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A CINECITTÀ, SI GIRANO SOLO FILM HORROR – FINANZA E PROCURA DI ROMA INDAGANO NON SOLO SU ‘’ONE MORE PICTURES’’, SRL FONDATA DA MANUELA CACCIAMANI, DALL’ESTATE DEL 2024 AD DI CINECITTÀ SPA, SOCIETÀ PUBBLICA E BRACCIO OPERATIVO DEL MINISTERO DELLA CULTURA (MIC), MA ANCHE SU VARIE SOCIETÀ CHE HANNO PRODOTTO 185 FILM UTILIZZANDO GLI SGRAVI PUBBLICI (TAX CREDIT) PER UN AMMONTARE DI CIRCA 200 MILIONI – I PM HANNO ACCESO UN FARO SU OTTO PELLICOLE BLASONATE, DA ‘’IL SOL DELL'AVVENIRE’’ DI NANNI MORETTI A ‘’SICCITÀ’’ DI PAOLO VIRZÌ, E SU ANDREA IERVOLINO CHE AVREBBE OTTENUTO AGEVOLAZIONI PER 100 MILIONI GONFIANDO I COSTI DI PRODUZIONE – NEL MIRINO ANCHE I COSIDDETTI "PROGETTI SPECIALI": UN FIUME DI DENARO CHE IL MIC FA GESTIRE A CINECITTÀ PER I FESTIVAL MINORI. COME IL FILMING ITALY, ORGANIZZATO IN SARDEGNA DA TIZIANA ROCCA. DAL 2019 AL 2024 I CONTRIBUTI VERSATI ALLA SOCIETÀ DELLA SIGNORA BASE SONO DECUPLICATI: DA 50MILA EURO A QUASI MEZZO MILIONE – PRIMA DI ASSUMERE L’INCARICO A CINECITTÀ, CACCIAMANI, CARA AD ARIANNA MELONI, CEDE AL SOCIO GENNARO COPPOLA, PER SOLI 47MILA EURO, IL 65% DI ‘’ONE MORE PICTURES’’ CHE NEL 2023 HA AVUTO UN VOLUME DI VALORE DELLA PRODUZIONE DI 6,8 MILIONI DI EURO…

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gennaro coppola MANUELA CACCIAMANI

CACCIAMANI HA CEDUTO LA ONE MORE PICTURES SRL ALL’EX COMPAGNO PER SOLI 47MILA EURO

Stefano Iannaccone per “Domani” - Estratti

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La procura di Roma ha aperto cinque fascicoli di indagine sul tax credit. I pm hanno avviato verifiche su varie società che hanno prodotto film utilizzando gli sgravi pubblici, tra cui la One More Pictures, srl fondata da Manuela Cacciamani, amministratrice delegata di Cinecittà, società pubblica e braccio operativo del Mic, dall’estate del 2024.

 

Nei procedimenti, secondo quanto viene riferito, non risulterebbero indagati. Al momento si stanno valutando eventuali reati relativi alla pubblica amministrazione e fattispecie economiche.

 

lucia borgonzoni manuela cacciamani (3)

L’apertura dei fascicoli ha comunque fatto scattare l’allarme nel governo. I telefoni sono stati bollenti, anche da palazzo Chigi hanno chiesto informazioni al ministro Alessandro Giuli e alla sottosegretaria, Lucia Borgonzoni, che ha la delega all’audiovisivo. La garanzia è stata quella di seguire da vicino il dossier, che preoccupa i vertici del Mic.

 

In ballo c’è il nome di una manager voluta dal governo, formalmente nominata ad di Cinecittà dall’ex ministro, Gennaro Sangiuliano, ma considerata molto vicina ad Arianna Meloni, che conosce da tempo Maria Grazia Cacciamani, sorella della imprenditrice.

 

L’ad di Cinecittà ha fatto sapere di essere tranquilla, ribadendo che ha ceduto le quote di One More prima di assumere l’incarico nella spa di via Tuscolana e ha ribadito di non avere alcun legame con Gennaro Coppola, attuale numero uno della società di produzione, ed ex socio di Cacciamani.

