DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
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gennaro sangiuliano giorgia meloni foto di bacco
Come li scelgono i direttori dei musei in Italia? Per la conoscenza dei quadri? Per potenziali o dimostrate capacità di gestione culturale? Per libri o titoli di studio? Per conoscenza del luogo? Non scherziamo… dove c’era l’inscalfibile amichettismo di sinistra è ora in scena l’appartenenza dura e pura alla destra-destra.
Non si fanno prigionieri, cioè non si nominano competenti, non si cercano giornalisti, docenti o intellettuali che hanno dimostrato conoscenze critiche nel merito o qualità di mediazione: ci vuole la tessera, l’olio di ricino.
All’inizio, quando Giorgia Meloni si rifiutò di portare al governo una delle “badanti” di Silvio, Licia Ronzulli, qualcuno pensò a una svolta: solo competenti non raccomandati in questo Governo.
Era vero il contrario, era vero quanto scritto sul foglietto pro-telecamera di Silvio B dedicato a Meloni: ''prepotente, arrogante…''. L’appartenenza ci vuole eccome, ma alla famiglia Meloni o al Fronte della Gioventù, a Colle Oppio e dintorni.
La prima nomina culturale è stata quella di un giornalista di Libero, Alessandro Giuli, al Maxxi, ritenuto troppo a destra persino quando era militante nel Fronte della Gioventù: conoscenza dell’arte o dell’architettura contemporanea zero. Precedenti direzioni di musei zero ecc..
Il musulmano Pietrangelo Buttafuoco, raramente uscito dalla Sicilia se non per abbracciare Giorgia e il Corano, va alla presidenza della Biennale dove sono richiesti rapporti internazionali, sviluppo dell’Arsenale con i soldi del Pnrr, capacità di fundraising ecc… zero in tutto questo.
renato brunetta stefano folli alessandra necci
Del resto, è difficile pensare che la Meloni sappia di che cosa si stia parlando: non credo abbia mai visto con Giambruno una mostra d’arte contemporanea fuori Italia, abbia visitato città in Asia o Africa, sia stata spettatrice ai Festival lirici di Salisburgo o Bayreuth o abbia studiato storia dell’arte: dunque nomina un po’ così, per quel che sente affine a lei e Sangiuliano pure.
La commissione incaricata di valutare le ottocento domande, inviate da oltre trecento professionisti, per concorre alla direzione di dieci musei è composta da docenti e funzionari del ministero esclusivamente di Roma o Napoli, con qualche conoscenza di archeologia: storia dell’arte e dell’architettura moderna e contemporanea stiamo a zero.
Un risultato della prima selezione è evidente: la scomparsa degli “stranieri”. Otto anni fa furono chiamati in massa dall’ex ministro Franceschini e dalla commissione presieduta dall’ex presidente della Biennale, Paolo Baratta, che veniva – guarda caso - rinominato oltre i termini presidente della Biennale dallo stesso Franceschini.
Adesso non c’è nemmeno un nuovo straniero selezionato, solo un paio di quelli ormai italianizzati. L’unico straniero italianizzato noto è l’ex direttore degli Uffizi Eike Schimidt che, a concorso in corso, ha dichiarato che si sarebbe volentieri candidato a sindaco di Firenze per il centrodestra (questo lo rende italiano a tutti gli effetti): non gli si negherà Capodimonte, immaginiamo.
bartolomeo pietromarchi alessandro giuli foto di bacco
Il bando - giusto o sbagliato che fosse - richiedeva precedente direzione di musei o istituzioni pubbliche: Angelo Crespi, ex uomo di Dell’Utri alla Biblioteca di via Senato, è stato posto per anni dal centrodestra in tutti i Cda possibili (Palazzo Te, Piccolo Teatro, Triennale…) ed ora è sparato tra i finalisti di un solo museo, Brera, sede dove la conoscenza dell’arte antica sarebbe auspicabile.
Qui figura tra i candidati anche Emanuela Daffra, che sarebbe come tornare ai tempi dei sovrintendenti-direttori espressione di un mondo brezneviano dove tutto è bloccato.
E che dire della selezionata in più musei Cristiana Collu? Dopo il polemico addio al Mart, e dopo le cosiddette “contaminazioni” alla Gnam, ovvero dopo aver decostruito un museo riducendolo a pseudo-museo adesso si candida per portare il suo “contributo” ad altri.
Per le Gallerie Estensi spunta lo strano nome, outsider, della scrittrice (tra le poche non di sinistra, non murgiane, non cannibali, non Salone del libro…) Alessandra Necci, figlia di Lorenzo, cara all'editorialista di "Repubblica" Stefano Folli, vicina ad ambienti politici moderati, la quale avrebbe dovuto aver difficoltà a emergere nella prima selezione dedicata alla storia dell’arte mentre potrebbe averne meno all’orale dove si dovrebbe dar prova di conoscenze legali e manageriali.
Curiosamente, non compare tra i selezionati Sergio Risaliti, direttore del Museo del Novecento di Firenze, dato in gran spolvero nella geopolitica amicale non sinistrata. Area dalla quale spunta, invece, un sopravvissuto (forse messo lì per fingersi inclusivi): il curatore melandriano Bartolomeo Pietromarchi (in elenco per la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma).
La notizia sulle conferenze a pagamento del sottosegretario Sgarbi (ma va!) – unico che volendo, capisce di cosa si stia parlando - è uscita come i migliori dossier proprio il giorno prima della nomina di Buttafuoco alla Biennale e dei nomi selezionati per i musei. Tanto che il sottosegretario azzoppato, guarda caso, ha plaudito a tutto e tutti: bene Buttafuoco, bene i selezionati, nessuna capra.
VITTORIO SGARBI E GENNARO SANGIULIANO
Anzi, Sgarbi ha fatto un suo endorsement che, dal generale (“gli uscenti potranno trasferire in altre sedi le loro capacità dimostrate”) è subito passato al particolare indicando gli otto nomi da lui preferiti: “Valorosi direttori come Eike Schmidt e Marco Giulierini potranno trasferire in altre sedi e saranno da valutare i meriti di Paola D’Agostino, Marco Pierini, Flaminia Gennari Sartori, Cecilia Hollberg come premesse per una conferma…
Tra i nuovi candidati, per le loro esperienze in sedi prestigiose (sic!) si distinguono e hanno tutta la mia stima Angelo Crespi e Cristina Mazzantini”. Ok, ma in Italia perché si fanno i concorsi pubblici? Si nomini e basta: amici tesserati, amichetti, amanti, parenti… tutti in università e nei musei.
flaminia gennari santoriPAOLA DAGOSTINO
gennaro sangiuliano giorgia meloni foto di bacco (2)
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