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Francesco Bisozzi per “Il Messaggero”
Telefoni che squillano a vuoto, mail che non vengono lette, appuntamenti rimandati per carenza di personale. Benvenuti nei centri per l'impiego tricolori, l'anello più debole delle politiche attive per il lavoro, quello che se si spezza rischia di far evaporare i circa 5 miliardi di euro messi a disposizione dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per trovare un impiego ai beneficiari del reddito di cittadinanza, ai percettori della Naspi e ai lavoratori in Cigs. Al 18 maggio le Regioni avevano assunto solo 3.440 professionisti degli 11.600 attesi in entrata nei centri per l'impiego.
Un ritardo che ora rischia di costare caro: queste strutture, al cui potenziamento il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina 600 milioni di euro, sono chiamate infatti a inserire prima della fine dell'anno 300mila disoccupati nel nuovo programma di Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol). Un traguardo da cui dipende l'erogazione delle prossime tranche di risorse.
Devono ancora arrivare circa 3 miliardi di euro degli oltre 5 messi sul piatto dal Pnrr per il programma Gol e il rafforzamento dei centri per l'impiego. Considerato però che i centri scontano ancora oggi la mancanza di 8mila operatori, difficilmente riusciranno a centrare l'obiettivo richiesto nei tempi stabiliti.
L'OPERAZIONE
Insomma, l'operazione di potenziamento dei Cpi sembra essersi incagliata. Emblematico il caso della Sicilia, tra le Regioni con più beneficiari del reddito di cittadinanza nella pancia, dove il maxi concorso per rafforzare i centri per l'impiego è stato un flop.
Quasi 60mila candidati per 537 posti messi a bando: appena 200 gli idonei. Quindi oltre la metà dei posti è rimasto scoperto. Pochi, sottodimensionati rispetto a una domanda di servizi in continuo aumento, senza personale qualificato, i centri per l'impiego navigano a vista e per adesso si appoggiano sui pochi navigator rimasti in servizio dopo l'ennesima proroga del loro contratto, più o meno 1700, per cercare di restare aperti.
Al lordo delle 3mila nuove assunzioni, possono contare su circa 10mila unità di personale: l'obiettivo però è di arrivare almeno a 20mila (in Francia sono più del doppio e in Germania addirittura il quadruplo).
Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha più volte bacchettato le Regioni per il ritardo accumulato sul fronte delle assunzioni nei centri per l'impiego, ma nonostante ciò ancora non si vedono progressi significativi.
I DETTAGLI
Più nel dettaglio, il programma di Garanzia di occupabilità dei lavoratori assorbe 4,4 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Entro il 2025 si prevede che il maxi piano per l'occupazione avrà accolto 3 milioni di beneficiari di prestazioni di sostegno al reddito.
Il programma Gol prevede percorsi di accompagnamento al lavoro personalizzati. Un quarto dei beneficiari seguirà corsi di formazione focalizzati sulle competenze digitali. Dal successo del programma di Garanzia di occupabilità dei lavoratori dipende anche la sopravvivenza del reddito di cittadinanza, che oggi vede più di 800mila percettori occupabili senza lavoro, l'80% circa del totale degli attivabili.
I RISULTATI
A Natale erano invece 212mila i beneficiari con un rapporto di lavoro attivo, ovvero un occupabile su cinque. Lo stock dei percettori attivabili del sussidio che non si attivano va smaltito il prima possibile o la prestazione di sostegno al reddito introdotta dai Cinquestelle rischia di diventare insostenibile per le casse dello Stato.
Il sussidio è costato fin qui più di 22 miliardi di euro e di questo passo l'asticella supererà alla fine dell'anno la soglia dei 25 miliardi. Ad aprile la spesa per il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza è stata pari a 668 milioni euro.
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