tienanmen

CODICE ROSSO - PER L’ANNIVERSARIO DEL MASSACRO DI TIENANMEN LA CINA BLOCCA I SOCIAL: VIETATI I NUMERI “8964” MA ANCHE “63+1” E ALLUSIONI VARIE - IMPEDITI I PAGAMENTI CON LE CIFRE CATTIVE, TIPO I TRASFERIMENTI DI 89 YEN

Dal blog di “Le Monde”

 

taiwan ricorda tienanmentaiwan ricorda tienanmen

Ogni 4 giugno, anniversario della repressione di Tienanmen (4 giugno 1989), le paranoiche autorità cinesi bloccano tutti i riferimenti all’evento. E’ fuori questione evocare su internet quello che successe nella piazza e il massacro di chi ha manifestato per la democrazia. Sparisce dal web anche tutto ciò che potrebbe alludervi,, tipo le cifre “198964”, “64” o “6.4”. Se le digiti su “Weibo” appare il messaggio: «Conformemente alle leggi e alle regole in vigore, i risultati non sono stati visualizzati».

sydney ricorda tienanmensydney ricorda tienanmen

 

piazza tienanmenpiazza tienanmen

Quest’anno i cinesi espatriati hanno registrato un altro strano fenomeno riguardo al grande tabù. Il gigante internet cinese “Tencent" ha fatto un ulteriore passo per obbedire alla censura: è impossibile inviare tramite il servizio di trasferimento soldi proposto da “WeChat” (equivalente di “WhatsApp”), gli importi che contengono “numeri cattivi”. Se si vedono trasferire 89 o 6,4 yen, il servizio è bloccato, appare la scritta “Errore di transazione. Riprovare più tardi”.

 

Hayes Brown per “Buzzfeed”

 

performance per ricordare tienanmenperformance per ricordare tienanmen

Tutti commemorano piazza Tienanmen, tranne la Cina. Hong Kong sfugge alla censura di Pechino con una fiaccolata che ha riunito 135.000 persone a Victoria Park. Un conducente di autobus ha addirittura cambiato il numero sul display, inserendo i numeri proibiti “8964”. A Taiwan sono spuntati gli ombrelli gialli, candele accese a Sydney, manifestazioni a Oakland, New York, Parigi, Stoccarda. Anche scrivere “63+1” è vietato sui social media cinesi e “Twitter” è bloccato, ma qualcuno fa comunque sentire la sua voce e un diciassettenne ha scritto sulla lavagna della sua classe: «Ricordate il 4 giugno, non dimenticate le ferite del paese».