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Giovanna Vitale per la Repubblica
«Il professor Conte ha detto una bufala a proposito della ricerca scientifica che avrebbe svolto a Cambridge 17 anni fa. Io lo so perché c' ero». Massimiliano De Benetti, classe '78, avvocato con studio legale a Padova e a Roma, è testimone diretto della cosmesi applicata dal premier incaricato al suo cursus studiorum.
Ne è sicuro, avvocato?
«Lui nel suo curriculum scrive, leggo testuale, di aver "studiato, nel settembre 2001, presso il Girton College, Cambridge University, ove ha svolto attività di ricerca scientifica". Ma, a parte che al Girton non si fa ricerca - è solo uno dei 31 college della città inglese, con attività, docenti e studenti separati e distinti dall' università - l' unico corso in quel periodo era tenuto lì da un provider esterno, il Cambridge Law Studio, in Legal English. Che io ho frequentato».
E Conte invece no?
«No. C' era però la sua fidanzata dell' epoca, una ragazza bionda molto in gamba. Eravamo una quindicina, solo tre italiani, ho anche una foto insieme. E Conte l' ho conosciuto perché, durante le tre settimane di corso, era venuto a trovarla per un weekend lungo».
Come fa a esserne così certo?
«Noi studenti ci vedevamo praticamente tutte le sere, dopo aver studiato per ottenere il Toles, una della massime certificazioni in inglese giuridico. Di solito si andava in un pub in centro e la fidanzata parlava molto di questo Giuseppe, che poi io ho incrociato perché andammo a bere una cosa insieme. Ricordo che da squattrinato studente in Legge pensai subito: caspita, a 37 anni è già professore associato, lavora allo studio Alpa, uno dei più prestigiosi di Roma, e ha pure un ottimo reddito».
giuseppe conte luigi di maio foto lapresse
Conte, per quel che ne sa, ha soggiornato al Girton o al Trinity College, dove lui sostiene di aver incontrato il professore di diritto Toni Weir, scomparso nel 2011?
«Weir non lo conosco e non so se abbia visto qualcuno. So però che, in quel fine settimana a Cambridge, a cavallo tra il 20 agosto e il 7 settembre, è stato dalla sua ragazza che aveva una casa in affitto».
Dopo 17 anni ha una memoria di ferro. E anche coraggio a smentire il premier incaricato. Non teme ritorsioni?
«Chi dice la verità non ha nulla da temere e credo sia un dovere civico mettere in luce le contraddizioni di chi deve rappresentare il Paese. Non è un bel biglietto da visita taroccare il curriculum. Ed è anche irrispettoso per quelli che, come me, corsi e ricerca li hanno fatti per davvero. Io spesi 5 milioni di lire di allora per andare a Cambridge. I miei si sono tolti il pane di bocca per pagarmelo. Lo dico da figlio di operai. Con orgoglio e però pure un po' di amarezza».
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