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A quattro giorni dai ballottaggi, che succede nelle tre principali città che andranno di nuovo al voto? A Milano – dicono, pare, ché i numeri non si possono dare – Parisi avrebbe scavalcato di un soffio il rivale Sala. Ma la brutta notizia per il candidato Pd è che gli indecisi sono più orientati verso il manager romano che verso di lui.
RENZI INSTAGRAM guerini serracchiani
L'unica certezza è però quello che succederà dopo il voto meneghino. Se vince Parisi, Renzi sarà bravissimo ad autoassolversi, come sempre, e se la prenderà con il vertice del partito (che poi sarebbe lui, ma solo quando gli fa comodo). A fare una brutta fine sarebbero i vicesegretari reggenti, Guerini e Serracchiani.
Entrambi dovrebbero lasciare il posto a qualcuno che possa occuparsi della macchina del Pd a tempo pieno. Non si è mai visto, infatti, un partito diretto da gente che ha altri e ben più impegnativi compiti, Renzi in primis. Guerini oltre che deputato è anche portavoce Pd, mentre la Serracchiani è Presidente del Friuli-Venezia-Giulia, mestiere che già da solo dovrebbe occupare tutto il suo tempo.
I loro successori e tutte le risorse del partito saranno allora dirottati sull'ultima trincea renziana: il referendum. Quindi dopo mesi buttati sull'Italicum, anni buttati sulla riforma del Senato, ora le energie governative saranno spese per l'ennesima battaglia che ha zero impatto sulla vita degli italiani. Ottimo lavoro come sempre.
Se Sala invece uscirà vittorioso, preparatevi alla nenia di Renzi che si pavoneggia sulla sua scelta azzeccata, più il solito fritto misto di narrativa su Expo e l'Italia che riparte.
Occhio però alla malattia di Berlusconi. Chi ha parlato con i sondaggisti, dice che le condizioni di salute del Cav. giocano a favore di Parisi. Normalmente, un leader che si mostra indebolito allontana gli elettori. Ma in questo caso non è Silvio a giocarsi le elezioni, bensì un suo erede designato.
Roma? La partita è chiusa. Giachetti non imiterà l'Italia col Belgio, stavolta chi parte sfavorito, resta sfavorito.
Torino vede invece Fassino avanti di una manciata di punti, ma molto impopolare tra i giovani. Il suo zoccolo duro è la borghesia torinese, la classe media, e dipenderà da chi andrà a votare. Se Appendino galvanizzerà le frange della statica società sabauda, ha una possibilità di farcela.
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