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5 STELLE INTERNATIONAL - “COSA FAREBBE SE FOSSE PREMIER?” L’ESAME DEI DIPLOMATICI UE A DI MAIO - LE PERPLESSITA’ DEI 28 PER LA RISPOSTA SULL’EURO SDOPPIATO - E DI BATTISTA VA A MOSCA: “LA RUSSIA NON È UN PROBLEMA DELL’EUROPA E DEL MONDO”

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Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

luigi di maioluigi di maio


Un battesimo ufficiale nei riti della diplomazia internazionale. Rifiuta l’auto blu e arriva in taxi Luigi Di Maio, di prima mattina, alla residenza romana dell’ambasciatore olandese Josephus Camille Stephan Wijnands per una colazione che di fatto apre il via alla nuova stagione europea dei Cinque Stelle. È accompagnato solo dal responsabile della comunicazione del Movimento Rocco Casalino.

 

Ad attenderlo ci sono 28 diplomatici dei Paesi Ue. Due ore di colloquio, intense, con quello che i diplomatici hanno individuato come «l’esponente di spicco del principale partito di opposizione». Di Maio si presenta con una breve relazione, poi parte il fuoco di fila degli ambasciatori. «Se lei fosse primo ministro cosa farebbe?».

luigi di maio alessandro di battista roberto fico   luigi di maio alessandro di battista roberto fico

 

Si toccano diversi temi: dalla lotta alla corruzione e al terrorismo (affrontando anche gli attentati di Bruxelles), dalle politiche sociali — con il reddito di cittadinanza come vessillo dei Cinque Stelle — all’immigrazione fino alla struttura del M5S. I diplomatici dimostrano «grande curiosità», come trapela dalla indiscrezioni, e Di Maio dal canto suo desta «una buona impressione».

 

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Il summit viene giudicato «molto positivo e soddisfacente» da entrambe le parti. Qualche perplessità e qualche commento in sala solo quando gli viene chiesta la sua politica per l’euro. Lui rammenta uno dei mantra del 2014. «Proporrei due euro, due monete diverse: una per i Paesi del Nord e l’altra per il Sud dell’Europa», il senso delle sue parole.

 

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E poi sull’uso della democrazia diretta, delle votazioni online per i passaggi legislativi, il vicepresidente della Camera ricorda che ci sono «diversi strumenti» per recepire la volontà dell’opinione pubblica. Ovviamente, i rappresentanti Ue chiedono lumi anche sul ruolo di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio e su come stia evolvendo il M5S. Di Maio risponde a tutto.

 

«C’è tantissima curiosità intorno al Movimento e sono onorato dell’interesse che ho ricevuto», commenta con il Corriere poi. E spiega: «I contenuti dell’incontro sono riservati, ma c’è grande attenzione per le potenzialità eventuali dei Cinque Stelle per guidare il Paese».

 

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Su Facebook rintuzza: «Noi puntiamo al governo di questo Paese, senza se e senza ma». E annuncia: «Nei prossimi giorni Alessandro Di Battista e Manlio Di Stefano si recheranno a Mosca, ad incontrare alcuni rappresentanti istituzionali del governo russo». Proprio Di Battista chiarisce: «La Russia non è un problema dell’Europa e del mondo. Al contrario solo una stretta collaborazione potrà garantirci risultati significativi sul piano della sicurezza internazionale».

 

In realtà non sono solo alcuni deputati della commissione Affari esteri pronti a tessere le fila della diplomazia. Anche Di Maio è in prima linea. Dopo l’incontro ammette: «Ho ricevuto tanti inviti in Paesi europei».

 

E infatti, tra qualche settimana, prima delle Amministrative, partirà il suo tour. In calendario dovrebbero esserci già due-tre viaggi, ma tra i Cinque Stelle c’è massimo riserbo sull’argomento. Il dado, comunque, è tratto: il Movimento vuole calcare la scena internazionale. Nel pomeriggio, poche ore dopo il summit con gli ambasciatori, il direttorio al gran completo incontra Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco. «Abbiamo parlato di Europa e dei nostri progetti politici», dice Di Maio.

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Ma a far discutere ieri è anche l’intervista del quotidiano britannico The Guardian a Virginia Raggi. Il giornale sposa la linea dell’ Economist sulle possibilità di successo della candidata e sostiene che una eventuale vittoria del Movimento a Roma «sarebbe una sconfitta umiliante per il Partito Democratico del premier Matteo Renzi».

 

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Il quotidiano prende poi decisamente posizione: «L’ascesa di figure politiche raffinate come Raggi — scrive il quotidiano — segna in Italia un importante punto di svolta per il partito ed è un segno che questo potrebbe andare oltre Grillo».

 

Raggi, intanto, prosegue il suo tour di incontri istituzionali. Dopo il summit con Raffaele Cantone, la candidata penstatellata ieri ha visto il commissario straordinario del Comune di Roma, Francesco Paolo Tronca. «Abbiamo parlato del personale capitolino, delle scuole, delle politiche sociali, di urbanistica, in particolare dei piani di zona — ha detto Raggi —, devo dire mi hanno risposto un po’ su tutto ed è probabile che ci incontreremo ancora».

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