FLASH! – ALLARME ROSSO PER LE GRANDI BANCHE AMERICANE, GIA’ LATITANTI ALL’INAUGURAZIONE DELLA…
Marco Zatterin per “la Stampa”
protesta contro merkel degli anti musulmani di pegida
L' unico accordo è sul fatto che l' Europa si sta giocando molto sui migranti e, forse, tutto. «Senza un piano concreto, sarà la fine dell' Unione che conosciamo», ha avvertito il premier sloveno, Miro Cerar, all' avvio del minisummit convocato dal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, per cercare di frenare l'onda di rifugiati sulla via balcanica verso la Germania e il Nord. Poco prima, il numero due dell'esecutivo comunitario, Frans Timmermans, aveva ammesso che in effetti «si rischia la disintegrazione». Da due punti di vista diversi, Lubiana e Bruxelles lanciavano il medesimo segnale d' allarme.
Cioè che la marea che i più avevano previsto - e che la politica ha lungamente trascurato se non per usarla in chiave populista - sta facendo tremare le fondamenta di un' Unione divisa e anche un poco stanca, minacciata dagli effetti delle guerre e vittima dei suoi stessi compromessi al ribasso.
merkel orban migranti profughi
A tarda serata i leader dei Paesi dell' ex Iugoslavia e quelli di Germania, Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria e Grecia, la soluzione non l' avevano ancora. Sul tavolo quadrato apparecchiato all' ultimo piano di Palazzo Berlaymont c' era una bozza di accordo in 16 punti messa a punto dagli sherpa di Juncker. Il documento prevedeva fra le altre cose l' invio di 400 guardie di frontiera nei Balcani Occidentali e l' aumento degli sforzi nell' Egeo, visto che dà lì passa il grosso dei fuggitivi.
«Rallentare l' ondata aumentando la sorveglianza», era la formula che ai diretti interessati è sembrata troppo facile. Belgrado ha puntato i piedi. E pure Sofia. Per loro il problema è altrove. «Se Berlino chiude i confini, cosa vi aspettate che si faccia, noi?», ha notato amaro il serbo Vucic.
L'ESCLUSIONE DELL' ITALIA
Un vertice difficile sin dal principio. Problemi anche sulla formula, inedita e con troppi esclusi, a partire dall' Italia. È un segreto di Pulcinella che così abbia voluto una Merkel, bisognosa di una via di fuga rispetto alla politica delle «porte aperte» ai migranti, annunciata fra le fanfare e corretta per ragioni di politica interna.
migranti tra croazia e slovenia
Il ministro delle Finanze Schaeuble risulta aver parlato di un clima «pessimo» fra i cristiano democratici e del rischio crescente di un terremoto nel partito. Un sondaggio Emnid apparso sulla Bild suggerisce che se si votasse ora la Cdu/Csu avrebbe sei punti in meno del 2013, si fermerebbe al 36%. La cancelliera deve salvare se stessa e puntellare un' Ue scossa. Ma né l' una né l' altra cosa sono semplici.
migranti respinti al confine con l ungheria
I rifugiati continuano a fuggire, da Siria, Iraq, Afghanistan. Il muro ungherese ha solo spostato i flussi. L'ultima a finire sotto pressione è stata la Slovenia, un paese con due milioni di abitanti che solo ieri ha visto arrivare 15 mila persone. La Bbc parla di una «coda immensa» alla frontiera fra Serbia e Croazia.
Sulla rotta dei Balcani sono passati oltre 250 mila nell' ultimo mese, mentre la serie di riunioni al vertice Ue ha indicato soluzioni tecniche senza cucirne alcuna capace di esprime la forza che nel migliore dei mondi possibili dovrebbe venire dall' Ue. Ieri sera c'era chi paventava il riaprirsi di una rotta adriatica fra Albania e Italia.
migranti al confine tra slovenia e croazia
«Basta coi confini aperti», ha comunque attaccato il magiaro Viktor Orban, ispiratore della nuova destra polacca. Risponde Angela Merkel che «tempi eccezionali richiedono misure eccezionali». Ci vorrebbe soprattutto l' unità politica che non c' è stata sinora. E che forse qualcuno, nelle capitali dell' Est e non solo, preferisce minare.
MIGRANTI NAUFRAGIOmigranti x8cmigranti a kos
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