DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
DAGONEWS
Che la guerra in Ucraina possa durare molti mesi, addirittura anni, a Washington è ormai una certezza. Nessuno lo nasconde. Lo ha dichiarato apertamente anche il generale Mark Milley, Comandante in capo delle forze americane: “Il conflitto sarà prolungato, si misurerà sicuramente in anni”. Joe Biden, spalleggiato dal consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, spinge per inasprire il duello con i russi: più armi a Kiev, scontri a medio-bassa intensità prolungati nel tempo, guerriglia interna per fare dell’Ucraina il Vietnam russo.
L'obiettivo, peraltro già palesato da “Sleepy Joe”, è un regime change a Mosca per togliersi Putin dalle palle una volta per tutte. Questa strategia, che non contempla mediazioni né accordi che possano evocare anche lontanamente una vittoria russa, è onerosa per tutti: fa aumentare il conto dei morti ucraini, stringe in una tenaglia economica l'Europa, altera il mercato delle materie prime e dei rifornimenti alimentari. Quanto a lungo il sistema internazionale può reggere questa pressione combinata di più fattori? Ecco perché a Washington ha preso piede una linea più pragmatica.
Il segretario di Stato, Anthony Blinken, e soprattutto il capo della Cia William Burns non sono così contrari alla soluzione diplomatica con Mosca. Il rischio che la tensione crescente possa sfuggire di mano è sempre dietro l’angolo, soprattutto perché aumentano le fibrillazioni di polacchi e paesi baltici, a cui la minaccia russa fa prudere le mani. La corsa al riarmo dell’Europa è destinata a innescare una spirale pericolosa: di solito chi si dota di armi, prima o poi le usa.
Biden, che ha le elezioni di mid-term a novembre, non intende stemperare la tensione con Putin. Lo scontro muscolare con il Cremlino può essere un bancomat elettorale, visto che ha già portato alla Casa bianca l’appoggio di alcuni parlamentari repubblicani a cui non sembra vero di essere tornati al rassicurante schema da Guerra fredda anni ’80.
vladimir putin joe biden ginevra
Se gli Stati uniti non vogliono indietreggiare, la Cina si muove sotto traccia per arrivare a un cessate il fuoco. La guerra, agli occhi di Pechino, è solo una fastidiosa contingenza che rovina gli affari e destabilizza lo scenario internazionale. Anche per questo Xi Jinping non ha inviato armi alla Russia né ha mosso un capello per sostenere il malandatissimo rublo. Lascia che Mosca, al di là delle dichiarazioni di sostegno, lentamente perda forza e guardi con meno spocchia a un negoziato.
Per capire l’aria che tira il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha avuto una lunga conversazione telefonica con il suo omologo ucraino, Kuleba. Ha voluto sondare il terreno dopo che i negoziati condotti dai turchi sono miseramente naufragati. Delle serie: a quali condizioni, voi e i russi, la smettete di rompere gli involtini primavera?
“PER OGNI CARRO ARMATO RUSSO IN UCRAINA ABBIAMO FORNITO, O FORNIREMO, DIECI SISTEMI ANTI-CARRO” - IL SEGRETARIO DI STATO USA, ANTONY BLINKEN, HA AUTORIZZATO, A SEGUITO DI UNA DELEGA DI BIDEN, 100 MILIONI DI DOLLARI DI AIUTI ALLA SICUREZZA “PER VENIRE INCONTRO ALL'URGENTE BISOGNO DI KIEV DI SISTEMI ANTI-CORAZZATI” - IL GENERALE MARK MILLEY, COMANDANTE IN CAPO DELLE FORZE USA: “IL CONFLITTO SARA’ PROLUNGATO, SI MISURERÀ SICURAMENTE IN ANNI” - LA LINEA DELLA GUERRA A OLTRANZA, SOSTENUTA DA USA E GRAN BRETAGNA, TROVA CONSENSI IN POLONIA E NEI PAESI BALTICI DOVE SI TEME CHE UN “APPARENTE VITTORIA” RUSSA IN UCRAINA “SUGGERISCA” A PUTIN ULTERIORI ATTACCHI AI PAESI CONFINANTI…
LA NATO: PUÒ DURARE ANNI L'IDEA DI FORNIRE «ARMI PESANTI»
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
Il Segretario della Nato, Jens Stoltenberg, avverte: «La guerra in Ucraina può durare mesi o anche anni; la Russia non ha rinunciato all'idea di conquistare Kiev e l'intera Ucraina; dobbiamo essere pronti ad affrontare un lungo percorso». Nel concreto significa dare mezzi militari più potenti al presidente ucraino Volodymyr Zelenksy. Lo stesso Stoltenberg, aprendo ieri il vertice Nato dei ministri degli Esteri a Bruxelles, è stato chiaro: «L'opzione di fornire armi pesanti è sul tavolo».
