DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
DAGONOTA
L’articolo più divertente del giorno, per la bile che sprizza da ogni virgola, è indubbiamente quello di Marco Travaglio. ‘’I retroscena del Giornale Unico, sempre più simili alle "bombe di Mosca" al processo di Biscardi, danno per certo uno sbocco "pilotato" della crisi di governo che più ridicolo non si può: Conte si dimette dopo l'approvazione del Recovery Plan, perché Bettini ha parlato con l'Innominabile, che gli ha garantito l' appoggio a un "Conte-ter", dunque c'è da fidarsi.
MARCO TRAVAGLIO CON CARTA IGIENICA GRIFFATA RENZI
E continua: “Dopodiché 5Stelle, Pd, LeU e Iv si siedono al tavolo per spartirsi i ministeri all' insegna di un "riequilibrio" in base a fantomatici "nuovi rapporti di forze". Magari con Orlando e Di Maio vicepremier, e/o Bettini sottosegretario a Palazzo Chigi, e ministri Iv al posto di due, compresi la Boschi, Rosato e magari pure l'Innominabile (sempreché vinca la naturale ritrosia alle "poltrone").
Finale: “In cambio di queste radiose prospettive, Conte cederebbe la responsabilità sui Servizi (che gli spetta per legge) e rinuncerebbe alla fondazione sulla cybersicurezza (e ai 2 miliardi che l'Ue ci mette a disposizione)”.
conte e casalino - Grande Fratello Chigi
Ovviamente Travaglio non poteva non sorvolare sul fatto che il piano del Recovery, senza l’azione di Renzi, sarebbe rimasto quello di ieri: una cabina di regia in mano al Conte Casalino, con 6 manager e un plotone di “esperti” e fuori dalle palle i ministri della maggioranza.
La solita attitudine autoreferenziale di un premier senza partito ma così pieno di sé che potrebbe stare un mese senza mangiare. Dall’emergenza Covid ai servizi segreti, dagli Stati Generali al Recovery, giorno dopo giorno, il duplex Casalino-Travaglio è riuscito a trasformare l’arbitro-passacarte del governo Salvini-Di Maio nel bomber-capitano del governo Zinga-Di Maio. Bel colpo, riuscitissimo, grazie allo dissoluzione dei 5stelle e a un PD acefalo e spacchettato.
Alla lunga il Contismo senza limitismo non poteva durare. Il troppo stroppia. Renzi Mister 2% ha potuto azzopparlo perché ha agito come ariete per conto terzi, vale a dire per gran parte delle correnti del Pd che non fa riferimento a Zinga-Bettini-Amendola-Gualtieri-Franceschini.
Mentre il silente Di Maio non è mai intervenuto seriamente a difesa di colui che mise sulla prima poltrona di Palazzo Chigi: Luigino non è mai stato interpellato dal Conte Casalino nemmeno sull’acquisto della carta igienica di Palazzo Chigi. E ora aspetta sulla riva del fiume che passi il cadavere dell’usurpatore.
Il Conte Casalino continua a vivere nel suo mondo delle meraviglie con Travaglio che continua a chiedere che Conte sia sfiduciato in aula, ma non ha capito che è proprio la pochette con le unghie a non voler mettere piede in Parlamento. Una volta sfiduciato diventa inutilizzabile e per ritornare a galla deve aspettare le elezioni politiche del 2023 (campa cavallo).
Al punto 4 il direttore del ‘’Fatto’’ si domanda: che senso ha far cadere un premier per tenere la stessa maggioranza? Ma glielo hanno spiegato tutti, da Mattarella fino al Pd: bisogna evitare strappi, occorre mediare, riuscire a rendere concreto il termine “collegialità”. Un premier solo al comando, grazie al Covid, che rifiuta di dimettersi per una “crisi pilotata” volta a rafforzare la squadra con due vicepremier e il cambio di alcuni ministri, avendo alle spalle solo il quotidiano di Travaglio, ha il destino segnato.
Scrive Tommaso Ciriaco su "la Repubblica": “Inutile girarci attorno, di fronte al ritiro della delegazione renziana al premier restano solo due strade: dimettersi senza passare dal Parlamento, oppure affrontare l' Aula e scegliere se arrivare o meno a un voto.
Deve farsi concavo e convesso, questo gli consigliano. Adattarsi”.
Aggiunge Laura Cesaretti su "il Giornale": “In cambio, però, Giuseppe Conte dovrebbe assoggettarsi alla via crucis della crisi: dimissioni, consultazioni, reincarico, nuovo gabinetto e nuova fiducia. Il premier però non ne vuole sapere: «Le crisi si sa come si aprono ma non come si chiudono», dicono i suoi. Conte sa che tra lui e Renzi è una sorta di remake di Highlander: alla fine, «ne resterà soltanto uno». Quindi cerca di frenare la deriva, minacciando di andare a chiedere la fiducia in Parlamento per stanare i renziani. E intanto si aggrappa alla sua ancora di salvataggio: il virus”.
kamel ghribi luciana lamorgese
Ma è il punto 6 dell’editoriale fattoide a scoperchiare tutte le cazzate della comitiva Conte-Travaglio-Casalino: la difesa a spada tratta della Lamorgese. I tre forse non sanno che è proprio lei la più quotata a prendere il posto dell’avvocato Pio tutto...
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA…
DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE…
“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…