DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Emanuele Buzzi e Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"
VIGNETTA KRANCIC - ROBERTO FICO - ROCCO CASALINO - GIUSEPPE CONTE - BEPPE GRILLO
Un intero partito col fiato sospeso, in attesa di sapere come finirà il duello tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. «Siamo all' ultimo miglio», è l'ambasciata ufficiosa che filtra dal tavolo (virtuale) dei sette «saggi», che continuano a confrontarsi in call. I segnali sono positivi, l'intesa non sembra lontana. Ma incollare i cocci del Movimento è un lavoro paziente e preciso e ogni vibrazione anche minima rischia di far saltare tutto.
Prova ne sia la celerità con cui, nel tardo pomeriggio di ieri, Luigi Di Maio si è affrettato a smentire una indiscrezione di Dagospia che accreditava una telefonata di 120 secondi dell'ex premier a Grillo, che sarebbe avvenuta su impulso del ministro degli Esteri per cercare la distensione.
«Non c' è stata alcuna telefonata», ha voluto chiarire l'inquilino della Farnesina, convinto che qualcuno abbia interesse a fare girare «ricostruzioni strumentali» per creare tensioni tra i 5 Stelle, già piuttosto agitati per la battaglia sulla giustizia che si sta combattendo nella maggioranza.
Qualche ora prima, a margine delle comunicazioni alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, era stato lo stesso Di Maio a fare il punto sulla trattativa. Una dichiarazione luci e ombre, in cui il ministro chiedeva ai pontieri di spendersi con tutte le energie per il dialogo, diceva di credere «fortemente» nella mediazione - per la quale molto si è speso - e invitava gli addetti ai lavori a fare esercizio di sano realismo: «Non dobbiamo sottovalutare le difficoltà, ma vi posso assicurare che tutti e sette ci stiamo impegnando in grande sintonia nella ricerca di una soluzione. La situazione non è semplice, per questo continueremo a dare il massimo per il bene del Movimento».
Quasi un appello alle parti in lotta a non fare colpi di testa, strappi o marce indietro, ora che il traguardo è vicino.
giuseppe conte vs beppe grillo meme
Da quel che trapela, Beppe Grillo avrebbe (quasi) accettato di rinunciare al potere di mettere bocca sulle nomine e orientare la comunicazione del M5S. E Giuseppe Conte, che in virtù del nuovo Statuto sarà presidente e non capo politico, dovrà acconciarsi a convivere in qualche modo con il garante.
«Siamo all' 85%, abbiamo superato altre criticità», dicono nel M5S. Il resto lo faranno i legali dei due schieramenti, che nelle prossime ore si vedranno per limare il testo dello statuto. Nodi che potranno essere sciolti a breve. Nonostante le parole dei big, contiani e grillini continuano a darsi battaglia nelle retrovie del partito. Uno dei saggi ammonisce: «Ogni cosa può interferire».
Sa che «l' obiettivo delle voci è destabilizzare», perché nel Movimento c' è chi ha già puntato una via in vista della scissione. Ma Grillo e Conte stavolta sono più vicini, al punto che qualcuno guarda già oltre e pensa ai problemi in vista delle Comunali.
«Crimi non può permettersi di aspettare una definizione formale dell' accordo», mette in chiaro un pentastellato.
L' idea è quella di iniziare a lavorare «subito» sulle liste per sbloccare la situazione sui territori. E a farlo dovrà essere - almeno per queste primissime fasi - il membro anziano del comitato di garanzia. «Per la prima volta dobbiamo occuparci da soli della macchina burocratica: questo aspetto non va sottovalutato».
Chi dovrà dare il via libera alle liste, con tanto di ok per il simbolo, lo potrà fare in un secondo momento. I tempi stringono e comunque entro la fine della prossima settimana sia la questione dello statuto e della guida M5S sia quella relativa alle liste per le Comunali vivranno una fase risolutiva. Intanto, in questa fase convulsa si registra il blitz romano di Chiara Appendino. La sindaca di Torino ha parlato con Luigi Di Maio e Roberto Fico, i mediatori che hanno provato (forse anche con lei) a ricostruire la tela spezzata dei Cinque Stelle.
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