DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Paola Di Caro per il Corriere della Sera
Una vittoria cercata e voluta. E Silvio Berlusconi, ad Arcore dove si riposa dopo il tour siciliano che lo ha visto tornare sul campo in campagna elettorale con comizi e passeggiate a Palermo e a Catania, la «assapora» convinto di averla lì, ad un passo, e di aver fatto tutto il possibile per ottenerla con «un ruolo decisivo». «È stato importante mostrarci uniti, incontrarci tra leader, far vedere che remiamo tutti nella stessa direzione. Ed è stato importante che i nostri elettori vedessero quanto io sono e sarò presente».
In attesa dei risultati ufficiali e delle conferme sui voti di lista - che secondo gli exit poll vedrebbero FI tra il 13 e il 16% e la lista comune di Noi per Salvini e di FdI attorno alla più che onorevole forbice del 6-8% - il leader azzurro pregusta una vittoria che tutti sentono nell' aria contro gli avversari più temuti e più attaccati alla vigilia: «Con questa coalizione, con questo assetto - dice ai suoi - possiamo vincere ovunque. Ma, soprattutto, unendoci abbiamo dimostrato che siamo gli unici a poter fare da argine al M5S, che è il vero pericolo. Renzi e la sua sinistra spaccata non reggono l' urto. Solo noi siamo credibili come forza per guidare il Paese».
MUSUMECI SALVINI MELONI BERLUSCONI
Passa in secondo piano in questo momento quanto pure è stato complesso mettere su un' alleanza nell' isola che Berlusconi non avrebbe voluto veder guidata da un politico della vecchia guardia e dalla chiara provenienza di destra come Nello Musumeci. Senza l' irremovibile Giorgia Meloni, che ha sostenuto fin dal primo momento il candidato e che ha convinto prima Salvini a fare altrettanto e poi - dopo i tentennamenti - anche Berlusconi, l' esperimento sarebbe stato diverso, e il baricentro centrista magari avrebbe caratterizzato l' alleanza. Invece lo schema in campo è stato altro, e sembrerebbe aver funzionato.
Gianfranco Micciche Grande Sud
«Se confermate, con queste percentuali in Sicilia possiamo vincere nell' uninominale 22 a 0, non ci ferma nessuno» dice Gianfranco Miccichè. «Gli elettori ci hanno riconosciuto come coalizione, e ci hanno premiato. E il Rosatellum è fatto proprio per premiare chi si coalizza», dice Paolo Romani. Che provvede a frenare i calcoli tutti interni al centrodestra su quanto pesi chi, dopo l' ottimo risultato della lista Lega-FdI («Il governo è stato sfiduciato dall' 80% dei siciliani, scioglimento del Parlamento ed elezioni subito», dice Salvini) e anche quello che sembra un boom dei piccoli partiti di centro: «È chiaro che FI paga anche un prezzo alle tante liste civiche e a quella del presidente, il nostro peso in Sicilia alle politiche sarebbe maggiore di questo», avvertono da Forza Italia.
MARIA ROSARIA ROSSI PAOLO ROMANI
Sì perché da oggi il centrodestra sarà concentrato su due priorità: la spartizione delle candidature e i temi forti di un programma che dovrà essere unitario. Al momento non è previsto un vertice fra i leader, ma ciascuno si concentrerà sul proprio partito. «Prima - spiega Romani - dovremo però disegnare i collegi, e chiediamo alla maggioranza di non tentare blitz: si deve decidere tutti assieme. Poi, a fine anno, si dovranno sciogliere le Camere: non c' è tempo per votare altre leggi come lo ius soli».
E ci sarà da mettere nero su bianco un programma, e una linea unitaria tutta da individuare, che permetta ai tre partiti di guadagnare voti nel proporzionale. Perché sulla leadership la battaglia è tutta aperta, ed è solo all' inizio.
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