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DALLA FERILLONA UN “NO” A CINQUE STELLE. RIFIUTA LA CANDIDATURA CON M5S: (''SO’ COMMUNISTA COSI’'') “VOTO LIBERI E UGUALI” – CAOS ALLA PARLAMENTARIE: “E’ UN MANICOMIO” – GIA’ PRONTI I RICORSI DEGLI ESCLUSI. IL PRESIDENTE DEL POTENZA CALCIO IN LISTA?
Ilario Lombardo per la Stampa
È stato come un sogno hollywoodiano: «Ti immagini, avere Sabrina Ferilli candidata per noi in Senato?». Un sogno coccolato dai vertici del M5S da quando lei, cuore fermamente a sinistra sinistra (papà ex Pci) in un' intervista aveva dato una forte apertura di credito alla sindaca Virginia Raggi, confessando di averla votata e non lesinando elogi ai ragazzi a 5 Stelle. Così con i grillini è partito come per gioco un corteggiamento che è andato sfumando quando lei ha detto che ringraziava ma che preferiva continuare a fare l' attrice.
Lo speranzoso carteggio è continuato finché Ferilli, proprio in un' intervista a questo giornale, due settimane fa, ha chiarito come la pensa. Ha detto che per il voto guarda a Liberi e Uguali, perché su certi passaggi, come sui diritti civili, «i 5 Stelle sono rimasti ambigui». Anche se considera Di Maio&Co «con simpatia», «ragazzi perbene che sono stati un antidoto alla vecchia politica».
sabrina ferilli a letto con francesco totti
Peccato, perché Luigi Di Maio aveva pronto per lei il collegio di Roma, la città che la venera, seconda solo a Francesco Totti. Un collegio dove comunque il capo politico spenderà un' altra carta vip, quella dell' ex direttore di SkyTg24 Emilio Carelli. Ferilli sarebbe stato il nome da copertina del lungo e faticoso casting a 5 Stelle. Ma è anche la prova di quello che in questi giorni lamenta Di Maio, su «molte personalità che simpatizzano per noi, che dicono di sostenerci ma che al dunque non fanno quel passo in più» e si candidano.
«Gente - dice Di Maio che annuncia un prefetto al ministero degli Interni in un suo eventuale governo - che è del Movimento ma che ancora non lo sa». Ci sono i rettori di Torino e di Milano, imprenditori, avvocati, attori, giornalisti che tra, le reciproche lusinghe, restano in contatto ma non hanno ancora detto sì. Il modello è un po' quello di Silvio Berlusconi nel 1994, quando il tycoon televisivo prestato alla politica trasferiva il consenso delle star tv e del Milan nel partito.
Martedì è stato visto passeggiare alla Camera, accompagnato dalla deputata grillina Mirella Liuzzi, il presidente del Potenza calcio, Salvatore Caiata. Imprenditore della ristorazione a Siena, un anno fa è tornato nella sua Basilicata e ha rilevato la squadra della città. In pochi mesi l' ha portata al primo posto in classifica: lo stadio è sempre pieno e i tifosi intonano in coro «Se mi lasci non vale» di Julio Iglesias che il presidente manda a tutto volume a ogni gol del Potenza.
Caiata contattato dalla Stampa non smentisce l' interessamento dei 5 Stelle: «Mi fa piacere ma non sono i soli. La mia non è soltanto una squadra di calcio, è un esperimento sociale di condivisione che ha unito la città». E fa gola ai politici.
Il suo nome è spuntato fuori, come altri, da una ricerca che stanno facendo, tra i notabili locali, i parlamentari delegati da Di Maio per i collegi uninominali. Saranno svelati tra dieci giorni, dopo che avrà, spera, assorbito le polemiche sulle parlamentarie online ancora in corso, che invece riguardano il listino proporzionale. Gira un audio anonimo - diffuso da ex pentastellati - in cui una voce dall' accento catanese definisce lo staff della Casaleggio «incompetente» e chiede di «fermare i clic» perché il voto è ormai «un manicomio», «mancano troppi candidati all' appello, addirittura manca anche un candidato senatore uscente».
LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO
Le proteste, tra accuse di candidature pilotate e sospetti su nuovi assalti di più hacker, proseguono e hanno costretto la Casaleggio a chiudere il voto ieri sera, nonostante già avessero annunciato una proroga. E per evitare che il caos comprometta la convention di Pescara al via venerdì, i candidati ufficiali saranno presentati solo dopo un' ulteriore verifica dei profili. I militanti si sono ritrovati i nomi di chi aveva ritirato la propria autocandidatura e non quelli di attivisti storici.
Si parla anche di candidati scomparsi dalle liste tra il primo e il secondo giorno di voto. In Calabria, il giornalista Angelo Troya ha già presentato ricorso in tribunale. Tanti hanno annunciato che lo seguiranno. Dalla Casaleggio e dal M5S non danno spiegazioni ufficiali ma confermano che le esclusioni «sono una libera scelta del capo politico Di Maio».
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