DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
Già nel 2016 in tv si divertivano a presentarli come la strana coppia, colonna sonora il Daniele Silvestri di Le cose che abbiamo in comune , che non saranno 4.850 e non comprenderanno il Brachetto, ma cominciano a diventare un numero cospicuo, anche perché i due guastatori della politica, Matteo+Matteo, Renzi e Salvini, sembrano provarci gusto. Il momento più sfolgorante della convergenza parallela è stato il fuoco incrociato contro il fu Giuseppi, quel Giuseppe Conte premier che hanno prima creato e poi distrutto, lasciandolo solo con il tavolino in piazza Colonna, in mezzo alle macerie di un Movimento da ricostruire.
Di recente, il sodalizio si è rinsaldato e somiglia a un'alleanza politica, sia pure tattica. I signori della guerra del governo Draghi lavorano rumorosamente fuori dal Parlamento, visto che la «scatoletta di tonno» lavora con il pilota automatico. L'esempio più rilevante sono i referendum sulla giustizia cavalcati da Salvini e sostenuti dall'altro Matteo. Renzi vorrebbe demolire, con un altro referendum, uno dei presidi simbolici dei grillini, il reddito di cittadinanza.
Salvini si è affrettato a dire che, in effetti, è stato «un errore» del governo gialloverde. Non il peggiore, probabilmente, ma intanto questo uno due giustizia-reddito è l'architrave della battaglia d'autunno. Gli avversari li sbeffeggiano, segno di debolezza, citando il «rinascimento arabo» di Renzi, il «sovranismo all'amatriciana» di Salvini. Ma il gutta cavat lapidem è una strategia lenta che alla fine potrebbe avere effetti sul Pd e su FdI, che sono poi le due pietre da erodere.
I punti di partenza ideologici sono lontani. Eppure l'unione di fatto parte da lontano. L'asse anti ambientalista, nel nome degli stake holder , le vecchie battaglie per aumentare l'uso del contante, la liberalizzazione delle trivelle, il no alla plastic e sugar tax, la passione comune per il Ponte di Messina. Una plastica, e forse mistica, dimostrazione di sintonia si è avuta il 14 luglio, con gli applausi tributati dai senatori renziani a Salvini sul ddl Zan.
Le stigmate della fratellanza simbolica sono populismo, trasformismo e leadership carismatica. Anche se Renzi è leader di un partito del 2%, mentre Salvini è alla guida di una porta aerei. Si moltiplicano gli studi di semantica e prossemica, che indicano contiguità e assonanze. Entrambi rifuggono dal politichese. Più tendenza anglo-giovane e fumettistica Renzi: «Non siamo un partito ma un airbag , abbiamo evitato di schiantarci contro un governo Godzilla».
Più sbrigativo e rustico Salvini, tra «calar le braghe», «fenomeno», «genio» e sentenze fulminanti: «Non piaccio a qualche ministro francese? E chissenefrega! Preferisco il prosecco allo champagne». Alle costanti lessicali, si aggiungono i segnali nell'outfit - felpe e giubbetti - ma anche la gestualità. Gli esperti li chiamano «gesti coverbali batonici». In pratica, entrambi muovono la mano dall'alto in basso con un secco impatto finale a indicare fermezza. Salvini punta il dito contro la camera, in stile reclutamento Usa «I want you»; Renzi preferisce la mimica facciale, con registro sarcastico: «Fassina chi?».
Oltre a giustizia e reddito, i due flirtano su fisco e legge elettorale. Il leghista Gianmarco Centinaio al Foglio : «Non ho alcun imbarazzo a dialogare con Renzi né credo che lui ne provi. I partiti sono fatti di persone, non solo di ideologie». La sintonia, dunque, è acclarata. Centinaio, poi, spende parole commoventi sui guai giudiziari di Renzi: «Non voglio pensare che ci sia accanimento. Sono un romantico».
I maligni ricordano che il «suocero» di Salvini è quel Denis Verdini che, prima di finire agli arresti domiciliari, vantava frequentazioni con Renzi. A proposito di frequentazioni, entrambi avrebbero incrociato lo 007 Marco Mancini in autogrill; entrambi hanno come nemico giurato Fedez; entrambi hanno frequentato gli studi tv da giovini. Matteo Salvini, a Il pranzo è servito : «Di professione? Sono nullafacente». Matteo Renzi alla Ruota della fortuna , dove Mike Bongiorno lo sbeffeggiò con un «che cosa mi combinaaa», condito da «un campione come lei, buuuu».
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