DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
FLASH - PREVISTO UN INCONTRO TRA JOE BIDEN E DRAGHI DURANTE IL DIBATTITO GENERALE DELLA 77ESIMA ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE (MARIOPIO FARA' UN DISCORSO DURANTE LA SESSIONE DI APERTURA DELLO ‘YOUTH4CLIMATE: POWERING ACTION’) - NEL FACCIA A FACCIA, I DUE DISCUTERANNO DEL FUTURO DELL'ITALIA DOPO LE ELEZIONI DEL 25 SETTEMBRE...
Alessandro Barbera per “la Stampa”
Quando Matteo Salvini e Silvio Berlusconi hanno voluto la caduta del governo Draghi contro il volere di Giorgia Meloni non hanno considerato lo scenario che molti temevano e ora si sta realizzando: con la chiamata alle armi dell'azzoppato Putin la guerra in Ucraina entra nella sua fase più delicata.
La riunione d'emergenza dei ministri degli Esteri europei convocata per oggi serve a preparare il terreno alla risposta che dovrà arrivare dai capi di Stato il 6 e 7 ottobre a Praga. A quell'appuntamento ci sarà ancora Mario Draghi, che agli occhi del presidente Usa Joe Biden resta la migliore garanzia contro ogni tentazione di collateralismo verso il nemico russo.
Dopo averne tessuto gli elogi in una lettera in occasione del premio di «Statista dell'anno» ieri sera i due si sono parlati brevemente durante il rinfresco che il presidente offre ogni anno a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Nel discorso di martedì sera al Palazzo di Vetro (concordato con il Quirinale e annunciato a Giorgia Meloni) Draghi ha detto la frase che molte cancellerie aspettavano: «Anche nei prossimi anni l'Italia continuerà a essere protagonista della vita europea e vicina agli alleati della Nato». A Washington, Parigi e Berlino attendono il voto di domenica con una qualche ansia. L'outing del tedesco Olaf Scholz contro la possibile vittoria del centrodestra riflette il pensiero di Biden e Macron. Tutti sperano che dalle urne non esca un risultato chiaro, e si apra lo spazio per un governo Draghi bis.
Le probabilità che ciò accada sono quasi allo zero: Sergio Mattarella sa che dovrà affidare l'incarico al partito che uscirà vittorioso dalle urne, ovvero a Giorgia Meloni. Ma per Draghi si potrebbero spalancare presto le porte di un altro ufficio: quello di segretario generale della Nato. A New York, a margine dell'Assemblea Onu, l'ipotesi circola con sempre più insistenza.
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