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Francesco Semprini per LaStampa.it
Non se ne fa più nulla. L'attesa pellicola sulla vita privata e politica di Hillary Clinton non sarà prodotta, almeno per ora. La Cnn Films ha cancellato il progetto del documentario sull'ex segretario di Stato, dopo il passo indietro compiuto da Charles Ferguson.
Secondo quanto riferito dal sito «Politico», il regista premio Oscar avrebbe desistito a causa delle forti pressioni esercitate dal clan Clinton, lo stesso motivo per il quale sarebbe venuto meno l'interesse per la produzione da parte di tanti che Ferguson aveva chiamato a collaborare. «Quando ho cominciato il lavoro preparatorio con la raccolta di materiale e testimonianze, ho capito che nessuno, dico nessuno, né tra i democratici, né tra i repubblicani, e soprattutto tra chi ha lavorato con i Clinton, aveva voglia di parlarmi».
Nemmeno i giornalisti, che a vario titolo avevano seguito Bill o Hillary negli ultimi due decenni, si sono dimostrati inclini a condividere le loro testimonianze. Come a dire, chi tocca un Clinton deve fare i conti col clan, con tutte le conseguenze del caso.
Un'opera di «lobbying», quella di cui sono stati protagonisti alcuni membri dello staff dell'ex coppia presidenziale, esercitata con tempismo e metodicità accademica. Subito dopo aver firmato il contratto per la produzione con Cnn Films, Ferguson ha iniziato a ricevere pressioni da Nick Merrill e Philippe Reines, due tra i principali membri dello staff clintoniano, «che avevano contattato diverse persone alla "Cnn", esprimendo loro un certo disappunto su un presunto conflitto di poteri».
«Dopo aver sentito oltre un centinaio di persone, solo due che avevano avuto a che fare con Hillary Clinton hanno acconsentito ad essere intervistate - spiega Ferguson. - E sono sicuro che anche loro ad un certo punto si sarebbero tirate indietro».
Così il regista ha deciso: «Non se ne fa più nulla», spiegando che la sua scelta è «una vittoria dei Clinton e delle macchine da soldi che sono diventati entrambi i partiti».
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