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CRONACA DI UNA SPACCATURA ANNUNCIATA – IL MOMENTO DELLA ROTTURA TRA LA LEGA E GLI ALLEATI IN CONSIGLIO DEI MINISTRI È AVVENUTA QUANDO ALFREDO MANTOVANO HA CONFERMATO CHE PALAZZO CHIGI AVREBBE IMPUGNATO LA LEGGE SUL TERZO MANDATO PER LE REGIONI AUTONOME. A QUEL PUNTO SALVINI HA ESPRESSO LA SUA CONTRARIETÀ, E IL SOTTOSEGRETARIO MELONIANO HA VOLUTO “CERTIFICARE” LA ROTTURA: “SALVINI, MA STA PARLANDO PER LEI?”. LA REPLICA NETTA: “IL VOTO È CONTRARIO PER TUTTA LA DELEGAZIONE LEGHISTA” – MELONI DISERTA IL FESTIVAL DELLE REGIONI IN CORSO A VENEZIA PER UN’INFLUENZA, E SLITTA IL CHIARIMENTO CON IL GOVERNATORE FEDRIGA. DAL CARROCCIO PARLANO DI UNA “MALATTIA DIPLOMATICA”…

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Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Il momento più teso scatta quando il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, vuole che tutto sia ben chiaro. Il Consiglio dei ministri, oltre a bocciare l’ormai nota legge trentina, ha impallinato anche quella di un’altra Regione autonoma, la Valle d’Aosta.

 

Una legge che prevede tra l’altro il terzo mandato per i sindaci. Roberto Calderoli esprime tutta la sua contrarietà, poi fa lo stesso anche Matteo Salvini.

 

Si sta verificando una frattura nel governo e Mantovano vuole la massima certezza: «Ma sta parlando per lei?». «Il voto – risponde il vicepremier – è contrario per tutta la delegazione leghista». Chiarezza è fatta, la crepa nel governo è agli atti.

 

matteo salvini roberto calderoli

Ma proprio quando la partita sembra chiusa, le sliding doors della politica ne rimettono in discussione il risultato. Già in mattinata da Fratelli d’Italia filtra l’idea che il voto sia stato semplicemente un fatto di equità tra i presidenti, ma se le Regioni volessero una revisione sul terzo mandato si potrebbe approfondire.

 

[…]

 

Ma tra le Regioni, in realtà, non c’è una posizione unitaria. I presidenti sono tutti a Venezia per il Festival delle Regioni, e si riuniscono domenica sera a Palazzo Balbi, la sede del governo veneto, per cercare di arrivare a una posizione comune. Ma proprio sul terzo mandato l’unità è difficile da trovare. Il documento alla fine non viene diffuso, parlerebbe soltanto della possibilità di «approfondire» la questione.

 

massimiliano fedriga giorgia meloni

E così, il clima alla festa delle Regioni si fa teso. Giorgia Meloni oggi non parteciperà al Festival veneziano: ha la febbre, ma molti leghisti la considerano una «malattia diplomatica». In realtà, l’atteso confronto tra lei e il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, che avrebbe dovuto svolgersi questa mattina, è semplicemente rinviato a giovedì.

 

Intanto è accaduto che gli assessori leghisti e forzisti abbiano riconsegnato le loro deleghe allo stesso Fedriga.  Le ragioni della minacciata crisi sarebbero soltanto locali, anche se tutto nasce da un’intervista del ministro di Pordenone Luca Ciriani.

 

ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Ma i leghisti infuriati ragionano su una sorta di arma totale: «Se si cambiasse la legge elettorale del Friuli-Venezia Giulia in senso proporzionale, non ci sarebbe neppure più bisogno di discutere del numero dei mandati. Il governatore tornerebbe a essere eletto dai partiti». Ma qui siamo alla fantapolitica.

 

Sono ancora i leghisti a sapere in anteprima che oggi al Festival non ci sarà neppure Elisabetta Casellati. La venetissima ministra alle Riforme ieri mattina in Consiglio dei ministri è stata la più netta nel chiedere lo stop della legge trentina.

 

[…]

 

matteo salvini maurizio fugatti

Ma proprio nella Lega le parole che suonano all’inizio più scioccanti sono quelle di Matteo Salvini. Che intercettato dai cronisti, sul voto in Consiglio dei ministri minimizza: «Nessun problema, questioni locali».

 

In realtà, è quello che pensano tutti gli appartenenti all’ inner circle salviniano: «Chi era contrario fin dall’inizio era Forza Italia. Mentre per Fratelli d’Italia la cosa nasce e finisce davvero con il Trentino».

 

Tra il presidente Maurizio Fugatti e i meloniani, infatti, non corre buon sangue sin dall’inizio del suo secondo mandato, sin dalla messa a punto della squadra di giunta. […]

matteo salvini e massimiliano fedriga