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DAL NORD ARRIVA UN AVVERTIMENTO A SALVINI (E A MELONI) – SEMPRE PIÙ ESPONENTI DI CONFINDUSTRIA INVITANO IL GOVERNO AD AVERE UNA POSIZIONE COMPATTA NEL DIFENDERE LE AZIENDE ITALIANE DAI DAZI DI TRUMP – NEL MIRINO C’È SOPRATTUTTO IL LEADER LEGHISTA CHE NELLE ULTIME SETTIMANE, IN UN CONTINUO CONTROCANTO VERSO GLI ALLEATI, HA GIUSTIFICATO LA GUERRA COMMERCIALE DEL TYCOON – IL VENETO RIBOLLE: “COSÌ NON FACCIAMO GLI INTERESSI DELLE AZIENDE SUL TERRITORIO E PERDIAMO CONSENSO”
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo e Luca Monticelli per “La Stampa”
giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
La guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa preoccupa sempre di più gli imprenditori italiani. Negli ultimi giorni si contano numerose le voci di esponenti di Confindustria che sollecitano il governo a non sottovalutare l'effetto sull'economia di una politica di dazi e contro dazi. Il pressing sulla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e sui ministri, da parte di Confindustria, ha l'intento di far compattare la politica su un dossier fondamentale per molte aziende.
E in questo senso è evidente il messaggio implicito lanciato a Matteo Salvini, che in un continuo controcanto verso i colleghi di governo, giustifica e assolve la politica aggressiva sui dazi di Donald Trump.
DONALD TRUMP - DAZI COMMERCIALI
Come ha messo in luce il Centro studi di Confindustria, i settori maggiormente a rischio per l'introduzione delle tariffe sulle esportazioni in America sono quelli delle bevande, l'automotive e la farmaceutica.
Il ragionamento che si fa negli uffici delle associazioni datoriali di questi comparti che rischiano le ritorsioni della Casa Bianca è sostanzialmente questo: «L'Europa parli con una voce sola e tratti con Trump, la guerra commerciale si può scongiurare». E se una voce deve avere l'Europa, una sola voce deve ovviamente essere quella del governo italiano.
GIORGIA MELONI EMANUELE ORSINI
Anche il presidente di Confindustria Emanuele Orsini si è esposto pubblicamente in prima persona qualche giorno fa: «Bisogna negoziare subito con gli Stati Uniti, ritengo che ci sia la possibilità ed è giusto che sia l'Europa in modo compatta a farlo». […]
La riflessione di Confindustria sembra stridere rispetto alla linea pro Trump senza se e senza ma portata avanti da Salvini, che con grande sicumera continua a minimizzare il problema dei dazi. Gli esperti economici della Lega, da Alberto Bagnai e Claudio Borghi, sostengono che l'Italia non abbia nulla da temere, che le tasse di Trump penalizzeranno altri Paesi europei, e che comunque i balzelli sui prodotti saranno più gestibili di una svalutazione del dollaro.
Il primo dentro Confindustria a evocare lo spettro della guerra commerciale è stato l'ormai ex leader degli industriali del Veneto Enrico Carraro. Il suo è stato un richiamo che ha innescato una polemica nel Carroccio, nata proprio in Veneto, con diversi esponenti leghisti che hanno rinfacciato a Salvini la sua acritica trumpizzazione.
«Così non facciamo gli interessi delle aziende sul territorio e perdiamo consenso», è l'avviso che dal Veneto è stato recapitato a Roma. Contrariamente ai leghisti, Forza Italia e Fratelli d'Italia, anche se con tutte le cautele del caso, si sono mosse fin dall'inizio in maniera diversa. […]
I DAZI DI DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Gli imprenditori temono la frenata degli investimenti: «Per garantire un ambiente favorevole è fondamentale un approccio multilaterale che assicuri un quadro normativo stabile e regole condivise a livello europeo», sottolinea Angelo Camilli, vicepresidente di Confindustria, che aggiunge: «I dazi di Trump non aiutano, è una situazione che non fa bene all'economia e al nostro Paese. La speranza è che l'Europa sia unita».
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