ALT! LA CONDANNA DEL PUZZONE NON È SCONTATA: NON C’È NESSUNA TOGA ROSSA FRA I GIUDICI DELLA CASSAZIONE

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Grazia Longo per "la Stampa"

Il cuore della notizia è che l'udienza Berlusconi del 30 luglio in Cassazione non può essere dilazionata per più di 10 giorni. Neppure lo slittamento paventato dal presidente degli ermellini, Giorgio Santacroce, potrebbe quindi servire a far cadere in prescrizione la condanna dell'ex premier per frode fiscale (4 anni di reclusione, di cui 3 condonati, e 5 di interdizione dai pubblici uffici) per i diritti Mediaset.

Se si sforasse oltre 10 giorni il Collegio Feriale giudicante dovrebbe essere sostituito, ma questo non è possibile. In ogni caso si è trattato di un provvedimento ordinario e per nulla eccezionale. Lo ribadisce Santacroce: «Nessuno zelo particolare, nessun atteggiamento da Speedy Gonzales: è stata solo applicata la legge. I procedimenti urgenti devono andare alla sezione feriale, che conclude i lavori il 14 settembre».

Una linea ordinaria stabilita con decreto del Primo presidente Giorgio Santacroce che porta la data del 21 maggio, quaranta giorni prima che il ricorso dell'ex premier approdasse alla Suprema Corte. E se da un punto di vista puramente tecnico la questione della scadenza resta ancora da chiarire (i legali di Silvio Berlusconi sottolineano che la prescrizione per uno dei reati fiscali dovrebbe scattare il 26 settembre e non il 1° agosto come sostenuto dalla Corte), meno «ostile» si configura il contesto in cui verrà definito il destino del Cavaliere.

Non solo per l'assenza di «toghe rosse» nel collegio della Sezione Feriale o per la cautela del primo presidente Santacroce, nominato grazie all'appoggio dei togati di Unicost e Magistratura Indipendente e dei laici eletti dal Pdl.

A tranquillizzare Berlusconi potrebbe contribuire anche la provenienza del relatore della Sezione feriale: Amedeo Franco, consigliere della III sezione penale della Cassazione. Quella sezione, cioè, che lo ha già salvato una volta. È stato proprio quel Collegio, infatti, a prosciogliere Berlusconi dall'accusa di frode fiscale, nel processo Mediatrade, costola romana dell'inchiesta milanese. Il ruolo di Amedeo Franco, tra l'altro è di rilievo perché sarà proprio lui l'estensore delle motivazioni del verdetto.

Inoltre, nessuno dei cinque ermellini è noto per simpatie sinistrorse. Anzi, chi li conosce non esita a definirli come dei giudici di stampo «conservatore». A partire dal presidente del collegio, Antonio Esposito, padre del pm milanese Ferdinando Esposito, salito alla ribalta delle cronache per le sue cene con Nicole Minetti. Una frequentazione finita sul tavolo del Csm per iniziativa del procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati che non gradì i contatti tra il pm e l'imputata del processo Ruby-bis.

Nessun trascorso militante nell'area di Magistratura Democratica - o arcipelaghi affini - neppure per il relatore Amedeo Franco e per gli altri giudici a latere, Claudio D'Isa, Ercole Aprile e Giuseppe De Marzo.

La Procura della Cassazione sarà rappresentata da Antonio Mura, braccio destro del procuratore generale Gianfranco Ciani e uomo di punta di Magistratura Indipendente, la corrente di «destra» delle toghe della quale è stato anche il presidente. Insomma anche il sardo Mura non è certo una «toga rossa». Senza dimenticare che «la fissazione della data dell'udienza al 30 luglio è avvenuta nel totale rispetto della procedura».

 

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