COPPI, COLOMBA PENTITA, S’INCAZZA: “NON È VALSA LA PENA DI CHIEDERE PRUDENZA A SILVIO”

Virginia Piccolillo per "Corriere della Sera"

Una colomba inferocita. All'indomani del deposito della motivazione della sentenza di condanna a 4 anni nella quale Silvio Berlusconi viene descritto come l'ideatore e il beneficiario di una frode fiscale proseguita anche quando era capo del governo, il professore Franco Coppi va all'attacco.

L'avvocato del Cavaliere rimprovera la Corte di Cassazione di avere ignorato le argomentazioni della difesa («ho parlato a vuoto»), giustifica la rabbia del Cavaliere («nessuno meglio di me sa quanto questa sentenza sia ingiusta»), anticipa contromosse giudiziarie («stiamo studiando soluzioni per tamponare i danni»). E, da giurista, appoggia come «pienamente condivisibile» la linea Violante sulla decadenza di Berlusconi da parlamentare.

Professor Coppi, la motivazione è stata molto pesante per un uomo di governo: Berlusconi è stato l'«ideatore» di una frode carosello di cui sarebbe beneficiario.
«Per questo parliamo di argomentazioni lontane dalla realtà. Si diffondono nella presunta frode di vent'anni prima e con una gran galoppata saltano tutta una serie di problemi dimenticando che l'oggetto del processo era l'indicazione di quote di ammortamento nella dichiarazione dei redditi degli anni 2002-2003».

E le «operazioni inesistenti»?
«Se ne continua a parlare dimenticando tutte le questioni giuridiche che erano state prospettate proprio per dimostrare l'insussistenza delle cosiddette operazioni inesistenti. E nonostante ci fosse la testimonianza di un funzionario Fininvest mai indagato, che aveva detto di essere stato lui a stabilire la ripartizione degli ammortamenti».

Ma Berlusconi viene ritenuto il dominus dell'azienda.
«Sì, senza tenere in nessun conto la gran messe di testimoni che avevano dichiarato come lui non si occupasse da tempo delle questioni quotidiane. Se si voleva sostenere che invece aveva dato disposizioni, ordini, occorreva dimostrarlo. Insomma, deludente».

Non dica che non se l'aspettava.
«Non mi aspettavo assolutamente una sentenza del genere e soprattutto che ad una serie di questioni non venisse data alcuna risposta. La questione giuridica dell'abuso di diritto, laddove noi sostenevamo che non si potesse parlare di illecito penale, viene totalmente ignorata. Magari in negativo mi aspettavo argomentazioni giuridiche. Ho parlato per due ore. Ma è come se neanche avessi aperto bocca. E le assicuro che sono in grado di rendersi conto se gli argomenti che espongo meritino o meno risposta».

Nelle motivazioni non si rintracciano le anticipazioni di Esposito.
«Non posso certamente dire che sia stata lanciata una ciambella di salvataggio, ma posso sicuramente affermare che le esternazioni del presidente Esposito sono smentite da quanto risulta negli atti processuali».

Comunque le motivazioni le ha firmate l'intero collegio.
«Questo si può valutare in vari modi. Ci vorrebbe un supplemento di intervista, che qualche altro consigliere ci dica come è andata».

Ovvero?
«Può essere che tutti la condividessero, ma potrebbe anche darsi magari che qualcuno non fosse d'accordo e abbia preteso una esplicita condivisione di responsabilità».

Il suo assistito parla di «sentenza allucinante».
«Anche il presidente della Repubblica ha riconosciuto il diritto di poter criticare una sentenza. E nessuno come Berlusconi può sapere quale sia la realtà dei fatti».

Ma proprio lei aveva cercato di dare un aplomb diverso a Berlusconi.
«Mi chiedo se ne sia valsa la pena».

Cosa gli suggerirà ora?
«Stiamo valutando tutte le strade percorribili nell'ambito del nostro ordinamento giuridico. Ma l'ultima parola spetta a lui».

Berlusconi ha detto che se il Pd voterà la decadenza il governo cadrà.
«Non mi occupo di politica».

Ma il dibattito sulla legge Severino di questi giorni l'avrà seguito.
«Trovo la linea Violante tecnicamente ineccepibile. E le argomentazioni condivisibili. In punto di diritto non c'è dubbio che la Giunta possa sollevare la questione di fronte alla Consulta. Non è affatto pacifico che questa legge nuova non possa essere considerata di natura penale e in riferimento all'ordinamento europeo che abbia natura afflittiva è una considerazione molto seria».

Ieri Berlusconi ha visto Marco Pannella. Prelude a una svolta?
«È tutta una vita che Pannella si batte per ottenere una riforma della giustizia, in modo particolare degli istituti carcerari e di ciò che riguarda l'esecuzione delle pene. E quindi trovo ben comprensibile che Berlusconi, anche se sollecitato dalla sua vicenda personale, possa avere aderito alle sue iniziative».

Ma nei giorni scorsi Pannella aveva suggerito a Berlusconi di andare in carcere anche per ottenere maggior consenso.
«Ammiro e stimo troppo Marco Pannella per contraddirlo anche quando sconfina nel paradosso».

Ma teoricamente Berlusconi può essere arrestato.
«È un'eventualità che è stata esclusa dallo stesso presidente della Repubblica».

 

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