LE ARMI CHE BIDEN FARA ARRIVARE ALL UCRAINA
D'accordo i carri armati di fabbricazione sovietica, bene i Javelin americani e i droni turchi. Ma non è sufficiente, come spiegherà oggi a Stoltenberg e ai 30 Paesi dell'Alleanza Atlantica il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, invitato a una sessione separata. Ora bisogna stabilire se alzare il livello dello scontro con Mosca, consegnando i jet agli ucraini.
L'attenzione, inevitabilmente, si sposta sugli americani. Che cosa intende fare Joe Biden? Il segretario di Stato, Antony Blinken, non appena arrivato in Belgio ha detto che gli Stati Uniti invieranno altri missili Javelin anti carro, per un controvalore di 100 milioni di dollari. In totale, ha fatto notare il Segretario di Stato, il sostegno degli Usa agli ucraini vale 1,7 miliardi di dollari dall'inizio del conflitto; 2,4 se si comprendono anche gli aiuti inviati prima del 24 febbraio.
LE ARMI CHE BIDEN FARA ARRIVARE ALL UCRAINA
«Per ogni tank russo schierato sul terreno - ha aggiunto Blinken - gli ucraini dispongono e continueranno a disporre di 10 sistemi anti-carro. Hanno e avranno tutti gli strumenti necessari per contrastare i bombardieri nei cieli e i tank». Come dire: non è necessario inviare anche i caccia. Da Washington, il portavoce del Pentagono, John Kirby, osserva: «Gli ucraini possono vincere la guerra. Ogni giorno ne abbiamo una prova». Biden, dunque, appare disposto solo a correggere la strategia di fondo, anche dopo la scoperta degli orrori di Bucha. Il presidente è pronto a rafforzare l'assistenza militare per Kiev, ma senza superare il limite che si è auto imposto: nessuna fornitura di aerei.
La Casa Bianca, a torto o a ragione, continua a vedere il pericolo di un'ulteriore escalation, con il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti e della Nato. Inoltre l'intelligence Usa insiste: se messo alle strette, il leader russo potrebbe fare ricorso alle armi chimiche. C'è, infine, un'altra considerazione. Una volta iniziata la guerra, Biden non ha più dato credito alla possibilità di negoziare con Putin, il «criminale di guerra», il «macellaio di Mosca».
E del resto in questi giorni si è persa traccia dei negoziati, in Turchia e altrove. A Washington, dunque, si osserva con una certa perplessità il dinamismo di Viktor Orbán, il più filo russo dei leader europei. Il primo ministro ungherese, appena rieletto per la quarta volta consecutiva, ieri ha convocato la stampa per fare sapere di «aver chiesto al presidente Vladimir Putin di ordinare un immediato cessate il fuoco».
Orbán si è offerto di ospitare «una conferenza» a Budapest con Putin, Zelensky, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz: «Non potrebbe essere una conferenza di pace, perché ci vorrebbe troppo tempo, ma sarebbe un incontro per arrivare a una tregua». Nello stesso tempo, però, Orbán ha sottolineato che pagherà le forniture di gas russo in rubli, spezzando il fronte europeo contrario a piegarsi «al ricatto di Putin». Anche Stoltenberg ha chiamato il primo ministro ungherese, per capirne le intenzioni. Poi ha commentato: «Dobbiamo essere uniti nel condannare le azioni di Putin».
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