 

arianna meloni - chiara colosimo - maria grazia cacciamani

Al di là di eventuali relazioni sentimentali, un fatto, scoperto da Domani, è certo: la cessione delle quote è avvenuta a condizioni favorevoli per l’ormai ex socio Coppola. Nel giugno 2024 il trasferimento del 65 per cento delle quote della One More, detenuto dalla fondatrice, è stato deciso «al pari del valore nominale», ossia 47.268 euro.

 

Senza nemmeno un euro in più per una srl che ha avuto un volume di valore della produzione di 6,8 milioni di euro nel 2023. Ed era presentata come un gioiellino. «Non esiste alcuna norma che mi imponesse la vendita», dice a Domani la manager.

 

Il prezzo è stato pattuito qualche settimana prima dell’insediamento di Cacciamani a Cinecittà. Ma conveniente per Coppola è stata soprattutto la modalità di pagamento: quattro rate, da 11.817 euro ciascuna, da versare entro il 31 dicembre per i prossimi quattro anni.

giulio base e tiziana rocca

 

Il saldo verrà completato, quindi, nel 2028, visto che l’atto sottoscritto nel giugno 2024 prevede il versamento della prima rata entro il 31 dicembre 2025, lasciando una finestra di quasi un anno e mezzo dalla firma. «Il valore nominale della vendita per una partecipazione di una società è un valore perfettamente lecito e la rateizzazione era un’esigenza del compratore», replica Cacciamani.

 

Infine l’atto prevede che in caso di mancato saldo non ci può essere la risoluzione del contratto, ma la sola richiesta di risarcimento. Archiviato l’accordo, Coppola ha potuto provvedere alla riorganizzazione della società, ampliando anche gli orizzonti.

 

A dicembre dello scorso anno, ha girato la parte delle sue quote alla Axed, società di cui è amministratore e che controlla attraverso la Mc&Jack. Oggi Axed è una società, che detiene il 97 per cento della One more, e ha chiuso il bilancio del 2024 con un utile di 468mila euro. Un bel balzo rispetto ai 151 euro dell’anno precedente.

lucia borgonzoni manuela cacciamani federico mollicone (2)

 

Adesso controlla la One More, che all’ultima mostra del cinema di Venezia è stata insignita della targa della Camera dei deputati per il cortometraggio intitolato ‘’(Im)Perfetta’’. A consegnare il riconoscimento a Coppola è stato il presidente della commissione Cultura, Federico Mollicone. Un sigillo apposto a destra.

 

A CINECITTÀ, SI GIRANO SOLO FILM HORROR

Andrea Ossino e Giovanna Vitale per “la Repubblica” - Estratti

paolo virzi

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Il procedimento nasce da un esposto del senatore 5S Gaetano Amato. E riguarda anche i cosiddetti "progetti speciali": un fiume di denaro che il Mic fa gestire a Cinecittà per i festival minori. Come il Filming Italy, organizzato in Sardegna proprio da Tiziana Rocca. Dal 2019 al 2024 i contributi versati alla società della signora Base sono decuplicati: da 50mila euro a quasi mezzo milione.

 

Soldi pubblici per eventi mondani, salotti e film mai visti, secondo il parlamentare grillino che cita ‘’La verità di Giuda’’, regia del marito: un milione di costo, 4mila euro di incasso.

 

nanni moretti il sol dell'avvenire

E non finisce qui. In totale i fascicoli sono cinque, ma sulla scrivania della direzione Cinema sono già passate 185 opere prodotte tra il 2020 e il ‘24: 347 milioni di spesa. Centoventidue titoli sono stati girati alla Guardia di finanza. L'ammontare dei contributi sospetti è di circa 200 milioni.

 

Oltre che su Cinecittà e sui film — tra cui otto pellicole blasonate, da Il sol dell'avvenire di Nanni Moretti a Siccità di Paolo Virzì, da Finalmente l'alba di Saverio Costanzo ai kolossal Fast & Furious 10 e The Equalizer 3 — i pm hanno acceso un faro su Andrea Iervolino, produttore italo-canadese che due mesi fa sedeva in Vaticano tra il Papa e Al Pacino.

