VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
1.IL PARTITO CONTRO LA GUERRA È IN MAGGIORANZA
Salvatore Dama per “Libero Quotidiano”
La sparatoria a Sabrata. La tragica uccisione di due italiani. La sorte incerta di altri due connazionali ancora nelle mani dei rapitori. I fatti che succedono in Libia diventano un caso politico. Nel mirino c' è il governo. E l' annuncio di un coinvolgimento italiano nella campagna militare in Nord Africa senza un preventivo passaggio parlamentare.
fausto piano salvatore failla libia bonatti
L' esecutivo venga subito alla Camera, chiedono i Cinquestelle: «Renzi deve immediatamente riferire su diverse delicatissime questioni che riguardano la politica estera», dichiara Alessandro Di Battista. «Il Parlamento», conviene l' azzurro Renato Brunetta, «deve essere informato al più presto».
Chiediamo che il governo venga ad horas». Ma ciò non succederà fino al 9 marzo, data scelta dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni per la sua relazione a Montecitorio. Anticipare non è consigliabile, spiegano fonti di governo. «Una parola di troppo», in queste ore, potrebbe compromettere la sorte dei due connazionali ancora ostaggi dei guerriglieri libici.
fausto piano salvatore failla libia bonatti uccisi a sabrata
«Siamo in guerra a nostra insaputa dal 10 febbraio, quando Renzi ha sfornato un Dpcm col quale autorizza l' invio di forze speciali sul campo libico», attaccano gli ex Pd Pippo Civati e Andrea Maestri. I due deputati di Possibile si riferiscono al decreto della Presidenza del Consiglio in cui si stabiliscono le modalità di intervento di tre unità speciali. Il testo, secretato, è stato in parte pubblicato da Corriere e Sole 24 Ore.
Nessun ridimensionamento del ruolo parlamentare, assicurano da Palazzo Chigi. La delega al governo sull' impiego degli 007 era inserita nell' ultimo decreto relativo al finanziamento delle missioni internazionali. Il canale di collegamento tra esecutivo e legislativo è il Copasir, dove ieri è stato convocato e ascoltato il sottosegretario Marco Minniti.
È vero, gli uomini dei servizi sono in Libia, ha confermato Giacomo Stucchi (Lega), presidente del Comitato di controllo sui servizi. Ma la morte dei due ostaggi è da collegare ai bombardamenti statunitensi, che «hanno cambiato lo scenario in quella zona, portando
le milizie presenti a cercare di riprendere le loro posizioni».
L' esecutivo, per bocca di Minniti, ha fatto sapere che non c' è certezza sul fatto che i sequestratori siano militanti dell'Isis. La priorità del governo comunque, oltre a cercare di ricostruire i fatti, è quella di riportare a casa gli altri due italiani rapiti lo scorso luglio. Ma la sensazione di molti, nell' opposizione, è che Renzi stia maneggiando una situazione esplosiva senza averne valutato realmente la portata.
LIBIA - VIDEO DI MINACCE DI AL QAEDA ALL ITALIA
«L' accaduto sottolinea drammaticamente la complessità della situazione libica», dichiara Silvio Berlusconi, «e l' elevato rischio di causare vittime innocenti se si dovessero intraprendere interventi frettolosi o superficiali». Il presidente di Forza Italia ma anche l' ex premier Romano Prodi ritengono che il loro successore non sia all' altezza della situazione.
LIBIA - VIDEO DI MINACCE DI AL QAEDA ALL ITALIA
Sergio Mattarella segue con attenzione l' evolversi dei fatti, informa una nota del Quirinale. Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa chiedono che tutte le forze politiche «si stringano attorno al governo», perché la Libia è una «polveriera» e può avere «effetti nefasti» per l' Italia. L' apertura dei centristi non piace a Bersani («Non ci sono le condizioni») e comunque arrivano quando già è partita la rissa politica.
E non servono a fare da argine. «Renzi ha le mani sporche di sangue tanto in Libia quanto in Italia», scrive Matteo Salvini. Secondo il leader della Lega Nord, il premier è «un complice del terrorismo internazionale». Contemporaneamente indirizza accuse altrettanto pesanti verso il Colle: «Il Presidente della Repubblica si vanta del fatto che l' Italia sia all' avanguardia sull' accoglienza dei migranti: matto o complice?».
2.ANCHE PER PRODI LA SOLUZIONE ARMATA E’ UNA TRAPPOLA
Da “Libero Quotidiano”
«Non ci sono le condizioni per un intervento in Libia. La guerra è l' ultima, ultima cosa da fare. E non potrebbe che essere fatta nell' ambito dell' Onu. L' Italia potrebbe avere un ruolo serio, ma non può essere sola». L' ex premier ed ex Presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, intervistato dal Tg3, si schiera contro la soluzione militare per risolvere la situazione in Nord Africa.
A suo parere in Libia la spartizione del territorio tra le varie fazioni in guerra «porterebbe al peggio, può darsi finisca così, ma questi tre Paesi chiederebbero protezione a qualche potenza straniera o sarebbero oggetto di appetiti dei Paesi vicini.
In questo momento ci sono due strutture unitarie che tengono ancora insieme il Paese: la Banca centrale e la compagnia petrolifera, che distribuiscono gli introiti del petrolio. Nessuno vuole una divisione che romperebbe questa fonte di risorse che ancora li tiene insieme».
L' analisi di Prodi individua una provocazione: «Avere quattro ostaggi italiani per l' Isis è un formidabile strumento di pressione. Per questo sono propenso a credere a qualcosa di deliberato piuttosto che a un incidente».
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