DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
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elly schlein festeggia il compleanno giocando a biliardo
Il Pd di oggi è un manicomio di nani che si credono Napoleone. Il principale partito del centrosinistra è in confusione totale, diviso tra varie anime e potentati che dopo decenni di potere sono sostanzialmente incapaci di assolvere all’unica vera missione che gli spetta: fare opposizione al governo di destra-destra con un piccolo centro, che ha una insostenibile idea della democrazia.
La radical-tilt Elly Schlein, issata alla segreteria dalla triade Boccia-Orlando-Franceschini, convinti, gli allocchi, di poterla manovrare come un burattino, salvo poi esserne divorati, nel manicomio dem si crede la reincarnazione in gonnella e armocromista di Lenin.
Se la Ducetta è fiancheggiata dalla Scurti e Fazzolari, per poi prendere ordini dalla sorella Arianna, la nostra multi-gender con tre passaporti non ascolta nessuno, non condivide le sue scelte, non cerca il dialogo con le correnti e commette errori grossolani.
nicola zingaretti elly schlein al monk 1
Con lei al comando, è sostanzialmente sparita la segreteria, quel piccolo politburo nel quale le correnti discutevano, scontrandosi fino a trovare, con l’intervento del leader, una sintesi tra le varie posizioni. Così avveniva nella Democrazia cristiana, al cui interno c’erano dieci partiti, idem nel Pci, e anche nel Pd prima maniera.
Poi, l’affermazione del modello berlusconiano dell’uomo solo al comando ha attecchito anche a sinistra, spingendo i leaderini a cotonarsi le sinapsi e sentirsi infallibili condottieri in modalità "Marchese del Grillo" ("Io so' io e voi non siete un cazzo").
L'ultima dimostrazione del suo svalvolato centralismo ombelicare è andata in scena con la composizione delle liste per le elezioni europee.
Ha infilato in lista (al quarto posto al Centro) il bergogliano Marco Tarquinio, molto spinto dalla Santa Sede e da Sant’Egidio, ma lasciandolo sostanzialmente in ombra senza coinvolgerlo negli eventi a cui lei partecipa.
Fregandosene altamente del Santo Padre, oggi al Monk di Roma, a fianco della Schlein per l’apertura della campagna elettorale, aveva al fianco quel buono a niente ma capace di tutto di Nicola Zingaretti, strappato alla sua occupazione preferita: il cinema America del caro amico Valerio Carrocci.
La guida (si fa per dire) di Elly ha così frantumato i dem che oggi si ritrova ai suoi piedi il solito Boccia: Guerini e Base Riformista sono in quella fibrillazione vicina alla scissione. Quell'ormonale di Andrea Orlando, già mentore di Schlein, è deluso per non essere più ascoltato né tenuto in considerazione dalla segretaria, che, per toglierselo dagli zebedei, sogna di spedirlo in Liguria come candidato alla Regione post-Toti.
Lasciamo perdere cosa frulla nella testa di Dario Franceschini nei confronti di colei che, una volta occupata la prima stanza del Nazareno, ha subito cancellato il suo numero dalla rubrica telefonica.
In questo scenario di ego-espansi, ad aggiungere caos e destabilizzazione, è sbucato il progetto politico di quel vanesio di Maurizio Landini: il segretario della Cgil ha da tempo deposto i panni del sindacalista per indossare quelli del leader politico, come Cofferati, Epifani e la Camusso prima di lui - tutti finiti nella soffitta delle ambizioni sbagliate.
Con il referendum per l’abolizione del renziano Jobs Act, è riuscito a spaccare come una mela quello che resta del Partito Democratico, anche grazie all’insipienza politica di Elly, che lo ha sottoscritto senza pensare di ascoltare le varie correnti interne, e soprattutto lo ha fatto mettendosi in scia a Giuseppe Conte, dando l’idea di essere etero-diretta.
Essì: 'sto Landini è convinto di poter diventare il novello Prodi ma senza quei vecchi democristiani del centro, bensì federatore della sinistra Pd, facendo leva sulle simpatie dell’area Bonelli-Fratoianni, ma anche dei vecchi arnesi ex Ds rimasti nel Pd
Il sindacalista (a tempo perso) sta pianificando un "vasto programma": oltre il Pd e Fratoianni catalizzare la sinistra grillina dei 5 Stelle, che hanno subito malvolentieri la “democrazia” di Giuseppe Conte, che ha riempito le liste per le europee solo di fedelissimi della pochette.
L’opa sindacal-rivoluzionaria immaginata da Landini, che si sogna novello Prodi, segue a ruota quella centrista-liberale vagheggiata da Beppe Sala. È uscito dai radar, invece, Paolo Gentiloni.