 

Avrebbe ottenuto agevolazioni per 100 milioni gonfiando i costi di produzione: «Un meccanismo reso possibile da legali e amministratori», scrivono gli investigatori. Lui parla di vendetta personale di una ex socia.

 

Stelle della notte – la locandina del film mai realizzato da Francis Kaufmann Rexal Ford

E poi c'è l'ultima pista, la più inquietante. Nasce dall'indagine sul duplice delitto di Villa Doria Pamphili. Tra le carte è spuntata la sceneggiatura di Charlie Francis Kaufman, accusato di aver ucciso la compagna e la figlia di 11 mesi. Per il suo progetto, ‘’Stelle della notte’’, il ministero della Cultura nel 2020 aveva stanziato 800mila euro. Un lungometraggio mai realizzato. Dove sono finiti i soldi? È la domanda che guida oggi i pm. E apre già il prossimo capitolo: l'internazionalizzazione. Anche lì, un mare di soldi. Destinati quasi sempre agli stessi nomi.

 

arianna meloni - francesco rocca - maria grazia cacciamani

Set principale: Cinecittà, dove ormai si gira di tutto, tranne i film. Protagonista indiscussa: Manuela Cacciamani, classe '76, l'ex ragazza che da stagista a Hollywood torna a Roma per salvare gli Studios, dove il padre faceva il custode. Una storia da favola. Peccato che il copione, più che da Oscar, sembri scritto da un curatore fallimentare.

 

Appena nominata, nell'estate dell'anno scorso, la manager ordina una due diligence sui conti: affidata alla PriceWaterhouseCoopers, rivela che i bilanci 2022-23, certificati dalla rivale Ernst&Young, erano "non corretti": tradotto, utili fasulli trasformati in perdite vere. Otto milioni spariti come una comparsa non pagata.

 

CINECITTA PRIMA DI ALESSANDRO GIULI - MEME BY GNOLA

Ora uno si aspetta che una prova così schiacciante finisca dritta in procura per inchiodare il predecessore. E invece, nulla: su responsabilità e presunti magheggi cala il sipario.

 

Il 2024 non va meglio: si chiude a meno 11,6 milioni. Il patrimonio netto resiste a 4,2 milioni, che è come dire: abbiamo ancora i soldi per pagare la corrente, non per accendere i riflettori. Ma l'ad non si scoraggia. In sei mesi taglia 5 milioni di costi. Come? Licenziando dirigenti, ma solo quelli arruolati dal centrosinistra, e cambiando le chiavi alle stanze dei bottoni. La chiamano "razionalizzazione", è soltanto spoil system. Rivendicato dal ministro della Cultura: «Abbiamo cacciato l'Urss da Cinecittà», urla Alessandro Giuli dal palco romano di FdI.

 

MARIA GRAZIA Cacciamani

Il Pd protesta: «Cacciamani epura, Fratelli d'Italia occupa!». Lei sorride e discetta di piani quinquennali, capitale umano e virtual production. Come se Via Tuscolana fosse la nuova Los Angeles, mentre le casse raccontano altro: studi vuoti e produzioni annunciate che però nessuno ha visto, a parte Mel Gibson spacciato come il nuovo Messia della (ex) fabbrica dei sogni. Al cui vertice Manuela arriva più per meriti parentali che speciali.

 

La sorella Maria Grazia, candidata nel 2018 col partito di Meloni, lavora da anni con il governatore del Lazio Francesco Rocca. Le società di famiglia, One More e Direct2Brain, incassano da sempre bandi e fondi pubblici: dal Mimit, dal Mic, dal Maxxi, ovviamente dalla Regione Lazio.

maria grazia cacciamani - giorgia meloni

 

E lavorano in partnership con Rai Cinema: insieme hanno prodotto ‘’Albatross’’, l'ultima pellicola di Base su una delle icone più amate dall'estrema destra. Accusata di conflitto di interessi, l'ad fa spallucce e promette miracoli: raddoppiare i ricavi a 52 milioni in quattro anni, riportare Cinecittà in utile, costruire nuovi teatri di posa. Il trailer di un film di fantascienza che per le Meloni sister è ormai diventato un horror.

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