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Emanuele Bonini per “la Stampa”
Il numero due del team Juncker ha risposto a tutte le critiche mosse dal primo ministro ungherese Viktor Orban, presente nell'Aula del Parlamento europeo, ma soprattutto ha smentito il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che alla Stampa ha confermato che le prove di contatti tra ong e trafficanti invece ci sono.
La procura siciliana ha aperto un' inchiesta sui flussi dei migranti, in grado di giungere su suolo italiano ed europeo grazie ad una vera e propria rete allestita dalla criminalità organizzata e le ong più piccole. Contatti telefonici e segnalazioni luminose in mare: ecco come si giunge nell' Ue. Lo ha denunciato in Senato anche Fabrice Leggeri, direttore dell' agenzia Frontex, responsabile del controllo dei mari e delle frontiere esterne. «Gli scafisti danno dei telefoni ai migranti con i numeri di telefono di alcune Ong».
La delegazione del Movimento 5 Stelle in Parlamento europeo ha presentato un' interrogazione alla Commissione per chiedere chiarezza sulle fonti di finanziamento delle ong che operano in mare, come peraltro chiesto in Italia da Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera. Timmermans inizia a rispondere respingendo le accuse su un dossier che vede la Commissione già sotto il fuoco dei governi. Già, i governi.
«Le condizioni secondo cui le Ong svolgono le proprie attività sono in linea di principio una questione di diritto nazionale», ricorda il vice di Juncker. Vuol dire che se qualcosa non funziona è anche per colpa degli Stati.
E' vero però che qualche zona d' ombra c'è. Timmermans ammette che «sì, le ong deve essere più trasparenti» circa i finanziamenti che ricevono, ma questo non significa che le organizzazioni governative vadano messe al bando, stigmatizzate o controllate. Sono considerate a Bruxelles un asset prezioso, perché spesso - specie in materia di immigrazione - fanno quello che i governi per ragioni politiche non sono in grado di fare.
Timmermans pronuncia il discorso a difesa dell'Europa davanti al capo di governo ungherese, ma il messaggio non è rivolto al solo leader dell' est. Perchè, e questo il commissario Ue lo sottolinea, in Europa «abbiamo una responsabilità condivisa» nel rispetto dei propri obblighi e nella gestione dei migranti. Alimentare sospetti e divisioni non aiuta.
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