Considerato da molti il possibile asso nella manica del Pd per riunire le forze di opposizione, “er Moviola” ha detto no: si percepisce ormai come riserva della Repubblica, puntando a ruoli istituzionali di maggior prestigio (leggi: Quirinale, Presidenza del Senato o della Camera).
Come dargli torto, tra tutti 'sti fuori di testa. D’altronde, se pensiamo al magro destino toccato a Enrico Letta, richiamato dalla Francia a gran voce come salvatore del Pd e poi giubilato senza troppe remore, è facile capire la ritrosia del Commissario europeo.
All’enigma federatore si aggiunge quello sul prossimo segretario del Partito democratico. Un risultato scialbo dei dem alle elezioni europee aprirebbe la resa dei conti interna fino all’inevitabile uscita di scena di Elly Schlein.
Per sostituirla, quel volpone di Franceschini ha pensato al frizzantino ma poco carismatico ed evanescente Dario Nardella. Ha perso quota l’ipotesi Decaro: il sindaco di Bari è uscito azzoppato dall’inchiesta sui rapporti tra politica e malavita nella sua città. Galleggiano le ipotesi che portano al sindaco di Pesaro, l'abile Matteo Ricci, e Alessandro Alfieri, vicecapogruppo del Partito al Senato.
giuseppe conte goffredo bettini foto di bacco
Per avere qualche informazione in più su cosa succederà al Nazareno, bisognerà aspettare lunedì prossimo: il 13 maggio all’Auditorium Parco della Musica di Roma Goffredo Bettini presenterà il suo libro, “Attraversamenti”, insieme a Giuseppe Conte, Roberto Gualtieri e Francesco Rutelli.
La sorpresa è il ritorno sulla scena politica di Rutelli: secondo le strategia di Bettini l'ex sindaco di Roma avrebbe il compito di attrarre gli elettori centristi che sono finiti a Calenda e Renzi.
claudia conte matteo ricci foto di bacco
Bettini vuole dare un apporto costruttivo a un partito sempre più confuso e depresso. Anche perché, finita la battaglia per le elezioni europee, in cui si voterà con il sistema proporzionale (ciascuno corre per sé stesso), le forze che si oppongono al governo Meloni dovranno sedersi al tavolo e dialogare.
A maggior ragione se, come sembra, i partiti riconducibili al centrosinistra allargato (Pd+M5s+Avs+Renzi e Calenda) otterranno più voti di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
PS
Nella sua vita ormai lunga 16 anni, il Pd non. ha mai sfiduciato il suo segretario.
PRESENTAZIONE DEL LIBRO ATTRAVERSAMENTI DI GOFFREDO BETTINI
DAGOREPORT – SE OGGI LA MELONA SI PUO' PERMETTERE DI SOSTITUIRE IL CERVELLO COL MANGANELLO, CONFONDENDO L'AUTOREVOLEZZA CON L'AUTORITARISMO, GRAN PARTE DEL MERITO È DELL’OPPOSIZIONE IMPOTENTE E SPOMPA FINO ALLA NULLITA' DELLA SIGNORINA ELLY SCHLEIN - A CHE CAZZO SERVE UNA LEADER-PAPPAGALLA DI IDEOLOGIA WOKE, ARMATA SOLO DI BIO-BORRACCIA, CHE NON APPROFITTA DI FAR DEFLAGRARE GLI SCAZZI TRA MELONI E SALVINI VOTANDO L'EMENDAMENTO LEGA SUL TERZO MANDATO (SISTEMANDO DE LUCA E BONACCINI)? - A CHE RICAZZO SERVE IL CAPO DELL'OPPOSIZIONE CHE NON ALZA VOCE E MANI SULLO SCANDALOSO NO DELLA DUCETTA ALLA COMMISSIONE DI INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI-STRIANO? - PER CASO AVETE SENTITO LA VOCE DI ELLY SCHLEIN SULL'ULTIMO REGALO DELL'EVITA DELLA GARBATELLA AGLI EVASORI SULLE CARTELLE ESATTORIALI? NON HA NULLA DA DIRE SUI RITARDI DEL PNRR, SULLE SVENTURE DI ITA E ILVA, SULLE PROSSIME NOMINE DI FERROVIE-CDP-RAI, SULLA SCIAGURA DELLO SCORPORO TIM-RETE CUCINATO CON KKR DAL DUPLEX FAZZOLARI-CAPUTI? - FINORA, PIU' DEL GOVERNO-OMBRA, C'E' SOLO L'OMBRA DI UN PARTITO ALL'OPPOSIZIONE...
nicola zingaretti elly schlein al monk 4
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