AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO…
1 - LE MINACCE DELLA RUSSIA AI LEADER ITALIANI "BASSO CARATTERE MORALE"
Giuliano Foschini per “la Repubblica”
GIUSEPPE CONTE E VLADIMIR PUTIN
È un ricatto? Una minaccia? O, invece, una dimostrazione di debolezza? Ci sono tre strade per leggere l'attacco frontale che il ministero degli Esteri russo ha compiuto ieri contro l'Italia. E i suoi ultimi due governi, Conte e Draghi, accusati di essere «servili, miopi» e dal basso «carattere morale», come a voler fare credere di conoscere notizie riservate sulla vita privata di qualcuno dei nostri uomini pubblici.
In un messaggio pubblicato su VKontakte, il Facebook di Mosca, il governo di Putin ha messo sotto accusa il nostro Paese, la nostra televisione pubblica, la Rai. E in particolare la puntata di Report del 9 maggio scorso: in un servizio era stato raccontato quanto sta emergendo nelle inchieste ufficiali (al lavoro c'è il Copasir) e giornalistiche su "Dalla Russia con amore", la missione dei 104 militari russi che il 22 marzo 2020 arrivarono a Bergamo nel momento più difficile della battaglia contro il Covid per supportarci.
Ufficialmente quella doveva essere una missione umanitaria. Ma invece, come per prima Repubblica ha raccontato, è stata soprattutto un tentativo di spiare il nostro paese. Ad aiutarci non erano stati mandati medici o esperti. Ma agenti dei servizi e tecnici alla ricerca di dati per produrre il vaccino anti-Covid.
Una ricostruzione che però i russi hanno fortemente contestato. «Il 9 maggio, il Giorno della Vittoria - ha scritto infatti ieri il ministero degli Esteri russo nel messaggio pubblicato sui social - il canale televisivo Rai 3 invece di trasmettere documentari sull'eroismo delle truppe alleate, compresa l'Armata Rossa, ha messo in onda un servizio di bassa propaganda: i nostri militari in Italia hanno rischiato la vita».
Nella nota c'è un messaggio esplicito ai nostri politici. «Nel 2020 i partner italiani - si legge - hanno dimenticato il nostro aiuto. Una linea d'azione servile e miope che non solo danneggia le relazioni bilaterali, ma dimostra anche il carattere morale dei singoli rappresentanti delle autorità ufficiali dell'Italia e dei suoi media».
A chi sono rivolte queste parole? Al governo Conte sicuramente con il quale i russi presero accordi per quella missione che nacque dopo una telefonata tra l'allora premier 5 Stelle e Vladimir Putin e fu stoppata soltanto dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che dopo aver raccolto i dubbi dei nostri militari bloccò la seconda fase della missione.
Ma, nella lettura che ne hanno fatto ieri membri della nostra intelligence, sembra essere un gesto di debolezza.
il generale kikot insieme a militari russi e italiani
O comunque un messaggio destinato al pubblico interno. Non è la prima volta che la Russia attacca l'Italia su questo argomento: «Vi abbiamo teso una mano e ce l'avete morsa » dissero proprio dopo le polemiche suscitate dall'articolo di Repubblica . C'è poi il mezzo scelto: quando la Russia vuole parlare al mondo sceglie Telegram o Twitter, dove la nota non è stata pubblicata. C'era soltanto sui canali di VKontakte, preferito per gli affari interni.
mezzi militari russi nelle strade italiane 2
2 - MINACCE RUSSE E VIAGGIO DI SALVINI COSÌ GABRIELLI RIFERIRÀ AL COPASIR
Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
Nel governo la giudicano come l'ennesima ritorsione di Mosca. Anche l'ennesima minaccia. Ma né a Palazzo Chigi né alla Farnesina hanno voglia di rispondere in modo ufficiale ad una nota del ministero degli Esteri russo sull'arrivo dei loro militari in Italia nel marzo 2020 che viene ritenuta comunque di stampo propagandistico.
Semmai la riflessione che viene fatta è la seguente: «A Mosca non si aspettavano che proprio l'Italia, che prima della guerra aveva una relazione privilegiata da anni con il governo russo, tenesse una posizione così dura».
Insomma per il nostro governo quella di Mosca è anche una reazione stizzita alla posizione che il presidente del Consiglio ha tenuto in questi mesi. A Bruxelles martedì scorso Mario Draghi ha rimarcato che il nostro Paese è (quasi) l'unico a sostenere l'adesione dell'Ucraina all'Unione europea.
Non è poco e le parole contro il nostro Paese appaiono proprio una ritorsione. Soprattutto in un momento di massimo scontro politico per la missione a Mosca che Salvini aveva promesso e invece alla fine ha dovuto congelare.
Su quel progetto di viaggio la relazione di Franco Gabrielli, autorità delegata per il coordinamento dei nostri servizi di sicurezza, sarà sul tavolo dei membri del Copasir entro pochi giorni. Una ricostruzione dei fatti chiesta dal Comitato parlamentare di controllo sui nostri 007 per fare chiarezza su alcuni aspetti del programma della «missione», in particolare sul ruolo avuto in questa vicenda dall'avvocato Antonio Capuano.
Nella Lega definiscono Capuano come consigliere diplomatico dell'ex ministro dell'Interno, di sicuro il legale ha accompagnato tutte le relazioni di Salvini con le autorità russe delle ultime settimane, comprese le quattro visite all'ambasciatore russo a Roma, Sergej Razov.
L'obiettivo del Copasir è chiarire i contorni professionali di Capuano: il Comitato non può convocare un politico come Salvini, a meno che non sia lo stesso a dire di voler essere audito, e potrebbe farlo per Capuano, anche se come cittadino comune l'avvocato non avrebbe comunque l'obbligo di presentarsi.
«Ho sentito cose estremamente gravi sul fatto che gli apparati di sicurezza avessero ad oggetto l'attività del senatore Salvini. Su questo vorrei che ci fosse chiarezza: il senatore Salvini è un rappresentante del nostro Parlamento, è un leader politico e come tale non può essere oggetto di attività di investigazione e di informazione da parte dei servizi. Quelle che sono le sue iniziative attengono alla sua responsabilità politica», ha detto ieri lo stesso Franco Gabrielli.
Ma chiedere ai servizi cosa sanno di Capuano, che in alcune dichiarazioni si è accreditato in modo generico come «consulente di diverse ambasciate», significa comunque avere qualche dato in più su una vicenda che sin dal primo giorno è stata carente di «trasparenza», quella che Draghi ha rimarcato come condotta chiave di ogni politico che abbia relazioni con altri Stati, relazioni che possano compromettere o incrociare interessi di sicurezza nazionale.
In base alla relazione scritta di Franco Gabrielli, ex capo della polizia e oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con la delega per la sicurezza nazionale, i membri del Copasir decideranno i prossimi passi: di sicuro per fine giugno verrà ascoltato lo stesso Gabrielli, secondo un calendario già definito prima dell'inizio del caso Salvini.
ELISABETTA BELLONI - FRANCO GABRIELLI
Ma fra giugno e luglio, anche su questa vicenda, potrebbero essere ascoltati i tre direttori delle nostre agenzie di sicurezza, compreso il capo del Dis, Elisabetta Belloni. Nei prossimi giorni sei componenti del Copasir voleranno a Washington e a Bruxelles per affrontare temi sensibili di sicurezza nazionale come la disinformazione e l'infiltrazione su social e apparati pubblici e privati da parte di sistemi dittatoriali come la Russia oltre che sulla cybersicurezza e per questo incontreranno la Commissione speciale del Parlamento europeo che si è occupata di questo dossier.
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