
DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO…
CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE: TRA I 20 PAESI EUROPEI CHE DENUNCIANO LA VIOLAZIONE DEI DIRITTI DELLE PERSONE LGBT+ IN UNGHERIA, MANCA L’ITALIA – LA DUCETTA NON VUOLE INIMICARSI L’AMICO ORBAN, CHE OLTRE A VIETARE LE MANIFESTAZIONI DEL PRIDE (DECISIONE CHE HA GIÀ PORTATO AL CONGELAMENTO DEI FONDI UE) SI SCHIERA AL FIANCO DELLA RUSSIA NELLA GUERRA IN UCRAINA – LA MINISTRA DELLA GIUSTIZIA BELGA, ANNELIES VERLINDEN: “I VALORI EUROPEI NON SONO UN MENU À LA CARTE…”
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il "Corriere della Sera"
[…] Venti Paesi Ue su ventisette — non l’Italia — hanno sottoscritto ieri una dichiarazione per denunciare la violazione dei diritti fondamentali delle persone Lgbtqia+ in Ungheria, dopo gli emendamenti legislativi e costituzionali introdotti in marzo e aprile.
I Venti hanno chiesto all’Ungheria di «rivedere» le leggi e alla Commissione di «utilizzare al più presto e pienamente tutti gli strumenti a sua disposizione in materia di Stato di diritto nel caso in cui tali misure non vengano riviste».
«La pazienza si sta esaurendo di giorno in giorno», ha sottolineato ieri il ministro tedesco degli Affari europei Krichbaum, ammettendo che «abbiamo grossi problemi con l’Ungheria». Sintetizzando: il mancato rispetto dello Stato di diritto, che ha già portato al congelamento dei fondi Ue, e le posizioni filo-russe nella guerra in Ucraina.
L’iniziativa è stata guidata dal ministro degli Esteri olandese Veldkamp, che inizialmente ha raccolto il sostegno di Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia. All’ultimo si sono aggiunti Grecia, Malta e Cipro. «Con il pretesto della tutela dei minori, queste modifiche legislative — si legge nel documento — consentono di imporre multe ai partecipanti e agli organizzatori di eventi, come le celebrazioni annuali del Pride. Le modifiche consentono inoltre l’utilizzo di software di riconoscimento facciale in tali eventi e il loro divieto».
I Paesi hanno deciso di mobilitarsi perché sono «profondamente allarmati da questi sviluppi che sono contrari ai valori fondamentali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e del rispetto dei diritti umani, come stabilito dall’articolo 2 del trattato sull’Ue». I valori europei «non sono un menu à la carte», ha sottolineato la ministra della Giustizia belga Verlinden. […]
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viktor orban giorgia meloni - foto lapresse
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