e del suo capo Gian Carlo Caselli". Fianco a fianco di nuovo sabato prossimo, alle 13, alla marcia da Bussoleno fino a Susa.

L'hanno organizzata i comitati No Tav assieme alla Comunità montana e all'assemblea dei sindaci della Valle. Che, quindi, non fanno un passo indietro dopo l'operazione della Digos di Torino: "Siamo garantisti per i No Tav, come per Schettino, Cosentino e altri", afferma Sandro Plano, presidente della Comunità montana della Val di Susa e Val Sangone, esponente Pd contrario alla linea Torino-Lione: "Prima si faccia un processo, poi le condanne, poi si mettano in carcere le persone. Abbiamo sempre sostenuto proteste pacifiche e nella legalità, ma quando i movimenti diventano di massa succede come allo stadio, dove ci sono le tribune, i distinti e gli ultras".

"Valuto positivo l'operato di Caselli - dice Plano - contro la mafia, il terrorismo e la criminalità, ma nell'ambito specifico ha fatto un errore, come succede a volte ai chirurghi nelle operazioni". È più severo Alberto Perino, rappresentante principale del movimento No Tav: "È normale che la gente protesti contro chi opera a senso unico. Ci sono molti nostri esposti nei confronti della polizia che giacciono in Procura. Alcuni arresti e accuse appaiono ingiustificati, come quella contro Tobia Imperato, ora ai domiciliari stretti, per aver afferrato ‘per un braccio un operatore di polizia allo scopo di ostacolarne l'avanzata'", dice leggendo l'ordinanza.

Nonostante la "normalità" delle proteste, sabato "la manifestazione sarà tranquilla e pacifica", sostiene Perino. I No Tav annunciano sui loro siti che si tratterà di "un'occasione per rilanciare la mobilitazione e sancire la legittimità della resistenza in corso da mesi contro il cantiere di Chiomonte". Allo stesso tempo servirà per esprimere vicinanza e solidarietà agli indagati e agli arrestati: "Invitiamo tutte le loro famiglie a partecipare con noi a quella che sarà una grande giornata di testimonianza e gratitudine". E anche questa volta Perino deve mettere le mani davanti e avvertire chi parteciperà: "Chiedo a tutti di rispettare banche, bancomat, case private, monumenti. Lasciate a casa le bombolette".

Per la sua adesione all'evento la Comunità montana ha ricevuto critiche da politici torinesi del Pd e del Pdl. Sabato mattina, alla direzione regionale dei democratici, Antonio Saitta e il deputato Stefano Esposito hanno biasimato la partecipazione di alcuni compagni di partito. L'onorevole Sì Tav dice che non può più sopportare la presenza di esponenti del partito a questa protesta. "In un partito ci sono più opinioni. Io sposo la linea del Pd al 95%, tranne sulle grandi opere. Continuo a essere un iscritto", replica Plano.


3 - NO TAV: CASELLI, C'E' UN CLIMA DI ODIO CHE VUOLE IMPEDIRMI DI PARLARE
(Adnkronos) - "Ormai non ci sono piu' solo le minacce e gli insulti, ma scritte sui muri che trasudano odio. A Torino e in altre citta' sono preso di mira sistematicamente, vogliono impedirmi di parlare e questo non e' degno di un Paese civile". E' quanto denuncia il procuratore di Torino, Gian Carlo Caselli intervistato dal 'Corriere della sera' dopo l'episodio di ieri che lo ha visto annullare la presentazione di un suo libro, 'Assalto alla giustizia' dopo l'annuncio di forti contestazioni da parte dei No Tav.

"Non voglio offrire occasioni di pubblicità a chi vuole imporre il silenzio - spiega la sua decisione Caselli - Figuriamoci se voglio darla vinta ai violenti: e' solo il sintomo che viviamo in un Paese che sta cambiando in modo pericoloso. Qui - sottolinea - non c'entra il dissenso, siamo molto al di fuori della legittima divergenza di opinioni. Fatte le debite proporzioni - premette Caselli - questi episodi mi ricordano i familiari dei camorristi che circondando le auto delle forze dell'ordine per impedire gli arresti dei loro congiunti".

Quanto agli arresti di esponenti No Tav ordinati dalla procura torinese, per Caselli "la protesta anche energica e' e resta letittima mentre la violenza organizzata no. Sostenere che la nostra inchiesta criminalizza il movimento e' come dire che chi persegue uno stupro criminalizza il sesso: la protesta e la violenza sono due cose diverse, esattamente come il sesso e lo stupro".

 

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