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DAGOREPORT – LA PAROLA D’ORDINE TRA I PRETORIANI DI TELE-MELONI È: SOPIRE E TRONCARE. ANZI, INSABBIARE – PER LO SCURATI-GATE NON PAGHERÀ NESSUNO: GIAMPAOLO ROSSI VOLEVA LA TESTA DI PAOLO CORSINI, MA A DIFENDERE IL “CAMERATA” È SCESA IN CAMPO LA “FIAMMA MAGICA” DI GIORGIA MELONI. RISULTATO? FINISCE TUTTO A TARALLUCCI E VINO – LO SCONTRO A VIALE MAZZINI DIMOSTRA CHE ORMAI LE VERE FAIDE SI CONSUMANO NEI PARTITI E NON TRA ESSI…
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La parola d’ordine tra i Fratellini d’Italia è: sopire e troncare. Anzi, insabbiare. Come già accaduto con il caso Striano, partito tra fuochi d’artificio e ormai finito con un petardino al punto che nessuno più se ne occupa, così avverrà per lo Scurati-gate. La censura dell’innocuo monologo dello scrittore aveva acceso polemiche virulente, compresa la richiesta di dimissioni della conduttrice della trasmissione “Chesarà”, Serena Bortone, arrivate dal capogruppo alla Camera, Tommaso Foti. Scazzi, accuse, reazioni e controreazioni, e a cosa siamo arrivati? Praticamente a nulla.
Il dg, Giampaolo Rossi, per salvaguardare soprattutto se stesso e il suo futuro da ad, voleva la testa di Paolo Corsini, direttore degli approfondimenti Rai, per allontanare da sé ogni responsabilità legata al caso: vuole restare immacolato fino all’investitura ufficiale. La mossa di Rossi è anche legata al non idilliaco rapporto con Corsini, che da tenace rugbista mostra i muscoli e si prende un po’ troppa (per Rossi) autonomia sulle decisioni.
Esautorarlo sembrava la decisione più conveniente, ma a difendere Corsini sono scesi in campo il partito, Palazzo Chigi, e la stessa Fiamma magica di Giorgia Meloni (Arianna- Scurti-Fazzolari): nessun “camerata” viene abbandonato al suo destino. Con il risultato della solita “scemeggiata” all’italiana quando si parla delle beghe Rai: finisce tutto a tarallucci e vino.
Ps. Lo scazzo Rossi-Corsini è l’ennesima dimostrazione che ormai le vere lotte politiche avvengono all’interno dei partiti e non tra di essi. Nella Lega si battaglia sulla candidatura alle Europee del generale Vannacci (dopo Centinaio e Molinari, Max Romeo è tornato a esprimere perplessità: “Io voterò per la Lega, poi la preferenza la darò ai candidati che riterrò meritevoli, non dico a chi”); nel Pd volano i colt-Elly sulle scelte improvvide della Schlein (dal suo nome nel simbolo, fino alle candidature); nel Movimento 5 Stelle è iniziato un tiro al piccione contro Conte per il suo leaderismo senza limitismo.
paolo corsini
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