DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Federico Capurso per www.lastampa.it
Giuseppe Conte non vuole più parlare del suo rapporto con Luigi Di Maio: «Basta, non ritorniamo sempre su questo argomento», sbuffa da settimane a chi gli chiede conto della distanza di idee e di prospettive politiche che tra i due sembra ampliarsi ogni giorno di più.
Ma è uno scontro che prosegue a bassa intensità, ben diverso dal durissimo scambio di accuse con cui venne chiusa la partita quirinalizia a febbraio. Eppure, in questa nuova fase di vita dell’esecutivo, stritolato dalle campagne elettorali dei partiti, resta evidente la diversità dei due. Da una parte Conte, impegnato a cannoneggiare contro il governo e a marcare le differenze con il Pd, dall’altra il ministro degli Esteri, schierato saldamente in difesa del premier Mario Draghi.
giuseppe conte scuola di formazione m5s
Il sospetto che viene sollevato negli ambienti vicini all’ex premier, negli ultimi giorni, riguarda soprattutto il futuro del ministro degli Esteri, quando questo governo arriverà alla fine dei suoi giorni. Detta da un fedelissimo di Conte, membro dell’esecutivo, suona quasi come una scommessa: «Di Maio resterà al fianco di Draghi. Vorrà seguirlo ovunque lui andrà, specie se il premier riuscirà a ottenere la guida della Nato».
Ci mettono la mano sul fuoco, i contiani, specie osservando il comportamento del titolare della Farnesina in occasione dell’ultimo voto in Consiglio dei ministri sul decreto Aiuti: quando i ministri M5S si sono astenuti per protestare contro l’inserimento di una norma che permetterebbe la costruzione di un inceneritore a Roma, Di Maio, pur astenendosi, si è scusato e ha fatto arrivare al premier tutto il suo «dispiacere» per l’incidente.
LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE
Il ministro degli Esteri non apprezza il tentativo, da parte di Conte, di logorare il governo per cercare di recuperare qualche voto in vista delle Amministrative del 12 giugno. Sa anche però che se gli altri ministri e big del Movimento spingono per uscire dall’esecutivo, Conte è l’unico a frenare ogni desiderio di staccare la spina, cosciente che nel Paese nessuno comprenderebbe una crisi di governo in questo momento.
Per avere un primo assaggio di tensione tra i due punti di riferimento del mondo grillino si dovranno quindi attendere gli esiti delle prossime elezioni amministrative, quando si dovranno analizzare i risultati, discutere dello stato di salute del partito e iniziare a parlare di terzo mandato. E Di Maio ha altrettanto chiaro che una spaccatura del Movimento, oggi, provocherebbe dei seri problemi a palazzo Chigi, indebolendolo.
Per questo, come spiega lo staff del ministro, «per Di Maio è il momento della compattezza, nessuna divisione interna». Semmai, chiede «unità per rilanciare al meglio il nuovo corso del Movimento». E nonostante sia «totalmente impegnato sulla guerra in Ucraina» assicura che «ovviamente continua e continuerà a dare sempre il suo contributo propositivo al Movimento».
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