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Tonia Mastrobuoni per "la Stampa"
La televisione intelligente «non sostiene lo sguardo delle masse» scriveva già nel 1990 il grande David Foster Wallace, sbertucciando gli intellettuali che si scervellavano per nobilitarla. In Italia il problema è duplice. Non solo la tv tende ad essere spettacolo o, nella peggiore delle ipotesi, spazzatura, ma tende anche ad avere un padrone solo.
E se quel padrone è diventato ormai da vent'anni il principale esponente dello schieramento avversario, apriti cielo. Partecipare a un programma di quelle tv diventa un peccato doppio, per un esponente del Partito democratico, almeno, per una fetta del suo elettorato. Quasi quanto avere una barca o amici «banditi» negli hedge fund.
Ne sanno qualcosa due ex deputati del Pd come Anna Paola Concia o il "golden boy" del calcio Gianni Rivera, lapidati via web e crocifissi sui giornali per la partecipazione, rispettivamente, al programma di tuffi "Jump" e a "Ballando sotto le stelle". Per quest'ultimo, Rivera aveva subito la gogna del cachet, lo avevano crocifisso per 300mila euro e per la presunta deriva nazionalpopolare. Interpellato al telefono, l'ex campione ci scherza su «invece di far piangere i ricchi, a sinistra dovrebbero impegnarsi a far sorridere un po' più i poveri».
Ma in ogni caso, sostiene, «io non mi sono mai preoccupato di quel che dicevano gli altri, né quando facevo il calciatore, men che meno da deputato o quando ho partecipato tempo fa a "Ballando sotto le stelle". Uno è libero di comportarsi come vuole, non solo dopo che è stato deputato, anche quando lo è ancora, l'importante è non tradire il proprio mandato». Per Rivera, la differenza tra una certa sinistra prima e dopo il Muro di Berlino è sostanzialmente una: «prima conoscevo dei comunisti che nascondevano la Ferrari, adesso non lo fanno più. E meno male!».
Anche Anna Paola Concia si agita, sbuffa: «non ne posso più. Ma insomma, sono stata insultata perché lesbica, adesso perché partecipo a "Jump", ma sarò libera di fare quello che mi pare?». Il suo cachet, fra l'altro, è ben diverso, 2.000 euro lordi a puntata, ma l'hanno insultata perché ha partecipato tout court a un programma del "nemico": «è Berlusconi il problema, capisce? Roba da matti. Io non sono mica in vendita, le mie idee non sono mica in vendita». La partecipazione al programma è nata «perché sono nota, ovvio», ma «anche per la mia provenienza, io sono una tennista e insegnante di sport. Ma che vogliono da me? Uno mi ha scritto: il partito te lo doveva vietare. Ma ci rendiamo conto? Vietare! Ma chi è, Pol Pot?».
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