RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Marco Antonellis per “Italia Oggi”
«Miserabile mercimonio di pratiche correntizie», «indegno tradimento» del patrimonio di «coraggio e fiducia» dei magistrati caduti per mano del terrorismo e della mafia. Alla commemorazione di Vittorio Bachelet, che prima di lui sedette a Palazzo dei marescialli negli anni di piombo, il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini usa parole durissime per descrivere lo scandalo che sta travolgendo la magistratura per via di quei messaggini che in tantissimi scambiavano con Luca Palamara, il pm romano indagato a Perugia.
Conversazioni in cui compaiono richieste di aiuti per far carriera, logiche spartitorie e colpi bassi tra colleghi.
Impossibile credere che anche il capo dello Stato non sia d' accordo con le parole di fuoco pronunciate dal suo «vice» al Csm. Perchè, anche se qualcuno ritiene che il Quirinale sia insensibile al «grido di dolore» che si leva dai cittadini per quanto sta accadendo nella magistratura, in realtà la vera bufera che sta investendo il settore della giustizia in Italia viene seguito passo passo dal presidente della repubblica Sergio Mattarella con «grande preoccupazione e attenzione» spiega chi ha avuto modo di sondarne gli umori in proposito.
Anche al Quirinale si leggono con grande accuratezza le pagine piene di intercettazioni che giorno dopo giorno escono sui media e si ricordano le parole, durissime, che il Capo dello Stato già pronunciò un anno fa, ai primi bagliori del caso Palamara: «Quel che è emerso, da un' inchiesta in corso, ha disvelato un quadro sconcertante e inaccettabile» disse, aggiungendo anche che era arrivata l' ora di «voltare pagina nel Csm».
Ma al Csm la situazione rimane estremamente complicata, non si è ancora voltato pagina come si sarebbe dovuto ed anche le «pressioni» per giungere ad un suo scioglimento non hanno avuto successo perchè, come si ricorda dal Colle, «sciogliere l' organo di autogoverno della magistratura avrebbe significato "congelare" anche i procedimenti disciplinari in corso oltre al processo stesso di riforma dell' organo di autogoverno della magistratura dato che si sarebbe nuovamente votato con le vecchie regole».
Insomma, sarebbe stato come «cambiare tutto per non cambiare nulla» e per di più sarebbero stati bloccati tutti i procedimenti disciplinari.
Sullo sfondo, comunque, lo scioglimento del Csm rimane, soprattutto se dovessero emergere nuovi e più gravi fatti. Ma si tratterebbe di una «extrema ratio» nel caso in cui il Csm fosse impossibilitato a funzionare per il venir meno del numero legale dei componenti o, come ritengono alcuni costituzionalisti, per contrasti insanabili con gli altri poteri dello Stato. È un' ipotesi, quella dello scioglimento, che finora non si è mai verificata nella storia della repubblica.
luca lotti david ermini luca palamaradavid erminiDavid Ermini
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