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"CHI HA CUORE I PALESTINESI, LI ACCOLGA" - L'INSOPPORTABILE ARROGANZA DI NETANYAHU, CHE PRIMA RADE AL SUOLO LA STRISCIA DI GAZA, UCCIDENDO ALMENO 60 MILA PERSONE, E POI SI APPELLA AL BUON CUORE DEGLI ALTRI STATI PER L'ACCOGLIENZA DEI PALESTINESI SOPRAVVISSUTI: "AI RESIDENTI DI GAZA DOVREBBE ESSERE CONSENTITO DI LASCIARE LA STRISCIA" (COSÌ ISRAELE PUO' OCCUPARE L'AREA CON MENO PROBLEMI) - IERI L'ITALIA HA LANCIATO 97 PALLET DI AIUTI UMANITARI SU GAZA. 20 PAESI DELL'UE (PIÙ GIAPPONE E AUSTRALIA) HANNO FIRMATO UN DOCUMENTO PER CHIEDERE ALLO STATO EBRAICO DI FAR ENTRARE CIBO E ACQUA...

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Estratto dell'articolo di Rossella Tercatin per “la Repubblica” 

 

BENJAMIN NETANYAHU A GAZA

I Paesi che desiderano aiutare i palestinesi dovrebbero «aprire loro le porte». A dirlo il premier israeliano Benjamin Netanyahu che, in un'intervista a i24news, ha sottolineato che ai residenti di Gaza dovrebbe essere consentito di lasciare la Striscia «se lo desiderano, come è accaduto durante altre guerre, come in Siria, Ucraina e Afghanistan». 

 

«Chi ha cuore i palestinesi, li accolga», ha detto il premier.  Sono le parole di un capo di governo che sta preparando l'occupazione di Gaza e l'evacuazione di circa un milione di persone dalle zone ancora non occupate dall'Idf. Mentre non si placano raid e attacchi dell'esercito israeliano: secondo il ministero della Salute (controllato da Hamas) sono stati 89 i morti nelle ultime 24 ore, 31 dei quali uccisi davanti ai centri per la distribuzione degli aiuti. 

 

Ed ancora drammatica la situazione umanitaria. Ieri 20 Paesi membri dell'Unione europea, inclusa l'Italia, ed altri extra Ue come Australia e Giappone, hanno firmato un documento in cui si chiede al governo israeliano «di autorizzare tutte le spedizioni di aiuti delle Ong internazionali e di consentire agli operatori umanitari di svolgere le loro attività». Perché — è l'allarme — «la carestia a Gaza si sta diffondendo sotto i nostri occhi». 

 

mancanza di cibo e acqua a gaza

Della difficile situazione nella Striscia hanno discusso in una telefonata anche la premier Giorgia Meloni e il leader saudita Mohamed bin Salman, concordando sulla necessità di porre fine al più presto agli attacchi a Gaza da parte di Israele. L'Italia ieri ha anche partecipato a un nuovo lancio di 97 pallet di aiuti sulla Striscia. 

 

Dal canto suo però, l'Idf ha accusato Hamas di «aver gonfiato regolarmente il numero dei deceduti per malnutrizione», in quella che ha definito una «campagna orchestrata per screditare Israele», dichiarando che in molti casi «le identità delle vittime non sono state rese note, al contrario di quanto avvenuto in passato». 

 

benjamin netanyahu con la mappa della striscia di gaza

Netanyahu ha anche escluso la possibilità di un accordo parziale per il cessate il fuoco e il rilascio di ostaggi. Accordo che fino a poco tempo fa rappresentava il suo obiettivo, ma che nelle ultime settimane è stato messo da parte a favore dell'escalation militare e dell'occupazione di Gaza City come strategia per liberare i rapiti, nonostante l'opposizione di gran parte di familiari e opinione pubblica. [...]

 

«L'obiettivo principale è tornare alla proposta originale: un cessate il fuoco di 60 giorni, con il rilascio di alcuni ostaggi e di alcuni detenuti palestinesi, e il flusso di assistenza umanitaria e medica a Gaza senza restrizioni e senza condizioni», ha dichiarato Abdelatty. 

 

carestia a gaza 1

Mentre in Israele rimangono altissime anche le tensioni interne, con il capo di stato maggiore, Eyal Zamir, che secondo quanto riportato dai media sarebbe sempre più in collisione con Netanyahu. Si moltiplicano le voci di un suo licenziamento e sale anche la tensione tra Zamir e il ministro della Difesa Israel Katz, con cui si sarebbe scontrato duramente sull'ultimo giro di promozioni nell'esercito. [...]

distribuzione cibo e medicine a gazaassalto ai magazzini di cibo a gaza 6forno preso d'assalto a gazaassalto ai magazzini di cibo a gaza 7IL MESSAGGIO SUL LENZUOLO SCRITTO CON GLI AVANZI DI CIBO DAI TRE OSTAGGI UCCISI DALL ESERCITO ISRAELIANO benjamin netanyahu