FLASH! - LA DISCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI,…
Francesco Storace per “Libero quotidiano”
Anche se non ha una sua stanza in Campidoglio e si appoggia a quelle della segreteria particolare del sindaco, se a Roma cerchi uno che comanda citofona a Claudio Mancini. Deputato Pd, lungo corso istituzionale dalla circoscrizione al Parlamento, è il sindaco ombra di Roberto Gualtieri. Senza ruoli ufficiali, controlla tutto e fino all'altro giorno pretendeva di dettare compiti anche ad Albino Ruberti. Che però, non gradiva assai e quindi Mancini si faceva concavo e convesso.
luigi coldagelli roberto gualtieri claudio mancini foto di bacco
Ora Gualtieri sentirà ancora di più il fiato sul collo dell'onorevole Mancini, fresco fresco di ricandidatura plurima ed eleggibile grazie ad Enrico Letta. Parliamo di uno dei personaggi a cui Carlo Calenda imputa la sua estraneità al Pd di Roma, lo mette nel mucchio con il glorioso guru Goffredo Bettini e il segretario regionale Bruno Astorre. Ma è Mancini l'uomo forte del Campidoglio. Dalle sue mani passano le pratiche più importanti del sindaco. Fino ai rapporti col governo per strappare emendamenti decisivi per la Capitale.
Ovviamente, anche lui paga il fuoco amico. Nel partito lo individuano come terminale di «un sistema di potere al tramonto e perciò più aggressivo e autoreferenziale». Tanto più che aggrega personaggi in fuga da Zingaretti.
Dalle sue parti si è ormai affiliato Mario Ciarla, messo dal governatore a capo dell'Arsial dopo una stagione come vice all'ufficio di gabinetto della regione Lazio. Ora in molti si chiedono, dopo l'uscita di Ruberti dal Campidoglio, se il potere di Mancini aumenterà. Anche l'assessore ai rifiuti, Sabrina Alfonsi (che ebbe proprio Ruberti come grande elettore in coppia con Marco Veloccia) rischia di uscirne ridimensionata. Va detto a vantaggio di Mancini che diversi suoi detrattori hanno tentato di insinuare dubbi all'orecchio del sindaco, finora con scarso esito. I due sono amici dai tempi del dalemismo imperante.
Ma, si sa, non sempre in politica le amicizie sono durature e con i tempi bui che attraversa il Pd romano e le liti furibonde tra vecchi leader di un tempo a chiunque può venire la tentazione di trovare un capro espiatorio. E Mancini deve stare attento al venticello della calunnia proprio per il suo ruolo ombra in Campidoglio. Quando ci sono le difficoltà e indubbiamente il vento è contrario ciascuno pensa a cercare l'ombrello per ripararsi. Ne faccia buon uso anche Mancini perché la sensazione è che il 25 settembre sarà resa dei conti per molti nei dem romani. E non solo, come sa bene Enrico Letta.
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