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QUINDI QUOTA 100 ANDAVA BENE? – “GIUSEPPI” SI FA DETTARE LA LINEA PURE DA LANDINI (AUGURI): LA CGIL SULLE PENSIONI CHIEDE UN’USCITA FLESSIBILE A 62 ANNI. IL PRESIDENTE DELL’INPS TRIDICO NON È OSTILE ALL’IDEA, ANZI. PROSPETTA UN PROLUNGAMENTO DI QUOTA 100 DI ALMENO UN ANNO (NON DITELO A MARATTIN E RENZI) - CISL E UIL SENTONO LE PAROLE “RICALCOLO CONTRIBUTIVO” E VANNO NEL PANICO…
Gian Maria De Francesco per “il Giornale”
MAURIZIO LANDINI GIUSEPPE CONTE
Sul capitolo pensioni si gioca un' importante partita che non riguarda solo la vita di milioni di italiani, ma anche le sorti del traballante governo giallorosso che, in una fase di sfaldamento della maggioranza, sembra aver trovato una nuova sponda nella Cgil di Maurizio Landini. E non è un caso se ieri il segretario del sindacato di Corso Italia, dopo aver salutato con entusiasmo il progetto di taglio del cuneo fiscale, ha fissato tramite un' intervista alla Stampa un altro punto del programma dell' esecutivo Conte.
PASQUALE TRIDICO MAURIZIO LANDINI
Occorre, ha detto, «una vera riforma delle pensioni, perché è evidente a tutti che la legge Fornero ha aumentato le diseguaglianze e non ha risolto i problemi». La soluzione è «un sistema pubblico che deve contenere elementi solidali, come la piattaforma Cgil-Cisl-Uil, che rivendica un' uscita flessibile a partire da 62 anni».
luigi di maio pasquale tridico
Il presidente dell' Inps, Pasquale Tridico, non è ostile. «La flessibilità rispetto ai 67 anni va garantita, soprattutto se ragioniamo in termini di logica contributiva», ha detto a Repubblica, proponendo un metodo di lavoro. «Si fissa una linea di età per l' uscita, poi il lavoratore deve essere libero di scegliere quando andare in pensione, ovviamente con ricalcolo contributivo». Tridico non è stato sicuramente sordo alle richieste politico-sindacali, prospettando un prolungamento di quota 100 (pensionamento possibile con 62 anni di età e 38 anni di anzianità contributiva) di almeno un anno oltre il termine del 2021.
Inoltre, i risparmi rispetto allo stanziamento della legge di Bilancio 2019 (stimati in 6,2 miliardi su 18,6 miliardi) andrebbero destinati sempre al capitolo previdenziale.
conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 36
Insomma, un punto di incontro si può trovare, soprattutto con la Cgil. Perché Cisl e Uil, al solo sentir parlare di ricalcolo contributivo, hanno subito ammonito il governo in vista del tavolo con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, lunedì prossimo. «Siamo determinati a restituire al mittente qualsiasi ipotesi di scambio tra flessibilità in uscita e calcolo integralmente contributivo della pensione», ha comunicato il sindacato guidato da Annamaria Furlan. Stesso discorso per la Uil.
GIUSEPPE CONTE MAURIZIO LANDINI
«È molto importante insediare subito la commissione sui lavori gravosi e separare l' assistenza dalla previdenza in modo da chiarire che ci sono le condizioni di sostenibilità economica per continuare a cambiare la legge Fornero», si legge in una nota. Il quadro, in realtà, potrebbe essere meno complesso di quanto non appaia dalle dichiarazioni. Il ricalcolo contributivo, infatti, penalizzerebbe i lavoratori che avevano almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e che hanno visto aumentare la propria retribuzione in coincidenza con l' avvicinarsi dell' età di pensionamento. In una parola, coloro che potrebbero ritirarsi, godendo di una «fetta» di assegno calcolata con il sistema retributivo.
Sono, per la maggior parte, lavoratori nati nella seconda metà degli anni '50 e agli inizi degli anni '60, prevalentemente dipendenti pubblici. Il ricalcolo contributivo, infatti, non penalizza o penalizza poco coloro che hanno avuto carriere discontinue o che hanno iniziato a lavorare negli anni '80. L' uovo di Colombo potrebbe essere una sorta di «salvaguardia» per statali e dipendenti del privato soggetti ai tagli più corposi. Il tutto con la sapiente regia della Cgil, ormai pronta a diventare un azionista della maggioranza in grado di allungare la vita a Conte & C.
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