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Gianluca Roselli per il Fatto Quotidiano - Estratti
“È stato un momento di grande televisione, come non si vedeva da tempo. Mi è piaciuto molto”. Pier Luigi Celli, dirigente d’azienda e direttore generale della Rai dal 1998 al 2001, non ci gira troppo intorno: quella di Beppe Grillo da Fabio Fazio è stata alta televisione.
Del resto i numeri parlano chiaro: Che tempo che fa, in onda sul Nove, ha polverizzato pure gli ottimi risultati precedenti arrivando a quasi 2 milioni e mezzo di telespettatori per il 12,1 per cento di share, battuto solo dalle fiction di Rai1 e Canale 5. Per lunghi minuti è sembrato di esser tornati indietro nel tempo: a Te la do io l’America o alle performance all’interno di Fantastico o a Sanremo. Momenti che hanno segnato la storia della tv italiana.
Dottor Celli, cosa le è piaciuto dello show di Grillo?
fabio fazio e beppe grillo a che tempo che fa 1
Il fatto che si sia trattato di una tv verità. L’uomo Grillo s’è messo a nudo, come padre e come politico, facendo autocritica sul suo progetto dell’ultima quindicina d’anni, il Movimento 5 Stelle, fino a imporsi un’autoflagellazione non necessaria. Grillo ha interpretato semplicemente se stesso, rivolgendosi direttamente al pubblico in sala e a casa. È stato un momento di grande televisione fatta da un personaggio che conosce perfettamente ogni singolo momento del meccanismo della tv, che ha piena consapevolezza del suo pensiero e di chi lo sta ascoltando.
Insomma, un grande animale televisivo. Come forse non ce ne sono più?
È proprio questo il punto: il suo monologo, dove anche Fazio ha avuto un ruolo importantissimo – perché anche Fabio è un grande uomo di tv – spicca proprio se paragonato al resto, a programmi miseri, piatti, mediocri. Dove i copioni sono tutti già scritti e non c’è mai un brivido di sorpresa. Più un conduttore è scarso e più si lega mani e piedi al copione, alla scaletta, senza un minimo d’improvvisazione. Invece le persone si sintonizzano su un canale proprio quando sanno che lì potranno vedere qualcosa di unico e sorprendente. Ma la tv attuale ha anche altri difetti.
Quali?
Innanzitutto si occupa assai poco di grandi temi. Poi è una tv fittizia, falsa, costruita ad arte, dove appunto tutto è già scritto. Basti vedere i talk politici: sono tutti uguali, si mettono insieme persone che la pensano diversamente al solo scopo di farle litigare, sperando così di alzare l’audience. Ma sono stratagemmi di corto respiro. Mancano i grandi conduttori e forse anche i grandi autori.
(...)
fabio fazio e beppe grillo a che tempo che fa
Secondo lei Grillo dovrebbe tornare in televisione?
Assolutamente sì. Tra l’altro io fui l’ultimo, da direttore generale, a tentare di riportarlo in Rai. Ci incontrammo anche per parlarne, un pomeriggio a Milano, in un bar di corso Garibaldi, ma poi non ne se fece nulla. Il fatto che sia stato un importante personaggio politico non credo sia un problema: mi sembra che quell’esperienza se la sia lasciata alle spalle. E poi lui, prima che un politico, è un grande uomo di spettacolo.
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