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Da “corriere.it”
Immigrazione, ci sarebbe una svolta sul blocco a Ventimiglia: la Francia avrebbe fermato i respingimenti. I migranti sarebbero liberi di transitare al confine. Presto per dire se si tratti di un ripensamento definitivo, anche se questo iniziale «dietrofront» arriva nello stesso giorno in cui i vescovi di Parigi intervengono sulla questione migranti sostenendo che bisogna «uscire dalle logiche di polizia» e lo stesso presidente Hollande dice che bisogna «porre attenzione ai motivi che hanno causato le migrazioni».
Il «rilascio» a Mentone
Questi i fatti, stando a testimonianze in arrivo al confine tra Ventimiglia e Mentone. Qui la polizia francese ha lasciato andare 4 dei profughi fermati alla stazione di Mentone. Ora sono liberi di andare, hanno dichiarato in esclusiva all’agenzia LaPresse. Nello stesso momento altri migranti fermati insieme a loro sono stati trasportati verso la Francia a bordo di una camionetta.
Sembrerebbe quindi esserci stata un’inversione di modalità di gestione dei respingimenti. I 4 hanno raccontato di essere stati fermati alla stazione, di non avere i documenti ma dopo che sono stati registrati alla stazione di polizia di San Luigi sono potuti tornare liberamente verso Mentone. Non vengono rilasciati commenti dalla polizia francese di frontiera.
Mentre a Mentone la polizia sembra allentare il «giro di vite» sul blocco, il presidente francese Hollande ribadisce la sua contrarietà al concetto di quote per la gestione dei migranti richiedenti asilo. «Dobbiamo porre attenzione ai motivi che hanno causato le migrazioni», ha affermato il titolare dell’Eliseo durante una conferenza stampa dopo aver incontrato i leader di Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia a Bratislava. «Non penso che le quote abbiano senso per il problema delle migrazioni. Non ritengo sia il giusto metodo», ha sottolineato, aggiungendo che la via corretta è invece l’impegno da parte dei singoli Stati membri dell’Ue.
Intanto intervengono anche i vescovi francesi che invitano a volgere uno sguardo fraterno verso i migranti, a mettere da parte paure e pregiudizi. In un messaggio sottolineano che non solo trafficanti ma anche «a volte autorità statali o forze armate si comportano con una disumanità che pensavamo facesse parte del passato». «I migranti - scrivono i vescovi, secondo quanto riferisce l’Osservatore Romano - non sono problemi, ma uomini, donne, bambini: sono esseri umani. Non devono essere considerati in primo luogo come un rischio o un potenziale attentato alla sovranità nazionale. Occorre uscire da una logica del fenomeno migratorio esclusivamente di sicurezza o di polizia».
Il messaggio, che arriva dopo gli episodi a Ventimiglia e Calais, è firmato dal vescovo di Quimper, Laurent Dognin, presidente della Commissione episcopale per la missione universale della Chiesa, dal vescovo di Orle’ans, Jacques Blaquart, presidente del Consiglio per la solidarietà, e dal vescovo ausiliare di Parigi, Renauld de Dinechin, della Pastorale dei migranti. L’arcivescovo presidente, Georges Pontier, e gli altri componenti del Consiglio permanente condividono il sentimento di «vergogna» espresso da Papa Francesco e affermano che «non è possibile ripiegarsi su se stessi e ignorare la miseria di tanti uomini, donne e bambini del mondo intero che cercano solo di vivere degnamente».
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